Mikel Arteta sta pianificando di invitare a Colney, il centro di allenamento dell’Arsenal, un team di piloti della Royal Air Force (RAF) per migliorare la comunicazione tra lui e i giocatori. Il manager dei Gunners, nel corso di un evento al Londoner Hotel a Londra con il suo amico e leggendario coach di basket Steve Kerr, ha detto che «io voglio costantemente migliorare. Un giorno posso alzarmi e pensare che “la mia routine pre partita non è buona a sufficienza”, o ancora ragionare su come vengono date le informazioni ai ragazzi, a come parlo con loro». Ed è qui, in questo punto, che ha citato i piloti della aeronautica militare del Regno Unito: «Pensando alla comunicazione col gruppo, mi sono chiesto: chi sono i più bravi a fare questa cosa? eh, tra i migliori ci sono i piloti della Marina Britannica, per esempio».
Da qui, è partita la “solita” macchina del coinvolgimento: «Ho parlato con questi ragazzi», racconta Arteta, «ho chiesto come comunicano, perché per loro è questione di vita o di morte. Per interfacciarsi non utilizzano frasi da 20 parole, perché potrebbe volerci troppo tempo. Quindi i concetti devono essere espressi rapidamente, in una sola parola». La disamina del tecnico spagnolo non si ferma qui: «Voglio che loro vengano tre giorni ad analizzare il modo in cui comunichiamo tra noi, il modo in cui mi interfaccio con i miei calciatori. E a quel punto essere aperti e vulnerabili di fronte alle critiche: voglio che mi dicano che siamo terribili in questo aspetto, così potremo migliorarlo».
Comunicazione istantanea, che si aggiunge a tutti i metodi sui generis che l’ex vice di Guardiola ha portato a Londra fin dal suo arrivo. Ecco un elenco probabilmente incompleto: un labrador che si chiama “Win” utilizzato per una pet therapy di gruppo; lampadine accese nel corso di una riunione per dimostrare come la luce di uno solo non possa bastare a illuminare una stanza (o il campo); una riproduzione dell’ulivo di 150 anni presente al centro di allenamento usato per ricordare i valori del club; finti borseggiatori assunti a una cena di squadra per tenere sull’attenti i giocatori in ogni momento; musicoterapia durante gli allenamenti.
Insomma, Arteta si sta davvero impegnando in modo per ottenere il titolo di allenatore più visionario e creativo dell’ultimo decennio, con metodi non comuni e scelte particolari che fanno il paio con l’ambizione e la visione del calcio che fin dal primo giorno sono state chiare e precise. Arteta vuole riportare l’Arsenal a vincere la Premier League e dal 2019 si è progressivamente avvicinato al traguardo anche grazie a questi metodi poco ortodossi. La conversazione, intitolata The Leadership Playbook, è disponibile come podcast con Arteta e Kerr, che parlano della loro amicizia e di come si sostengono a vicenda. Tra l’altro, un articolo del Telegraph, aggiunge una chicca: i due sono entrati in contatto grazie a un gruppo WhatsApp di allenatori internazionali di vari sport, di cui fanno parte anche l’ex allenatore della nazionale inglese di rugby Eddie Jones, l’allenatore dei Green Bay Packers Matt LaFleur e il membro della Hall of Fame dell’NBA George Karl.