Qualche tempo fa Silvio Berlusconi avrebbe indicato Nicolò Tresoldi come un giocatore/ragazzo perfetto per il suo Monza. Per via del sorriso magnetico, del fascino della consapevolezza, ma anche delle sue qualità: Tresoldi è arrivato in punta di piedi al Gewiss Stadium di Bergamo, ha servito l’assist per il momentaneo vantaggio del Club Bruges e a fine partita si è presentato ai microfoni con due occhi brillanti e manifestando un bel po’ di emozione. Di professione, Tresoldi fa il centravanti. Ha giocato nell’Hannover in Germania, dove ha fatto abbastanza bene per essere notato dal Bruges, ex squadra di Charles De Keteleare e Ardon Jashari, entrambi portati in Italia dal Milan. Segni particolari? É nato a Cagliari ma ha il passaporto tedesco, parla fluentemente tre lingue, la famiglia di sua madre è originaria di Bergamo e suo padre Emanuele ha giocato due stagioni proprio nell’Atalanta alla metà degli anni Novanta, prima di proseguire e terminare la propria carriera tra le periferie del calcio italiano. A Bergamo, in tribuna c’erano tutti: la mamma, il papà, la sorella, i cugini, finanche le nonne, che per la prima volta dal trasferimento in Germania lo vedevano giocare in Italia. L’emozione è stata tanta, ma davanti ai microfoni Tresoldi ha retto l’urto, ha risposto a tono a chi suggeriva che Gattuso, tecnico della Nazionale, fosse in tribuna anche per lui oltre che per gli altri potenziali azzurri. E poi ha detto, non sussurrato, che il suo sogno, un giorno, è quello di giocare nel Milan.
Magari al Milan un pensiero su un centravanti classe 2004 che non si spaventa a giocare in Europa, beh, potrebbero farlo. Ma per Tresoldi non è questo il momento di pensare al calciomercato, visto che è arrivato al Bruges solo qualche mese fa. E non poteva fare scelta migliore, visto che ha trovato ad aspettarlo una squadra la cui media età è di 23,5 anni, che a Bruges lavorano benissimo con i giovani e ne hanno fatto subito un perno dell’attacco. Fino a questo momento, tra campionato e Champions League, Tresoldi ha giocato 16 partite, segnando cinque reti e fornendo due assist, il tutto in 828 minuti giocati sui 1.440 disponibili. Un certificato di garanzia sul rendimento del ragazzo. Che, nonostante, avesse fino a questo momento giocato solo in serie B tedesca dopo la formazione giovanile, ha subito trovato il feeling giusto con il campionato belga. E, soprattutto, con la Champions League.
Sempre tornando al Milan: fisicamente Tresoldi ricorda un po’ Camarda, nel senso che ha quella stazza, ma per alcune movenze può far venire in mente anche Santi Giménez. É alto 186 centimetri ma è rapido nello smarcarsi ha un ottimo senso della posizione, sa giocare con i compagni e tira anche le punizioni – o almeno lo faceva nelle giovanili. Deve ancora irrobustirsi, ma allo stato attuale mostra le potenzialità da centravanti moderno, che in più si presenta nel migliore dei modi ai microfoni, quasi come se avesse vissuto già decine di interviste post partita. Tra le dichiarazioni che ha fatto, non c’è solo quella sul tifo per il Milan, ma soprattutto quella che lascia la porta socchiusa alla Nazionale: è felice del suo percorso con l’Under-21 della Germania – con cui ha segnato nove reti in 18 partite – ma si siederebbe volentieri a un tavolo per chiacchierare con Gattuso. Un ex milanista come lui, e chissà poi cosa ne verrebbe fuori. L’interesse intorno al ragazzo ha iniziato ad alzarsi dopo la tripletta segnata a settembre contro la Lituania, per poi aumentare ancora con il gol all’esordio in Champions League contro il Monaco. La partita di Bergamo è stata niente più che la conferma che si è davanti ad una bella storia di calcio, sarà interessante vedere come proseguirà.