Molte partite dei Mondiali 2026 si giocheranno quando in Europa sarà notte fonda, ha detto il vicepresidente della FIFA

Il motivo è legato alle condizioni climatiche delle città americane, dove farà davvero molto caldo.
di Redazione Undici 02 Ottobre 2025 alle 12:52

Mancano ancora nove mesi all’inizio del primo Mondiale a 48 squadre della storia del calcio, ma già da tempo si discute di organizzazione e aspetti logicistici. Il motivo? Uno dei Paesi organizzatori, insieme a Messico e Canada, sono gli Stati Uniti. Visto come vanno le cose con Trump, ci sono un bel po’ di cose di cui preoccuparsi. Prima ancora, però, c’è la problematica legata alle condizione climatiche, sia per le alte temperature che per la possibilità che – soprattutto sulla Costa Est – si possano abbattere eventi meterologici piuttosto seri. In questo senso, il Mondiale per club di giugno 2025 – tra caldo torrido e improvvise sospensioni durate ore – ci ha offerto un’anteprima piuttosto significativa. E il precedente della Coppa del Mondo 1994, per dirla con un eufemismo, non è un ricordo edificante.

Una soluzione, quindi, potrebbe essere disputare le partite in serata. Solo che i tifosi degli altri continenti, a quel punto, sarebbero costretti a fare molto tardi la notte. Gli organizzatori stanno infatti cercando di conciliare le esigenze di temperature favorevoli ai giocatori con le richieste delle emittenti televisive europee di avere orari di inizio in prime time. Dopo le lamentele del sindacato mondiale dei calciatori, la FIFPro, la FIFA ha dichiarato che cercherà di garantire che solo gli stadi in zone meno umide – come Seattle o Vancouver – o i cinque impianti dotati di tetto ospitino le partite pomeridiane più appetibili per le emittenti europee. Ma questo, naturalmente non risolverà tutti i problemi di programmazione. Con 104 partite in calendario, infatti, è impossibile organizzare tutte le gare delle Nazionali europee in sette delle 16 città ospitanti. Tutto ciò, inevitabilmente, spingerà molte partite in fascia serale, con conseguenti fischi d’inizio nelle prime ore del mattino in Europa.

Parlando mercoledì alla conferenza “Leaders” sul business sportivo a Londra, il vicepresidente FIFA Victor Montagliani ha detto proprio che «la lezione del Mondiale per club è stata recepito». Solo che caldo e umidità non sono certo problemi nuovi per atleti, tifosi e organizzatori in Nord America, dove esiste una grande esperienza nel mitigare gli effetti del clima, come dimostrato anche nella recente edizione degli US Open a New York. Alla domanda se sia possibile garantire che tutte i match delle squadre europee si giochino nell’orario di pranzo sulla West Coast, o nel pomeriggio sulla East Coast, senza esporre i giocatori a temperature elevate o umidità eccessiva, il presidente della CONCACAF ha ammesso che ci potrebbe essere qualche problema. «Ne parliamo quotidianamente, i nostri responsabili media si confrontano con le emittenti europee e di altre parti del mondo su ciò che è meglio, quali stadi possono ospitare partite alle 15:00 (ora della costa Est), come Atlanta, per esempio. Qquindi è tutto sul tavolo in questo momento e, una volta che il calendario sarà pubblicato dopo il sorteggio, faremo del nostro meglio per tener conto di ogni fattore. Ora, sarà possibile garantire che ogni gara sia perfetta dal punto di vista televisivo per l’orario di inizio? Non lo so, perché ci sono davvero tanti incontri».

Montagliani, che nel suo precedente ruolo di presidente della Federazione calcistica canadese è stato decisivo per l’assegnazione della manifestazione, si è mostrato più fiducioso quando gli è stato chiesto dei recenti commenti del presidente statunitense Donald Trump riguardo alla possibilità di spostare alcune partite dalle città che lui considera poco sicure. «È il presidente, giustamente, e le parole hanno un peso maggiore quando provengono dal capo di un Paese, Dal punto di vista operativo, però, questa ipotesi non è stata davvero preso in considerazione. Alla fine resta un torneo FIFA, è la FIFA a prendere certe decisioni. Se da Zurigo vogliono spostare una partita a eliminazione diretta o avere meno match in una città e più in un’altra, lo possono fare, ma devono essere loro a decretarlo» Benché i rapporti tra Trump e il presidente Infantino sia molto buoni, la FIFA non si fa comunque dettare l’agenda da nessuno. Almeno a parole.

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