Napoli-Sporting è stata la partita in cui Kevin De Bruyne ha dimostrato come e perché può essere ancora decisivo

Il centrocampista belga non ha solo servito due assist deliziosi, ma ha anche offerto una prestazione davvero totale.
di Redazione Undici 02 Ottobre 2025 alle 02:44

Nelle stagioni sportive ci sono partite, ma anche giorni e settimane che cambiano gli scenari. Situazioni delicate che, se gestite in un modo o in un altro, possono creare futuri diversi. Istanti da Sliding Doors che alla fine si possono ricordare con il sorriso o diversi rimpianti. Ecco, gli ultimi tre giorni vissuti da Kevin De Bruyne sono stati una di queste chiavo di volta. Al di là della diplomazia e dell’educazione di un campione, infatti, la sbracciata al momento della sostituzione di tre giorni fa contro il Milan è stata un’immagine forte. Una stizza con un accenno di rabbia che Conte non si immaginava. A dirlo sono le sue parole: «Mi auguro che Kevin fosse contrariato per il risultato. Se invece lo era per altre cose, allora ha preso la persona sbagliata», ha detto l’allenatore del Napoli. Che in questo modo ha voluto legittimare la sua posizione, fissando dei paletti per marcare la differenza di ruoli, anche nei confronti del gruppo. Spesso però è la reazione a una divergenza il vero cemento di un rapporto professionale.

«Non c’è mai stato nessun problema, sono un vincente, voglio solo giocare a calcio, divertirmi e fare la differenza per la squadra» ha spiegato a Sky Sport KDB dopo la vittoria contro lo Sporting Lisbona in Champions League. Parole tutt’altro che di circostanza, dato che a De Bruyne sono bastati 81 minuti (sì, anche questa volta sostituito, ma in una situazione decisamente differente) per dimostrare quanto può essere il leader tecnico del Napoli. Una partita per caricarsi definitivamente la squadra sulle spalle, se mai ce ne fosse bisogno. Sì, perché in realtà gli highlights della sua prestazione contro lo Sporting vanno decisamente oltre i suoi due assist decisivi per la doppietta di Hojlund: De Bruyne ha coperto al meglio entrambe le metà campo, ha mosso il pallone e fatto muovere i suoi compagni. A dirlo sono le statistiche avanzate: il centrocampista belga ha messo insieme tre occasioni create, una quota di passaggi riusciti pari all’87%, tre dribbling riusciti su tre tentati. E poi cinque palloni recuperati e altri quattro eventi difensivi tra contrasti vinti (due), passaggi intercettati (uno) e palloni respinti (uno).


Il gol di Hojlund al termine di un contropiede che De Bruyne ha gestito in maniera magistrale

Chiaro che, negli occhi di tutti, restano e resteràanno lo strappo e la traccia verticale con cui De Bruyne ha mandato in porta Hojlund in occasione del gol dell’1-0, Ma in realtà la corsa più impressionante di KDB è arrivata al 75′, una manciata di secondi prima di uscire. Dopo una palla persa di un compagno si è fatto tutto il campo per ripiegare sulla transizione di Quenda e limitarne la visibilità al tiro, risultato poi smorzato. Forse è anche per questo che, dopo la partita, Kevin ha detto che: «non mi piace essere sostituito, è normale, ma poi quando c’è da mostrare cosa so fare e far vedere il motivo per cui mi avete voluto, non ci sono problemi».

Chi ha visto Napoli-Sporting non ha potuto fare a meno di notare quanto De Bruyne bramasse di mettere il suo timbro sul match. Lo si è capito fin dal primo quarto d’ora. Le continue imbucate per Hojlund, prove generali del primo assist, dimostravano come per lui contasse proprio lasciare un’impronta sul tabellino, qualcosa che rimanesse anche per i prossimi giorni. Sarà anche per i 34 anni, ma in questi primi mesi di Napoli la maggior parte delle analisi sul suo contributo si sono concentrati sulla fase offensiva, sulle linee di passaggio che avrebbe potuto creare, sugli spazi che avrebbe potuto spalancare per McTominay. Il primo match di Champions giocato al Maradona va in un’altra direzione, ci dice che KDB può essere anche un difendente. Una delle notizie migliori che potesse consegnare a Conte, per un paio di motivi. Il primo riguarda la sua condizione atletica, decisamente in crescita. Il secondo risiede in un patto di fiducia: ora Conte è consapevole che KDB non fa polemica, non si impunta e non solo riconosce la sua autorità, ma la ritiene necessaria per migliorarsi ancora.

«Kevin è un bravissimo ragazzo che si impegna, capisco che tutti vogliono giocare ma le sostituzioni vanno fatte per cercare di vincere», ha dichiarato Conte nel postpartita, sottolineando poi in conferenza stampa come per Kevin «non ci fosse nulla da farsi perdonare». Caso chiuso, qualora fosse stato mai aperto, almeno per gli interessati, che sembrano aver minimizzato per mantenere un basso profilo. Entrambi consci di dover fare un passo uno verso l’altro per poterne farne due  insieme e trascinare tutti gli altri. Poi sono arrivati gli assist e la prima prestazione totale con la maglia azzurra del Napoli: il miglior finale possibile per una tre giorni complicata. E che ha cambiato gli scenari, forse in meglio.

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