Sembra proprio che Netflix faccia sul serio per i diritti tv della Champions League

Dopo la riforma del torneo, l'UEFA sta studiando anche un nuovo modello per massimizzare i ricavi dalle tv. Guardando soprattutto alle piattaforme streaming.
di Redazione Undici 09 Ottobre 2025 alle 12:32

Sono giorni in cui nell’UEFA e dalla nuova EFC, acronimo European Football Clubs, l’associazione nata sulle ceneri dell’ECA e che può contare sull’adesione di più di 800 club europei, si sta discutendo di Champions League. E in particolare del triennio 2027/2030. La questione, senza girarci troppo intorno, riguarda i diritti televisivi e tutto quello che ne consegue, con possibili cambiamenti di format. Nuovi broadcaster, infatti, sembrano guardare con attenzione alla Super Champions, sempre più ricca e piena di grandissime sfide. Per la prima volta, poi, pare che anche la piattaforma di streaming più famosa e diffusa nel mondo, Netflix, stia pensando di entrare in corsa per aggiudicarsi la trasmissione di qualche match. Il giornale inglese Times ha rivelato che il colosso americano sarebbe pronto a fare un’offerta, all’interno di un mercato che secondo la confederazione europea potrebbe portare anche a cinque miliardi di euro di ricavi.

Attualmente l’unico broadcaster streaming è Amazon Prime, che trasmette una partita di Champions League per turno nel Regno Unito, in Germania e in Italia. Oltre a Netflix, sarebbero interessate anche Apple che detiene i diritti globali della Major League Soccer e Disney che sta valutando la possibilità di fare offerte per eventi sportivi in diretta. La piattaforma che otterrà i diritti globali avrà la prima scelta tra le partite del martedì, ma con un limite sul numero di incontri che può trasmettere con la stessa squadra: non potrebbe quindi selezionare lo stesso club, ad esempio il Real Madrid, per ogni turno.

Netflix non è ancora entrata in modo massiccio nel mercato dei diritti sportivi, ma ha già trasmesso una partita NFL a Natale e l’incontro di boxe tra Mike Tyson e Jake Paul, che è stato un grande successo in termini di pubblico, con un picco di 65 milioni di streaming. Un risultato che ha portato l’azienda statunitense a investire nei diritti in patria dei Mondiali femminili FIFA 2027 e 2031. La vendita dei diritti UEFA per le altre partite di Champions League, Europa League e Conference League consentirà ai broadcaster di fare offerte per più mercati contemporaneamente. Discovery/TNT Sports o Sky potrebbero dunque presentare offerte per tutte le restanti partite nei cinque principali mercati: Regno Unito, Germania, Italia, Spagna e Francia.

L’aumento dei ricavi derivanti dai diritti televisivi, si stima intorno al 10%, significa maggiori guadagni per i club. Il nuovo formato della Champions League, introdotto la scorsa stagione, ha già portato un plus del 25% rispetto al ciclo precedente. Come sempre, c’è la preoccupazione che il boost dei ricavi dalla Champions League possa ampliare ulteriormente il divario economico con i club che non partecipano alla competizione d’élite. Tuttavia, la UEFA ha ribadito che i fondi destinati alle squadre di Europa League e Conference League, così come i pagamenti di solidarietà per i club che non partecipano alle competizioni europee, cresceranno in misura direttamente proporzionale.

Relevent, l’agenzia di marketing sportivo che si sta occupando dell’affare per conto dell’UEFA, valuterà offerte per periodi compresi tra tre e sei anni. In passato, la UEFA vendeva i diritti ogni tre anni, ma Relevent ha già concluso un accordo di sei anni con CBS per i diritti statunitensi dal 2024 al 2030, del valore di 1,5 miliardi di dollari. Il presidente UEFA Aleksander Čeferin, durante l’assemblea annuale dell’EFC in corso in questi giorni a Roma, ha dichiarato che il nuovo formato della Champions League si è rivelato un grande successo. «Insieme stiamo costruendo qualcosa di unico e ambizioso, per offrire il calcio più coinvolgente, innovativo e accessibile, ampliando le nostre principali fonti di ricavo» ha affermato Čeferin in conferenza stampa, sottolineando come voglia «rafforzare il legame con nuovi pubblici, in un panorama mediatico e di streaming in continua evoluzione. L’obiettivo è per cercare di mantenere il calcio europeo ai vertici mondiali».  Aldilà dei sacrosanti proclami di competitività sportiva e di miglioramento del proprio status, dietro queste aperture, inutile negarlo, ci sono i club, sempre più attratti dalla possibilità di avere delle ingenti entrate, garantite per diverse stagioni.

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