Diversi giocatori australiani si stanno trasferendo in MLS, e ovviamente non è un caso

Contratti garantiti e una maggiore possibilità di giocare da titolari ha fatto sì che i calciatori Aussie cambiassero prospettiva
di Redazione Undici 12 Ottobre 2025 alle 09:52

Fino a qualche anno fa i calciatori australiani sognavano l’Europa, ora invece guardano agli Stati Uniti e alla MLS che offre contratti più ricchi e garantiti. Non è bastata, quindi, la strada tracciata da gente come Viduka, Kewell e Cahill, leggende dei primi anni 2000 in Premier League, o i vari Grella o Bresciano nella nostra Serie A. Ovviamente l’Europa resta attrattiva a livello tecnico, ma i Socceroos (così vengono chiamati i giocatori australiani) preferiscono scegliere di giocare da titolari in un campionato meno competitivo piuttosto che rischiare di stare in panchina quando l’asticella si alza. Dell’attuale rosa della nazionale, infatti, sono tre i calciatori MLS, Kye Rowles (DC United) Aiden O’Neill (New York City) e Patrick Yazbek (Nashville SC) e un quarto, Miloš Degenek, ex capitano dei Socceroos, ha militato nei Columbus Crew. Gli altri sono disseminati in diversi Paesi, tra cui l’Olanda, la Scozia e il Galles, con il solo Circati, difensore del Parma, a rappresentare la Serie A.

Come analizzato, però, dal giornale inglese The Guardian, non sono molti i tifosi australiani che guardano le partite del campionato statunitense. «Penso che in Australia serva un po’ più di visibilità per la MLS» ha spiegato Patrick Yazbek (in foto, ndr). «I miei connazionali pensano ancora che l’unica alternativa all’A-League sia il calcio europeo». Eppure, qualcosa si sta trasformando. Tanti match, infatti, si giocano in orari perfetti per gli spettatori australiani: mentre le gare di Champions League iniziano spesso alle 4:30 del mattino, quelle di MLS del sabato sera cominciano alle 9:30 di domenica mattina in Australia. “Cosa c’è di meglio che sedersi con un caffè e guardare una partita?» ha confessato Yazbek.

Dopo essere cresciuto nel Sydney FC, Yazbek è approdato nel 2023 al club norvegese Viking, ma il passaggio a Nashville ha sorpreso molti. È stata una scelta vincente. «Credo che la MLS sia sulla buona strada per diventare uno dei migliori campionati del mondo tra qualche anno – ha detto – in soli 12 mesi ho già visto una crescita enorme». In una lega che ospita star magari un po’ attempate ma sempre di altissimo livello come Lionel Messi, Son Heung-Min, Thomas Müller, Miguel Almirón ed Emil Forsberg, probabilmente solo i tifosi australiani seguono con attenzione le carriere di gente come Archie Goodwin, Giuseppe Bovalina e Lucas Herrington.

La MLS, però, non è solo un trampolino verso la nazionale maggiore ma offre opportunità professionali che l’A-League non riesce ancora a eguagliare. Un esempio è Chris Sharpe, ex portiere australiano oggi vice allenatore e preparatore dei portieri dei Colorado Rapids. Dopo aver chiuso la carriera da giocatore nel 2012, è rimasto nel club, lavorando con numeri uno del calibro di Tim Howard. «È raro nel calcio restare così a lungo nello stesso posto – ha rivelato Sharpe sempre a The Guardian – Ma tra portieri e preparatori si crea un legame speciale». Howard, il portiere più presente nella storia della nazionale USA, ha persino chiesto a Sharpe di fargli il discorso di presentazione quando è entrato nella National Soccer Hall of Fame nel 2024.

Un altro australiano che ha trovato fortuna in MLS è Adam Waterson, responsabile della preparazione atletica dei Los Angeles Galaxy dal 2018. Arrivato due mesi prima di Zlatan Ibrahimović, oggi è un punto fermo della franchigia. «I giovani australiani attirano molto di più l’attenzione degli scout MLS. È una lega che funge sempre più da vetrina mondiale. I Galaxy, dopo aver chiuso al secondo posto la Western Conference nel 2024, hanno vinto la MLS Cup battendo i New York Red Bulls 2-1.  Waterson ha sottolineato come l’MLS stia gradualmente passando da una politica di stelle affermate a una più orientata verso i talenti da sviluppare e rivendere, un modello che potrebbe avvantaggiare i giovani Aussie.

Con otto giocatori australiani e tre neozelandesi attualmente in America, è improbabile che l’ondata dall’Oceania si fermi presto. Fresco vincitore della US Open Cup con Nashville, Yazbek ha ammesso che la lingua comune e la familiarità con il gioco fisico americano lo hanno aiutato a crescere. «È il primo anno in cui gioco quasi 40 partite e mi sento davvero bene – ha detto -far parte di una squadra vincente è stato importantex». Con la qualificazione ai Mondiali già assicurata, il ct Tony Popović può permettersi qualche esperimento, ma continua a preferire i giocatori che giocano regolarmente nei loro club, un vantaggio per Yazbek, protagonista nella finale di US Open Cup contro Austin FC. «Prima di venire a Nashville mi sono chiesto: ‘questa scelta mi aiuterà a realizzare le mie ambizioni in nazionale?’ Ora so che la risposta è sì. Venire in MLS è stato un salto nel buio ma ho creduto che giocare regolarmente in un campionato di qualità mi avrebbe aiutato. Direi che ha funzionato alla grande».

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