I training center delle squadre di calcio sono un luogo in cui gli atleti passano sempre più tempo: non solamente le ore di allenamento sul campo, ma anche le terapie di recupero, la palestra supplementare, le riunioni tecniche. E così queste strutture si sono trasformate progressivamente in enormi quartieri generali, in piccole cittadelle sempre più spesso lontani dai centri e costruite per ospitare gli uffici dei dipendenti del club, i campi di allenamento, le palestre. E tantissime altre facilities, a volte anche difficilmente associabili all’idea di una squadra da calcio.
The Athletic ha raccontato come, in Premier League, la corsa al centro di allenamento più moderno sia iniziata alla fine degli anni Novanta, quando il Manchester United per primo lasciò l’impianto cittadino di Cliff per spostarsi nella più moderna struttura di Carrington. Qui lo spazio dedicato ai membri del club si è ampliato, aprendo la strada all’evoluzione professionale che tutte le squadre di Premier League hanno intrapreso negli ultimi vent’anni. Come lo United hanno fatto anche il Chelsea, il Tottenham, e, soprattutto, il Liverpool, che nel 2020 si è trasferito nel quartiere Kirby nel nuovo AXA Training Center, sul quale ha investito circa 50 milioni di euro. Il centro si è rivelato decisivo anche nell’ultima campagna acquisti: Florian Wirtz, il trequartista tedesco acquistato per 116 milioni di euro dal Bayer Leverkusen, aveva visitato il centro dopo una trasferta europea della scorsa stagione, e così si è convinto della bontà del progetto anche grazie alle strutture con cui si sarebbe allenato sei mesi più tardi.
In poco più di vent’anni la rincorsa al miglioramento costante del training center ha seguito pedissequamente la ricerca della miglior prestazione da parte degli atleti, e in Inghilterra ha incontrato la grande disponibilità economica dei club che ha permesso di creare vere e proprie cattedrali dell’allenamento. A Leicester il club ha investito più di 100 milioni di sterline sul centro sportivo aperto nel 2019, il Bournemouth ne ha spesi circa 32 per modernizzare il proprio, il Crystal Palace 20 per costruire il training ground che ospita giovanili e prima squadra. Tutto in 19 mesi complessivi.
Il Manchester City ha fatto dell’utilizzo di strutture e strumentazioni di altissimo livello uno dei punti cardinali dello sviluppo del suo progetto, tanto che il difensore Pablo Zabaleta spiegò il legame con l’Etihad Center dicendo che ci avrebbe passato il tempo «più volentieri che a casa. Proprio questa è l’evoluzione che le strutture di allenamento delle società inglesi hanno affrontato nell’ultimo periodo: all’AXA Center del Liverpool, per esempio, tra le nuove facilities è stata installata anche una caffetteria, che secondo Salah e compagni ha avuto un impatto importante nella stagione 2024/25, perché ha permesso ai giocatori la condivisione di momenti che non riguardassero solo il campo.
Ma le innovazioni – e le stranezze – non finiscono qui. Dopo il secondo addio di Cristiano Ronaldo al Manchester United avvenuto nel 2022, il campione portoghese attaccò le strutture di Carrington, secondo lui ferme al 2009 in termini di innovazioni. A Manchester si sono subito attivati: tra le novità introdotte nei due anni successivi i tapis roullant subacquei utili al recupero attivo, una sala dedicata alla fisioterapia che affaccia sui campi di allenamento per coinvolgere gli infortunati nel lavoro quotidiano della squadra, i simulatori di Formula 1 e finanche degli orinatoi “intelligenti”, che misurano il livello di idratazione degli utilizzatori. Queste novità, introdotte dal Manchester United e presto arrivate in tutti i training ground di Inghilterra, si aggiungono ai servizi e alle strutture già presenti da tempo: campi da padel, palestre super attrezzate, sauna e bagno turco, zone dedicate alla idroterapia e alla crioterapia, sale riunioni con televisori touch screen e proiettori, macchinari medici con cui eseguire ogni tipo di esame, ma anche simulatori di golf e locali svago per i calciatori.