Siamo ormai al termine di un altro ciclo di UEFA Qualifiers. Ovvero il torneo che, guardando alle Nazionali europee, mette in palio la qualificazione ai Mondiali e agli Europei, a seconda dell’anno in cui ci troviamo. Dopo le prime indiscrezioni riportate dal Times, il progetto di cambiare il format si fa sempre più concreto: secondo quanto scrive L’Équipe, infatti, i dirigenti UEFA hanno creato un gruppo di lavoro della Commissione Competizioni per Squadre Nazionali – presieduto da Philippe Diallo, presidente della Federcalcio francese (FFF) – e gli hanno dato l’incarico di formulare proposte per un nuovo tipo di torneo. A quanto pare, le prime idee vanno tutte in due direzioni abbastanza chiare: utilizzare la Nations League come base per assegnare i posti alle fasi finali di Mondiali ed Europei, oppure “copiare e incollare” la League Phase della Champions League – adattandola ovviamente al contesto delle rappresentative.
Alla base di tutti questi ragionamenti, come sempre viene da dire, ci sono delle motivazioni commerciali: l’attuale format delle qualificazioni ha pochissimo appeal per le tv, e quindi i dirigenti UEFA hanno tutto l’interesse a cambiare le cose, in modo da incassare di più. Il 9 ottobre scorso, al “Football Summit” tenutosi a Lisbona, il presidente UEFA Aleksander Ceferin ha proprio detto che «le qualificazioni potrebbero forse essere diverse: non ci saranno più partite, ma un formato più interessante. Ci stiamo pensando».
Ecco, appunto: ma come si adatterebbe la formula della nuova Champions League alle qualificazioni per Mondiali ed Europei? Le prime indiscrezioni parlano della creazione di due gironi da 27 squadre (al momento le rappresentative UEFA sono 54, al netto della Russia sospesa dal 2022) con una distribuzione equa tra rappresentative di prima, seconda, terza e quarta fascia. Le partite sarebbero di sola andata e non rispetterebbero il criterio del girone all’italiana, del “tutti contro tutti”, esattamente come succede in Champions. A quel punto, ogni Nazionale potrebbe affrontare delle avversarie del suo stesso livello, e poi altre di qualità inferiore. Sarebbero proprio le sfide tra rappresentative importanti, che nell’attuale format non sono “garantite”, ad attrarre gli investimenti delle tv. Al tempo stesso, le squadre con meno qualità potrebbero sfidare due o anche quattro avversarie alla loro portata.
Per quanto riguarda i tempi di questa possibile rivoluzione, bisognerà attendere: l’attuale contratto televisivo scadrà nel 2028, quindi al termine degli Europei che si svolgeranno nel Regno Unito e in Irlanda. In vista dei Mondiali 2030, però, le cose potrebbero cambiare. In ogni caso, aggiunge ancora L’Équipe, le discussioni non sarebbero ancora concluse: una volta raggiunto un accordo su un possibile nuovo format, questo sarà presentato dal gruppo di lavoro alla Commissione Competizioni per Squadre Nazionali. Al Comitato Esecutivo UEFA, infine, spetterà l’ultimissima decisione.