Il tema delle sponsorizzazione delle aziende di scommesse sulle maglie da calcio è uno dei grandi elefanti nella stanza della politica sportiva degli ultimi anni. La FIFA non ha imposto nessuna regolamentazione specifica, scaricando la patata bollente sulle Federazioni, sulle Leghe e sui Ministeri dello Sport, o su chi ne fa le veci – insomma, sulla politica. Ognuno si è è quindi organizzato come ha preferito. Un meccanismo che portato a delle situazioni paradossali, con interi campionati brandizzati da agenzie di betting, come accade in Colombia, e Paesi in cui, almeno ufficialmente, la pratica è vietata.
In Italia, il governo Lega-Cinque Stelle aveva parzialmente risolto ogni dubbio: il decreto Dignità, firmato nel 2018 dall’allora ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio, aveva vietato completamente ogni tipo di sponsorizzazione legata al betting. Una misura che però è rientrata nella finestra nel pacchetto di riforme del calcio italiano del marzo scorso. La verità, molto banalmente, è che parliamo di società che garantiscono accordi molto vantaggiosi per i club. In Inghilterra, per dire, undici società della Premier League hanno un main sponsor legato al mondo del betting. E dalla prossima stagione, quando entrerà in vigore il divieto di pubblicità di società di scommesse sulle maglie, dovranno trovare un nuovo partner. Come riportato dal Guardian, però, alcune squadre sembrano aver scelto scelto una strada alternativa: continuare come prima, adattando l’offerta ai partner del gioco d’azzardo. Ciò include accordi di partnership con operatori rivolti ai mercati asiatici, che non sono autorizzati a esercitare nel Regno Unito e che operano nei mercati di Cina, e Sud Est asiatico. Spesso anche in circuiti illegali. I club coinvolti sarebbero Sunderland, Aston Villa, Leeds, Nottingham Forest e Chelsea.
In ogni caso, le pubblicità legate al betting non spariranno completamente: il divieto che scatterà l’anno prossimo in Inghilterra, infatti, riguarderà solo la parte anteriore della maglia, sarà possibile mostrare marchi di scommesse sulle maniche o sui tabelloni LED che circondano i campi da gioco. Fino a poco tempo fa, gli accordi con operatori asiatici non autorizzati nel Regno Unito erano esclusi. Per aggirare la norma, questi bookmaker utilizzavano società terze, chiamate “white label” – come la TGP Europe con sede nell’Isola di Man – per registrare domini nel Regno Unito presso la UK Gambling Commission (GBGC). Ma TGP Europe ha lasciato il mercato britannico dopo che la GBGC le ha inflitto, nel maggio scorso, una multa di 3,3 milioni di sterline per diverse violazioni delle norme antiriciclaggio. Anche altri agenti “white label” hanno fatto lo stesso. Normalmente, ciò avrebbe significato che qualsiasi forma di pubblicità per questi operatori non sarebbe più stata consentita in Gran Bretagna. Eppure in qualche modo le agenzie orientali sono rientrate nel mercato della Premier League.
I club hanno colto prontamente una nuova opportunità concessa dalla GBGC, che sembra aver modificato la propria posizione sui requisiti per poter intrattenere rapporti commerciali con marchi non autorizzati. Questo è stato chiarito in una lettera inviata a maggio dalla Commissione a quattro club della Premier League, vale a dire Bournemouth, Fulham, Wolves e Newcastle, oltre al Burnley (allora in Championship), che avevano partnership con operatori registrati tramite TGP Europe. Ora le società devono solo assicurarsi che i loro partner non accettino scommesse in sterline o da clienti britannici e che i loro siti web siano bloccati geograficamente nel Regno Unito, regola peraltro facilmente aggirabile con una VPN.
L’identità dei veri proprietari delle società di scommesse con sede in Asia resta un mistero, sfuggito per anni a club, forze dell’ordine e autorità di regolamentazione. Ciò nonostante, squadre come Burnley (con 96.com), Sunderland (con W88), Wolves (con DeBet), Fulham (con SBOTOP) e Crystal Palace (con Net88) hanno ottenuto o mantenuto accordi con operatori rivolti al mercato asiatico, vietati nel Regno Unito, come sponsor principali per un’ultima stagione prima del divieto. Queste partnership, per lo meno, sono riconosciute pubblicamente e visibili e avranno una durata massima di nove mesi. Non accade invece lo stesso per un nuovo tipo di collaborazione “nascosta”, che si sta radicando e che anticipa ciò che accadrà nella Premier League dopo il divieto. Sunderland, Leeds, Nottingham Forest e Chelsea promuovono da inizio stagione il marchio 8Xbet (già partner del Manchester City, tra gli altri) sui tabelloni perimetrali dei propri stadi in ogni partita casalinga. Tra questi, solo Chelsea riconosce ufficialmente la relazione con il bookmaker sul proprio sito web. L’Aston Villa ha invece come partner nascosto Nova88, «il miglior casinò online della Malesia», che dichiara di essere autorizzato nel territorio canadese di Tobique (dove le scommesse sportive sono legali, a differenza della Malesia). Il club aveva annunciato la partnership in un comunicato precampionato, ma il nome dell’“Official Asian Betting Partner” non compare nella lista degli sponsor sul sito.
In modo simile, il Chelsea, pur non nascondendo la collaborazione con 8Xbet, ha un’altra partnership con un bookmaker rivolto all’Asia, Kaiyun, che è visibile solo accedendo al sito del club da alcune zone fuori dall’Europa. La negligenza dei club a riconoscere pubblicamente questi partnership si riduce in una comprensibile questione d’immagine. Come ribadisce il Guardian, sebbene nessuna delle aziende partner sia stata menzionata direttamente, numerosi rapporti recenti, in particolare dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) e della Federazione Ippica Asiatica (ARF), hanno collegato le piattaforme di scommesse online illegali asiatiche a truffe, traffico di esseri umani e schiavitù digitale nella regione. Gli operatori, d’altra parte, non sono interessati al fatto che il pubblico britannico ignori il loro legame con i club inglesi, perché quello che conta per loro è l’esposizione del marchio ai tifosi asiatici che guardano le partite della Premier League. In quest’ottica, la Spagna ha tracciato la via. Tutte le pubblicità di scommesse sportive sono vietate nella Liga dalla fine della stagione 2020/21, eppure, quasi tutti i club spagnoli – inclusi Real Madrid (Kaiyun) e Atlético Madrid (Leyu e K8) – hanno stretto accordi con operatori di scommesse asiatici. I tifosi spagnoli non ne sono consapevoli, così come i tifosi inglesi del Sunderland o del Nottingham Forrest non sanno dei legami dei loro club con 8Xbet. Evidentemente, non è una cosa