Di colpo ne parlano tutti. Prima una micidiale serpentina fra le maglie del Brugge, conclusa con un sinistro da grande notte di Champions, poi un tiro a giro ancora più bello, sempre da fuori area, a chiudere i conti contro il Borussia Monchengladbach in campionato. Tutto nel giro di tre giorni: quelli di Lennart Karl, l’astro nascente del Bayern Monaco. Che a 17 anni e otto mesi – diventerà maggiorenne il prossimo 22 febbraio – sta già dimostrando di essere pronto per il grande calcio. Anzi, di più: protagonista. Da ennesimo talento offensivo fatto in casa, sulle orme di Thomas Müller ora che Müller non gioca più in Baviera. E di Jamal Musiala, ovviamente.
Il giovane Karl veste la maglia biancorossa sin dal 2020, bruciando le tappe e siglando un contratto ad hoc che lo lega al club almeno fino al 2028 – con estensione automatica prevista al compimento del suo 18esimo compleanno. Finora ha fatto faville sia nel vivaio del Bayern, sia nella Nazionale Under 17 tedesca, dove conta sette gol in 13 presenze. Ma è nelle ultime settimane che il ragazzo è salito in cattedra oltre ogni più rosea aspettativa: il suo debutto in prima squadra risale allo scorso giugno, nell’esagerato 10-0 contro l’Auckland City al Mondiale per Club. Da lì in poi è entrato stabilmente nel giro del gruppo allenato da Vincent Kompany, che l’ha messo alla prova – con ottimo riscontri – nel precampionato per poi concedergli numerosi spezzoni di partita. Il primo assist risale a settembre contro l’Hoffenheim. Nessun altro acuto era però arrivato prima di questi giorni di fine ottobre. Un’autentica esplosione sportiva.
Che tipo di giocatore è Karl? Di Müller ha senz’altro la versatilità: qualunque ruolo dietro la prima punta gli calza a pennello. La sua zona preferita è però sull’out di destra, da cui si accentra per liberare il suo gran sinistro. Tecnica sopraffina, notevole intelligenza tattica, ha un primo passo bruciante, un dribbling da numero 10, una personalità rara per un ragazzo della sua età – con tanto di esultanza che è già il suo marchio di fabbrica: scivolata in ginocchio sull’erba e braccia larghe ad abbracciare idealmente i tifosi. Gli manca ancora qualcosa sotto il profilo fisico – è alto 1,68 – ma è normale che sia così. Ci vorrà tempo e gli va dato tempo. Ora sta al Bayern tutelarne la crescita senza farlo scottare con il successo.
«Da giovane giocatore non devi avere pressione», dice di lui Kompany. «Voglio che anche Lennart si senta così: deve divertirsi a fare quello che fa. Se sbaglia, ne parleremo serenamente. Ci auguriamo che un giorno possa avere tutte le responsabilità e le pressioni del suo calibro sulle spalle. Ma per adesso deve godersi questi momenti senza preoccuparsi». E senza paura, come sottolinea Harry Kane: «È un giocatore fantastico, un dribblatore che non si fa pregare di far valere il suo repertorio. Deve soltanto continuare a lavorare duro e avrà un grande futuro dinanzi a sé». Se il buongiorno si vede dal mattino, la carriera di Karl è nel segno di quel pallone che parte da terra e s’insacca all’incrocio. Due volte in tre giorni.