Ha tutta l’aria di essere un’autentica rivoluzione calcistica. La Confederazione calcistica dell’Oceania – l’analogo della nostra UEFA, per intenderci – sta lavorando al lancio di una nuova lega professionistica nel continente più remoto del pallone. E a finanziare l’iniziativa, dall’altra parte del mondo, ci sarebbe anche in quest’occasione la sempre più tentacolare attività dell’Arabia Saudita. Secondo il presidente della Federcalcio delle Isole Fiji, l’Autorità turistica saudita sarebbe infatti pronta a stanziare 20 milioni di dollari per lo sviluppo della nascitura Pro League nel prossimo quadriennio.
«Siamo grati per questo investimento, che renderà il calcio professionistico una realtà in una regione dove finora non c’era praticamente mai stato», hanno dichiarato i dirigenti locali. La OFC, acronimo di Oceanian Football Confederation, dovrebbe contribuire con un’altra importante iniezione di denaro, attorno ai 40 milioni di dollari complessivi. Ma il peso economico del principale sponsor esterno si profila determinante. Per ora i vertici della confederazione glissano, prendono tempo e dicono prudentemente che «gli accordi sono ancora in fase di finalizzazione. Non possiamo rispondere oltre. Stiamo formalizzando il tutto, però dovremmo poter disporre di tutte le risorse necessarie per la nascita di questa nuova competizione».
Che l’Arabia Saudita sia estremamente reattiva a qualsasi prospettiva finanziaria associata agli sport, dal calcio ai motori passando per il tennis, è ormai assodato. Ma raggiungere territori come la Nuova Zelanda o le Isole Salomone – cioè gli antipodi del calcio, isolati dal tutto il resto – sarebbe un progetto di rinnovata ambizione. Significa porsi da monopolista, in un settore che ancora attende il professionismo e che al contempo annovera un intrinseco appeal associato al turismo balneare da idillio. Finora i sauditi, a livello globale, hanno investito miliardi di dollari nei grandi eventi, attirando l’attenzione dell’Osservatorio per i diritti umani di Amnesty International in merito alle dinamiche di sportswashing (senza conseguenze concrete, per ora).
Come funzionerà la nuova Pro League dell’Oceania? Per quanto la formula sia ancora in fase di definizione, i primi progetti assomigliano a una sorta di Super Lega formato mignon: otto club che si scontreranno in un torneo preliminare prima dei playoff (semifinale e finale), nell’arco di cinque mesi. La prima stagione dovrebbe iniziare a gennaio 2027, coinvolgendo dei club provenienti da Fiji, Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e Isole Salomone. La squadra che registrerà la miglior performance nelle prime tre edizioni complessive sarà qualificata di diritto al Mondiale per Club 2029. Ereditando così il testimone dell’Auckland City, la big che dovrebbe ospitare anche la partita inaugurale della prima Pro League di sempre. In attesa del salto di qualità continentale.