Il River Plate è stato uno dei primi club al mondo a inventarsi, letteralmente, il concetto di clausola rescissoria. Alcune leggende, perché dalle parti di Baires nulla è davvero definito, parlano di una clausola da 10 milioni di pesos richiesta – e ottenuta – nel 1957 per lasciar partite Omar Sivori verso la Juventus. Costo fissato o meno, quei soldi hanno avuto un bell’impatto, visto che hanno contribuito a costruire una delle due curve dello stadio Monumental. Quasi settant’anni dopo, un’altra clausola ha lasciato il segno nella storia del club de la banda, quella posta su Franco Mastantuono. Che è passato l’estate scorsa al Real Madrid in cambio di 45 milioni di euro. Vale a dire la cifra più alta mai versata a un club argentino per la cessione di un singolo calciatore, eppure i dirigenti del River sono rimasti molto amareggiati da come sono andate le cose.
Come raccontato da Marca, infatti, alla fine 45 milioni sono sembrati pochi. Ma il problema non è nemmeno questo. Il quotidiano spagnolo, infatti, riporta queste parole di Stefano Di Carlo, segretario generale del River: «Abbiamo sempre detto che non avremmo venduto Mastantuono, e infatti non lo abbiamo venduto: è stato il Real Madrid a pagare la sua clausola di rescissione. Sarebbe stato meraviglioso poter contare ancora sul giocatore, ma non è stato possibile. Così funziona il calcio, e infatti al rinnovo di due anni fa inserire una clausola del genere fu un’ottima operazione da parte nostra. Ma nel frattempo noi abbiamo perso un grande giocatore, siamo rimasti corti, mentre il Real Madrid e le squadre europee allungano le loro rose per affrontare tutte le competizioni. Il momento è molto scomodo, per noi».
E così al River, con Di Carlo in prima linea, hanno escogitato un modo per evitare nuove fughe di talenti. In che modo? Semplice: hanno alzato drasticamente gli importi delle clausole rescissorie. Per esempio quella di 19enne attaccante cresciuto nel club: nel suo rinnovo fino al 2028, è stata inserita la clausola di rescissione più alta nella storia del calcio argentino, pari a 100 milioni di dollari. Una cifra assolutamente spropositata, ma il punto non è questo: «Il nostro obiettivo», ha spiegato Stefano Di Carlo, «è cancellare il concetto di unilateralità: se c’è una clausola da 100 milioni, chi vuole interrompere il contratto deve versare esattamente quella cifra. Oppure deve venire a sedersi e parlare con il club».
L’elenco dei giocatori del River che hanno clausola da 100 milioni è già lungo: lo spagnolo Alex Woiski (ex Maiorca), Ian Subiabre, Lautaro Rivero, Facundo Colidio, Cristian Jaime, Thiago Acosta, Matías Galarza Fonda, Juan Carlos Portillo, Facundo González, Agustín Obregón, tra gli altri. Il prossimo a rinnovare, con un accordo già in via di definizione, sarà Santiago Lencina. I giornali spagnoli parlano già di “clausola anti-Mastantuono”, anche perché è ufficialmente diventata una tendenza. Il River ha capito i budget del calciomercato mondiale si sono alzati e ne vuole approfittare. Il Monumetal è stato appena ampliato e rimodernato, quindi non ha bisogno di una nuova curva, ma almeno eviteranno fughe di talenti.