L’immagine è di quelle che più suggestive non si può. Una scivolata sull’erba, sotto la pioggia, in un derby in trasferta nello stadio nemico. Un po’ Drogba, un po’ Dybala, con quella mano a “L” appoggiata al volto a formare una maschera a festeggiare la prima doppietta stagionale contro il Parma, due gol che per altro permettono al Bologna di restare al quinto posto in classifica e di tenere il passo delle squadre in zona Champions League. Eppure, Santiago Castro non avrebbe certo bisogno di nascondere il volto, anzi, in questo momento è il giocatore più luccicante dei rossoblù. Per tanti motivi, ma uno svetta su tutti: con tre gol in una settimana, forse ha risolto una volta per tutte il solito dubbio di Vincenzo Italiano su chi debba essere il centravanti titolare.
Due gol nel fango. Due gol sporchi, nell’area piccola, che ci restituiscono l’idea di un attaccante ora anche decisivo quando c’è da buttare in porta i palloni più semplici, senza dover ricorrere a dei fantastici colpi al volo sotto l’incrocio – come successo a Firenze, qualche giorno fa. Da quando è arrivato dal Vélez, a gennaio del 2024, Castro è cresciuto un passo alla volta. Inseritosi in punta di piedi, prima ha dimostrato di saper lavorare benissimo per i compagni, venendo incontro, appoggiandosi a Freuler, Odgaard, Moro e Pobega per aprire degli ampi corridoi in favore degli esterni Orsolini e Ndoye. Poi piano piano ha messo sul piatto delle interessanti doti tecniche, doti che lo hanno reso il regista offensivo della squadra di Italiano insieme a Odgaard. Nello scorso campionato sono arrivati otto gol, conditi da cinque assist, spesso in transizione o attaccando la profondità nei rapidi ribaltamenti guidati da Orsolini. Ora, infine, è cresciuta anche anche la sua presenza e la sua capacità di impattare in area di rigore: siamo già a quattro gol in campionato, quindi in proiezione Castro è diventato un numero nove da 15-20 gol in stagione.
Certo, è ancora troppo presto per dire che Castro potrebbe arrivare a certe cifre. Forse anche per questo motivo il club aveva preso Immobile, per spalmare su più punte centrali (lui, Castro e Dallinga) un numero di reti tali da riconfermarsi in zona-Europa e fare strada in Europa League e Coppa Italia. In attesa del rientro di Immobile, Castro può ancora migliorare in diversi aspetti del gioco, come il tiro da fuori o la lettura della linea difensiva avversaria. Ma, al netto di un innalzamento del livello di cinismo sotto porta, l’argentino non ha perso le sue skills da creatore di gioco. Un esempio tratto dalla partita contro il Parma? La splendida traccia che, al minuto apre un’autostrada al taglio di Orsolini, che poi stringe troppo la conclusione sul primo palo. La trovate nel video sopra, insieme a tutte le altre giocate che rendono Castro un attaccante completo, quindi speciale.