Dentro la casa della Formula 1

Reportage dal centro di controllo di Biggin Hill, dove la tecnologia Lenovo permette di vivere le corse come mai prima d'ora.
di Leonardo Micheli 05 Novembre 2025 alle 11:39

«In Formula 1, non facciamo alcuna distinzione tra presente e futuro. Pensiamo solo al domani, il resto arriva da sé». Parola di Chris Roberts, Direttore IT del Circus. Siamo nel tempio della F1, al Media & Technology Centre, il quartier generale tech della massima competizione automobilistica, supportato interamente dalla tecnologia Lenovo – che dal 2022 è Official Partner della F1 e che da quest’anno è diventata Global Partner e Global Technology Partner. La sensazione è quella di entrare nel centro di controllo di un universo quasi fantascientifico, degno di un romanzo di George Orwell o Isaac Asimov. Le pareti sono tappezzate da una serie infinita di pannelli luminosi, server e apparecchiature all’avanguardia che si accendono e si spengono in maniera intermittente, elaborando in diretta ogni singolo dato delle gare. A differenza del Grande Fratello, questi schermi non servono per controllare il mondo, bensì per renderlo più accessibile: la loro missione è trasmettere ogni millisecondo dei weekend di Formula 1 agli appassionati, portandoli sempre più vicini ai piloti.

Le parole di Roberts sintetizzano perfettamente la filosofia che ha reso oggi la F1 lo sport tecnologicamente più avanzato al mondo. Qui, a Biggin Hill, a pochi chilometri da Londra, un team di oltre 150 persone lavora quotidianamente per far arrivare nelle case dei tifosi non solo immagini e suoni, ma tutte le emozioni della Formula 1. Dove l’evoluzione, sia sulla pista che fuori, non è un obiettivo, ma una necessità. Per vincere, infatti, le scuderie non possono semplicemente aggiornarsi: devono anticipare i tempi, trasformare idee e innovazioni in realtà, seguendo ritmi frenetici. E così deve fare tutta l’organizzazione della F1. Dunque, lo sviluppo verso il futuro è la normalità, non un’eccezione saltuaria. E questo approccio è palpabile fin dal momento in cui si varca la soglia del Media & Technology Centre.

«Ogni volta che torno qui è come se fosse la prima. Ed è sempre meraviglioso», ci ha confidato Lara Rodini, Global Sponsorships and Activation Director di Lenovo, che ha partecipato attivamente alla creazione del centro. Che è è nato in sole nove settimane in risposta alla pandemia di COVID-19, con l’obiettivo di ridurre gli spostamenti del personale IT per rendere più sostenibile l’intero sport. Se prima il centro tecnologico seguiva fisicamente ogni gara, ora le operazioni sono centralizzate qui e in una piccola unità satellite sul circuito. A Biggin Hill si svolge un vero e proprio miracolo digitale: vengono raccolte le informazioni di oltre 120 telecamere e 140 microfoni che catturano l’azione in pista, dove le auto sfrecciano a oltre 300 km/h e a occhio nudo si fa fatica a vederle. Tutti questi flussi vengono coordinati, selezionati e trasmessi in diretta con una latenza di appena 200 millisecondi rispetto all’evento reale. Praticamente nulla.

Il cuore del centro tecnologico si dirama in una decina di stanze che orbitano attorno alla Control Media Room, la vera cabina di regia della Formula 1. Un’aula immersa nel buio, con oltre 50 persone che lavorano al suo interno, illuminate unicamente dal tremolio di 70 schermi che mostrano ogni angolo della gara in corso. Qui regna un silenzio quasi assoluto, diretto, dalla voce calma e autorevole del regista che chiama le telecamere in sequenza. Questo silenzio si spezza solo nei momenti più concitati e tesi, quando l’adrenalina della competizione prende il sopravvento anche sui tecnici, portando la regia in una dimensione estremamente dinamica, cambiando angolatura dopo angolatura freneticamente, per non mancare alcun sorpasso. Ma la concentrazione e la calma restano il principio guida.

Tra le varie sale del centro, dove viene curato ogni singolo dettaglio del weekend, dai set TV alle grafiche digitali, c’è anche quella dedicata ai team radio. Qui, le conversazioni concitate dei protagonisti vengono gestite e trasmesse in diretta. Perfino Marc Márquez, sette volte campione di MotoGP, che ha visitato Biggin Hill insieme a noi, si è detto sbalordito da questo sistema. «Quello che ruberei immediatamente alla Formula 1 per portarlo nel Motomondiale sono sicuramente i messaggi vocali tra piloti e paddock», ha confessato ai nostri microfoni. Infatti, il corridore spagnolo, a differenza dei colleghi di F1, non può dialogare con il suo team durante la gara.

Come sia possibile ascoltare e riconoscere le continue conversazioni confusionarie e disturbate, tra chi guida e gli ingegneri, a noi – ma anche a Márquez – pare quasi incredibile. In realtà, il segreto sta in una squadra di otto tecnici. Uno di loro, Seb, un giovane inglese di soli 22 anni, ascolta senza sosta le comunicazioni di tutti i piloti. Nonostante sembri impossibile isolare le singole voci e comprendere le richieste strategiche, a Biggin Hill riescono a selezionare rapidamente le clip audio più rilevanti, trascriverle, censurarle se necessario e mandarle in onda, solamente in una manciata di secondi.

La complessità e la velocità con cui la F1 dirige ogni singola immagine, registrazione o dato sono il vero spettacolo nascosto all’interno della casa della Formula 1, reso possibile unicamente grazie alla sua infrastruttura tecnologica. «L’accordo che lega Lenovo con la Formula 1 è andato ben oltre una semplice sponsorizzazione. Si è trasformato in una vera e propria partnership», dice Lara Rodini. «Un legame profondo, in cui la F1, sport che per natura corre costantemente verso la massima performance, trova in Lenovo il partner tecnologico che garantisce l’innovazione e la rapidità necessarie». Così, insieme, stanno utilizzando l’innovazione digitale per migliorare l’esperienza dei tifosi, avvicinandoli sempre di più ai piloti, dentro e fuori la pista.

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