Tutti guardano BordoCam. Capirlo non è stato complicato: da diversi mesi, su TikTok, rimbalzano video di spezzoni, trend virali ovunque che ripetono quello «Smile, it’s beautiful!» che Thuram ha inventato guardando McTominay. La conferma però è arrivata quando un amico mi ha confessato di aver passato metà della notte davanti allo schermo del telefonino. La faccia era illuminata dalla lite di Lautaro Martínez e Conte, poi dalle grida di Allegri durante Milan-Roma: «Tomori! Tomori! Quanto manca?!».
Il postpartita è cambiato, la routine del dopo-gara è stata rimescolata: tutti aspettano le interviste degli allenatori, gli highlights e poi BordoCam. Lo spettatore vuole calarsi dietro le quinte del campo, diventare la mosca sopra le panchine per ascoltare gli urli e i consigli degli allenatori. A costruire il ponte è il racconto di Davide Bernardi, giornalista che insieme a editor e operatori di DAZN ha lanciato un format che sta cambiando il punto di vista dei novanta minuti. «In realtà questo format esiste da sei anni», racconta Bernardi a Undici. «Prima di quest’anno mi chiedevo sempre come mai non riuscisse a prendere piede questa roba. Non trovavo una spiegazione. In realtà serviva solamente un trampolino socia. Con il BordoCam non facciamo opinione, raccontiamo i fatti».
Il concetto che ha portato alla nascita del BordoCam è molto semplice. Partiamo da un fatto: la telecamera che segue gli allenatori durante la partita è sempre esistita. Così come è sempre esistito il pezzo sulle reazioni degli allenatori mentre calpestano il lato del campo. Il BordoCam ha caratterizzato un nuovo stile di racconto. «L’illuminazione arrivò nel 2016. Mi fanno vedere un pezzo di Movistar chiamato El Día Después. All’interno c’era una rubrica dal titolo “Lo que el ojo no ve”: ciò che l’occhio non vede. Un pezzo di tre minuti fatto di immagini non andate in onda. In Italia una cosa del genere non esisteva». Da quel momento, nella testa di Davide Bernardi, comincia a fermentare un format capace di portare dietro le quinte del campo. Il primo tentativo viene fatto nel 2017. Stadio Santiago Bernabéu, va in scena il Clásico tra Real e Barça. Messi segna e mostra la maglia ai tifosi del Madrid. Il resto è storia, per il calcio. Per la televisione stava nascendo qualcosa di nuovo. «La Liga in quegli anni mandava una quantità enorme di immagini. Chiesi di farmi inserire tutte le riprese in una chiavetta, la sera iniziai a guardarle. Per quella partita c’era una preparazione incredibile: un articolo di Bagnulo su Messi, la telecronaca di Borghi. Volevo fare qualcosa all’altezza. Quindi preparai un Bordocam ante litteram». Poi il Covid, il format “Senti qua” in cui le voci degli allenatori rimbombavano tra i seggiolini vuoti degli stadi, Dazn Heroes. Negli anni BordoCam ha preso vita in idee nuove. Poi arriviamo a oggi. «La fortuna del Bordocam sta anche nel modo in cui è cambiata la maniera di fruire un contenuto. Il postpartita prima era la vetrina principale. Oggi, con le piattaforme streaming, le dinamiche sono cambiate».
E quindi ecco che c’è chi passa la notte ad ascoltare le urla di Allegri o le preghiere di Luciano Spalletti. Ma come si costruisce un BordoCam? «Negli anni abbiamo provato tante cose. Qualche anno fa il focus cadeva su un argomento, su due giocatori che si affrontavano. Però prendevamo dei buchi, perché magari tra quei due non succedeva niente per tutta la partita. Ora ci prefissiamo tre o quattro focus. Poi ovvio, se hai Lukaku che torna a San Siro con la maglia della Roma il pezzo è su di lui. Ma sono dei casi limite. Dipende anche dalla partita, vedi Milan-Roma: Allegri manda uno dei suoi collaboratori dall’altra parte del campo dopo essere impazzito con un suo giocatore, in cui un ex della partita si prende con tutti e cita Iverson scavalcando un altro avversario, un arbitro a questo giocatore dà un calcio e la stella dell’altra squadra tira un rigore e si fa male. È impossibile che il contenuto duri meno di un tot». Poi sono arrivati i social. La voce di Davide Bernardi è rimbalzata ovunque. ‘Smile, it’s beautifu!l’ ha invaso TikTok. «Nasce perché Thuram lo dice a McTominay a fine primo tempo di Napoli-Inter. Da lì prende piede su TikTok perché viene messa la canzone Papu Te sotto e diventa virale: lo usa la Juventus, il Milan ci presenta Nkunku, Thuram lo usa su Lautaro. Mi hanno fatto molto ridere».
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Un semplice video su YouTube ci trasporta in campo. Entriamo negli angoli della partita, quelli che da casa o dagli spalti sono invisibili. «Ci sono tre immagini che credo siano le più forti. Una riguarda un Milan-Juventus del 2022. Dalla tribuna Maldini e Massara si accorgono di un fallo su Cuadrado. Maldini vuole che si batta subito il corner e dice ‘batti, batti!’ perché in caso di gol il VAR non può intervenire. Poi si gira verso Massara e dice ‘batti lei’ e si mettono a ridere. L’altra immagine incredibile è quella di Simone Inzaghi e Baroni abbracciati. L’Inter con Arnautovic ha la chance per vincere lo Scudetto e l’unica persona che Inzaghi si ritrova accanto è l’allenatore avversario. Lo stringe d’istinto, poi quando vede che si tratta di Baroni si stacca come se scottasse».
Così arriviamo all’ultima istantanea. Spalletti alza gli occhi al cielo, sussurra qualcosa. Sussurra una frase a Gianluca Vialli. «Quando l’ho vista ho pensato: è impossibile. Poi ho guardato: né la Cremonese né la Juventus avevano in campo un giocatore di nome Gianluca. La squadra arbitrale idem. Ed eravamo a Cremona. Lì ho capito il significato del labiale». Anche a bordocampo tutto si basa sul gioco di squadra, sull’intesa. «La differenza la fanno tantissimo gli operatori e gli editor. In Dazn abbiamo creato una grande squadra, tutti svolgono un lavoro incredibile. Avere la sensibilità giornalistica in quei momenti fa la differenza: se non capisci cosa succede non hai l’immagine». E non entri nelle quinte dei novanta minuti. Nel BordoCam non ci sono filtri. È un viaggio nei dettagli. Perché è lì che si nasconde lo spettacolo.