Il Telegraph, prestigioso quotidiano inglese, ha raccontato uno scandalo a dir poco inquietante: l’organizzazione del Mondiale 2030 in Marocco, co-host della fase finale con Spagna e Portogallo, è accusata dell’uccisione di migliaia di cani randagi. I rastrellamenti sarebbero brutali e sistematici, e avrebbero l’obiettivo di “ripulire” le strade in vista dell’arrivo di tifosi e turisti internazionali. Che avverrà tra più di quattro anni e mezzo, ma il governo e il comitato organizzatore si stanno portando avanti. Le modalità sono terrificanti: i cani vengono fucilati per strada, alla luce del giorno, oppure vengono avvelenati. Le accuse sono state documentate anche con dei video, che però il Telegraph ha deciso di non pubblicare.
Sul sito dell’International Animal Coalition (IAWPC), si legge che «degli individui che agiscono per conto del governo marocchino, quasi ogni giorno, percorrono le strade e sparano ai cani con fucili e pistole. Altri vengono avvelenati con strumenti simili a bastoni che portano una siringa all’estremità, oppure con esche avvelenate. Altri ancora vengono catturati, gettati in veicoli con tanti altri cani e poi portati in strutture dove vengono uccisi. I bambini che assistono a queste uccisioni restano traumatizzati dalal violenza inferta agli animali. In virtù di tutto questo, IAWPC chiede alla FIFA di mantenere i suoi impegni di “rispetto dei diritti umani”, anche e soprattutto in virtù dei traumi causati ai bambini».
Tutto questo racconta anche un fallimento sul piano della salute pubblica. L’OMS, infatti, sconsiglia gli abbattimenti dei cani randagi perché inefficaci nel contenere la diffusione di malattie come la rabbia. E invece gli atti di violenza contro gli animali stanno aumentando in vista della Coppa d’Africa, che il Marocco ospiterà tra la fine di dicembre 2025 e l’inizio di gennaio 2026. Mentre la notizia si diffonde e la pressione sale, la FIFA sembra chiudere un occhio davanti alle azioni del governo marocchino e ignorare le gravi denunce. Nonostante le prove, infatti, il Telegraph ha scritto che «la FIFA si limita a “contattare” le autorità locali, evitando di assumere una posizione ferma».