Di problemi l’Italia calcistica ne ha tanti. Fin troppi. Mentre i talenti, anche a detta del commissario tecnico Gennaro Gattuso, sono sempre di meno. Eppure, in teoria, potrebbero essere un po’ di più di quelli attualmente a disposizione: crescono gli immigrati di seconda generazione e con loro i giovani che si avvicinano allo sport. Talvolta anche ai massimi livelli. Si prenda per esempio Honest Ahanor, promettente difensore 17enne, già protagonista all’Atalanta. Che tuttavia per la Nazionale dovrà aspettare almeno qualche altro mese: è nato ad Aversa, in provincia di Caserta, da genitori nigeriani. E per la legge del nostro Paese, potrà chiedere la cittadinanza italiana soltanto al compimento della maggiore età.
Una storia nota, già lamentata a più riprese da chi ha vissuto la stessa situazione del ragazzo: Mario Balotelli è un illustre precedente del pallone, mentre negli ultimi tempi la storia di Myriam Sylla è riusita ad avere un forte impatto sull’opinione pubblica (qui trovate tutta la sua storia, comprese le annose vicende burocratiche durante l’adolescenza). Le cose però non cambiano. E in qualche modo, noi italiani ne siamo come assuefatti. All’estero invece no. Cortocircuiti legali e amministrativi come quello di Ahanor destano ormai un certo scandalo: in questi giorni So Foot gli ha dedicato un lungo approfondimento. “Com’è possibile – si chiede la testata francese – che Ahanor non possa ancora venire convocato dall’Italia?”
Questione di ius sanguinis, che non gli consente alcuna naturalizzazione automatica nemmeno una volta maggiorenne – sarà tenuto, per l’appunto, a superare un lungo percorso amministrativo, che come racconta Sylla può essere estenuante e mentalmente debilitante per un giovane atleta. In Francia invece, un minore nato e residente da almeno cinque anni sul territorio transalpino ottiene la cittadinanza a 18 anni senza alcuno sforzo. Anche se figlio di entrambi i genitori stranieri. So Foot racconta anche il Genoa, dove Ahanor giocava fino a qualche mese fa, aveva cercato di accelerare le tappe ma senza riuscirci. E questa situazione di stallo comincia a infastidire anche la Nazionale: il talento di Ahanor farebbe senz’altro comodo agli azzurri, Gattuso l’avrebbe già voluto convocare il mese scorso ma non si è riusciti a ottenere alcuna deroga per meriti sportivi.
L’ulteriore paradosso amministrativo è che per i brasiliani o gli argentini con un antenato italiano – senza che abbiano mai messo piede in Italia – è molto più semplice ottenere la cittadinanza rispetto a chi ha trascorso tutta l’infanzia in questo Paese. E se per Balotelli, Sylla e un giorno pure Ahanor è soltanto questione di tempo e pazienza, per chi non è un atleta d’élite – cioè la stragrande maggioranza della popolazione, si parla di oltre un milione di minori stranieri – il percorso da intraprendere è scoraggiante e proibitivo. Un calvario legale che da noi non fa nemmeno notizia. Nel resto d’Europa, invece, magari è l’apertura di un giornale.