Il tempio del calcio spagnolo sparirà per una notte – e ai diretti interessati va benissimo così. La National Football League è nel pieno del suo tour europeo: durante questa stagione, approfittando delle varie pause dei campionati per le Euro Qualifiers, le superstar americane hanno già giocato a Londra (tre volte, due allo stadio del Tottenham e una a Wembley), Dublino e Berlino. Oggi si apprestano a sbarcare a Madrid, dove domenica i Miami Dolphins affronteranno i Washington Commanders al Bernabéu per un match di regular season. E per la speciale occasione, la casa del Real si trasformerà a immagine e somiglianza dei propri ospiti.
Stravolte le dimensioni del terreno di gioco: quello del Bernabéu è lungo 105 metri, nella NFL si gioca su 109 e anche per fare spazio sono stati rimossi dei posti a sedere nelle prime file. Spariti gli stemmi societari del Real Madrid: al loro posto soltanto la bandiera spagnola, quella americana e il logo della National Football League. Via le panchine: nel football americano ciascuna formazione si siede su un lato del campo (per tutta la sua lunghezza, si tratta di 53 giocatori e decine di membri dello staff…come tre squadre di calcio). Sono state aggiustate le linee laterali, alcune modifiche minori hanno riguardato anche i tunnel che portano negli spogliatoi – che sono stati ampliati ad hoc, per contenere adeguatamente il gran numero di atleti. Dietro le quinte, è stata perfino aggiunta una nuova sala stampa alla zona mista, perché nella NFL ciascuna squadra utilizza una specifica stanza separata. E l’idea degli organizzatori, quando si gioca lontano dagli Stati Uniti, è non farlo pesare a giocatori e allenatori fino all’ultimo dettaglio.
Dunque anche il glorioso Bernabéu ha ceduto i suoi spazi di conseguenza. In questi giorni sono sospesi i tradizionali tour dello stadio all’interno del Museo sono state ricavati dei speciali spazi espositivi per ospitare anche il Museo NFL – una raccolta di cimeli della lega eccezionalmente alla portata degli appassionati europei. Il Real ha ceduto anche gran parte del suo negozio ufficiale, per fare in modo che la NFL – tutte le franchigie, non solo Dolphins e Commanders – possa vendere il suo merchandising. La trasformazione non si limiterà all’area dello stadio, disposta anche di apposite barriere per ridurre l’inquinamento acustico (che si preannuncia notevole): la municipalità di Madrid ha investito ben 3,3 milioni di euro per promuovere il main event tra turisti e cittadini della capitale.
Naturalmente, sia per i vertici del calcio sia per quelli della politica questo temporaneo stravolgimento è il gran benvenuto. Senza contare che Stephen Ross, il proprietario dei Miami Dolphins è un amico e un partner commerciale di lunga data di Florentino Pérez, per il solo affitto dell’impianto il Real Madrid incasserà due milioni di euro. La città invece confida in un impatto economico da ben 70 milioni – soprattutto legati alle sponsorizzazioni e alle attività pubblicitarie che si svolgeranno contestualmente al touchdown. Si capisce allora che l’intermezzo del football – va ricordato che la NFL genera l’ineguagliata cifra di 23 miliardi di dollari all’anno – è funzionale alla crescita del calcio. Soprattutto ai massimi livelli.