Non c’è niente di meglio che una vittoria all’overtime, per alzare il livello dell’adrenalina e conquistare nuove fette di pubblico. Soprattutto in una terra inesplorata – per i canoni della National Football League, naturalmente – come la Spagna: qui invece i Miami Dolphins si sono presi riflettori battendo per 16-13 i Washington Commanders nel prestigiosissimo stadio del Real Madrid, temporaneamente rimesso a nuovo per l’occasione (a prova di quarterback e con tutte le caratteristiche di un ordinario match di regular season di NFL, come avevamo raccontato).
Tra le due squadre partecipanti a questa tappa di tour europeo, ce n’era una però che si giocava molto di più dell’altra. Mica in termini di stagione sportiva: l’obiettivo dei Dolphins, nemmeno troppo velato, è diventare un punto di riferimento globale per tutte le comunità di ispanici, dagli Stati Uniti alla penisola iberica passando per l’America latina. “Essere qui è un momento di festa”, ha raccontato a El Mundo Felipe Formiga, vicepresidente per lo sviluppo internazionale della franchigia. “Giocare al Bernabéu e allenarsi al Metropolitano… è incredibile. Sono due degli stadi più iconici al mondo. E per noi rappresentano l’opportunità di fare qualcosa per la prima volta, rafforzando il nostro impegno e il nostro legame culturale con la Spagna”.
Si tratta di un progetto identitario e commerciale che poggia su solide basi reali. Basti pensare che a Miami più di due abitanti su tre parlano castigliano come prima lingua – e analoghe proporzioni si registrano anche fra gli addetti ai lavori nei Dolphins. Che infatti, a eccezione del Regno Unito, per la loro tournée lungo il pianeta hanno scelto di esibirsi soltanto in destinazioni a trazione latina: Spagna, Brasile, Messico, Colombia e Argentina. “Per noi è fondamentale coinvolgere la comunità e instillare fin da piccoli l’amore per il football americano”, spiega Formiga. “È molto più difficile se i ragazzini iniziano a giocare a 15 anni. Anche per questo vogliamo continuare a rafforzare la nostra presenza in un Paese come la Spagna, nel medio e nel lungo termine”.
Seguirà un paziente lavoro di rapporti istituzionali, dai vertici della lega ai rapporti con i club di calcio –sono già ottimi quelli con il Real – essenziali per l’affitto degli impianti. “Consiglieremo sempre alla NFL di prenderci in considerazione se ci sarà l’opportunità di giocare qui”. Anche perché, e anche in termini economici ciò non guasta, a Madrid vive oltre un milione di latinos, facilmente arruolabili alla causa dei Dolphins. Dunque sì, c’era in palio una vittoria importante in chiave playoff. Ma “questo evento è molto più grande della partita”, sottolineavano da Miami, ancora prima di vincerla.