«Sono tossico, lavorare con me ti rovina la vita», ha detto Marcelo Bielsa

In una conferenza stampa show seguita alla pesante sconfitta in amichevole contro gli Stati Uniti, il ct dell'Uruguay ha tenuto i giornalisti per quasi due ore a parlare del suo approccio verso i giocatori.
di Redazione Undici 21 Novembre 2025 alle 19:59

Le parole sono davvero dure e viene pure difficile commentarle. Quando uno sportivo, un allenatore, si espone così tanto pubblicamente, beh, allora vuol dire che sente un peso. Nel caso di Marcelo Bielsa, commissario tecnico dell’Uruguay, il fardello che si porta dietro, almeno secondo lui, è un carattere «tossico». Aggettivo molto in voga nel linguaggio psico-relazionale degli ultimi anni, ma comunque molto potente, specie se pronunciato da un protagonista importante del mondo del calcio, di solito poco propenso a mettersi in discussione.

Giovedì sera Marcelo Bielsa ha tenuto quella che potrebbe essere stata una delle conferenze stampa più straordinarie nella storia del calcio mondiale. Di fronte a una crescente pressione affinché si dimettesse dal ruolo di commissario tecnico dell’Uruguay, Bielsa ha parlato ai giornalisti a Montevideo per un’ora e 45 minuti, dichiarando invece la sua intenzione di guidare la nazionale sudamericana ai Mondiali del 2026. Dopo l’umiliante sconfitta per 5-1 contro gli Stati Uniti in amichevole martedì, a Bielsa è stato chiesto se i giocatori uruguaiani avessero perso fiducia nel suo messaggio e se il suo stile di gestione impersonale fosse diventato inadatto al gruppo. Ecco la sua risposta: «Sono un generatore di tensione», ha detto Bielsa. «Quando arrivo, l’ambiente diventa teso. Per questo mi mostro raramente».

«Sono tossico», ha continuato il ct argentino. «Seguirmi, ti rende peggiore. Ci sono tipi tossici che vedono solo gli errori che stanno correggendo, che sono esigenti, che non sono mai soddisfatti di nulla che parlano solo del lavoro che stanno facendo. Quando vanno a mangiare, leggono il giornale perché non vogliono integrarsi con chi gli sta intorno, così non devono parlare di cose che li distraggono da tutto ciò. Io sono così, ma non pensate che mi piaccia». Quella tossicità è il prodotto della paura di perdere, ha spiegato Bielsa. Dopo aver ribadito la sua responsabilità per una delle sconfitte più imbarazzanti nella storia dell’Uruguay, ha mostrato un lato di sé che il pubblico vede raramente. Si è aperto sulla sua personalità e sulle sue metodologie calcistiche come mai prima. Il suo stato teatro, ma è discutibile se la sua performance lo abbia aiutato o abbia ulteriormente eroso la fiducia degli uruguaiani.

«Sono timido, ossessivo. Sono una persona robotica», ha aggiunto Bielsa. «Non mi piace il disordine, questi sono i miei difetti. Trovo difficile comportarmi in modo spontaneo e amichevole». Ma nonostante queste ammissioni, Bielsa ha sottolineato che il calcio non può essere giocato senza emozione: «Credo fermamente, fermamente, che l’emozione sia l’effetto che più si diffonde, che permette la maggiore crescita della virtù».

Dopo che la Federazione uruguaiana aveva programmato una conferenza stampa per mercoledì sera, le voci sul futuro di Bielsa hanno raggiunto il culmine. Opinionisti e tifosi chiedevano le sue dimissioni. La stampa uruguagia sosteneva che i giocatori fossero esausti e stanchi della cultura che ha instaurato. Un programma sportivo serale ha addirittura affermato che nessuno potesse riparare le menti “spezzate” dei giocatori.  Giovedì Bielsa ha negato ogni possibilità di dimissione. «Ho il desiderio di continuare», ha detto il ct dell’Uruguay. «Se avessi mai pensato di dimettermi, non sarebbe stato in questo momento. Perdere 5-1 è qualcosa che non possiamo ignorare. Ci si sente umiliati dopo un risultato del genere».

Gli è stato chiesto dell’intervista rivelatrice di Luis Suárez dopo la Copa América dell’anno scorso, negli Stati Uniti. L’Uruguay era stato eliminato dalla Colombia in una semifinale tesa e fisica a Charlotte. La partita era stata macchiata da violente risse sugli spalti tra tifosi uruguaiani e colombiani. Darwin Núñez, Rodrigo Bentancur, José María Giménez, Mathías Olivera e Ronald Araújo erano venuti alle mani con i tifosi colombiani. Núñez aveva persino cercato di lanciare una sedia di metallo tra la folla. Avrebbe poi ricevuto una squalifica di cinque partite da parte della CONMEBOL. «Ci sono state situazioni alla Copa América che è stato doloroso vedere, di cui non ho parlato per il bene del gruppo», aveva confessato Suárez a DSports nell’ottobre 2024. «Continuerà a succedere. I giocatori arriveranno a un limite ed esploderanno. Alla Copa América alcuni giocatori mi hanno detto: ‘Luis, gioco la Copa América e poi non gioco più”». Il centrocampista del Real Madrid Federico Valverde ha confermato che tutto ciò che Suárez aveva detto era vero.

«Suárez ha detto quello che ha detto, e ha avuto l’effetto che ha avuto», ha commentato Bielsa. «Non ho mai risposto alle sue affermazioni, ma ne ho parlato internamente con i giocatori. Quello che accadde allora non era ciò a cui eravamo abituati, o almeno a cui io ero abituato, ovvero che le lamentele venissero rese pubbliche anziché affrontate in privato. Ma tutto è passato. Non porto rancore e non cerco vendetta. Ricordo Suárez non per quello che ha detto su di me, ma per ciò che ha dato al progresso di quella Copa América, che per me è stato molto importante».  Bielsa ha ricordato di aver ricevuto diverse lamentele sul suo comportamento all’interno dell’ambiente della Nazionale uruguaiana. Si è poi domandato se fosse opportuno dire una cosa simile dopo una sconfitta per 5-1. Gli è stato chiesto se avrebbe considerato di cambiare il suo sistema 4-3-3. Un altro giornalista lo ha incalzato per aver ammesso di non avere un “Piano B” per risolvere i problemi offensivi dell’Uruguay. La squadra ha segnato solo quattro gol nelle ultime cinque partite.

Bielsa è stato nominato ct della Celeste nel maggio 2023. Ci si aspettava che restaurasse il prestigio e la mentalità combattiva della nazionale dopo la mancata qualificazione agli ottavi ai Mondiali 2022 in Qatar. Il suo bilancio con l’Uruguay è di 17 vittorie (incluse due ai rigori), nove pareggi e sei sconfitte. Non esattamente un fallimento. L’Uruguay ha vinto nelle qualificazioni contro Argentina e Brasile, chiudendo al quarto nella classifica CONMEBOL, a pari punti con Colombia, Brasile e Paraguay (28 punti in 18 partite). Ma la sconfitta contro gli Stati Uniti è sembrata un punto di rottura. Bielsa ha chiaramente avvertito i rumors e le pressioni intorno a lui, così ha deciso di affrontarle i giornalisti giovedì. Ha tenuto il punto, dicendo loro che, dopo aver incontrato i dirigenti federali, gli era stato chiesto di continuare alla guida della Nazionale fino ai Mondiali dell’estate prossima. Bielsa rimarrà dunque alla guida dell’Uruguay fino a giugno 2026. La sua posizione non è in discussione, almeno fino alla prossima conferenza infuocata.

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