Il costo dei biglietti per le partite di Premier League è argomento di discussione, e di polemiche, ormai da anni. Con la globalizzazione, il crescente interesse per il torneo a livello mondiale, l’aumento del turismo sportivo e la creazione di fan club in giro per il mondo, in Inghilterra temono si possa perdere quell’anima popolare che ha sempre caratterizzato il football. Se si chiede tanto per assistere a un match del weekend, si devono creare obbligatoriamente delle esperienze personali che restano individuali e pregiudicano l’esperienza collettiva. Per intenderci: il turista americano o asiatico che va a vedere il Manchester United o il Liverpool, molto spesso arriva allo stadio in taxi, a ridosso del calcio d’inizio, tifa poco e non canta per niente. Semplicemente perché non è la sua cultura sportiva. Però, rispetto a un lavoratore della middle class britannica, può spendere molti più soldi per accedere agli stadi.
Proprio per salvaguardare l’integrità e la tradizione dei weekend di calcio inglesi, un numero record di 116 gruppi di tifosi e fan advisory boards ha firmato una lettera in otto punti indirizzata alla Premier League per chiedere un congelamento di due anni dei prezzi dei biglietti per le partite in casa. Come rivela The Indipendent, questa iniziativa è stata organizzata dalla Football Supporters’ Association (FSA) e rappresenta una delle più grandi mobilitazioni di tifosi nella storia del calcio britannico. I gruppi si sono dichiarati «profondamente preoccupati» per gli aumenti continui dei prezzi dei bliglietti.
La FSA sostiene anche che questa evoluzione rischi di compromettere una delle qualità uniche della Premier League: «atmosfera, lealtà, devozione da parte dei fan». Il documento chiede inoltre alla Premier League di utilizzare questo periodo di stop per iniziare a condividere dati chiari e trasparenti sui biglietti con i tifosi, avviare discussioni aperte con loro e con i gruppi, specialmente sui piani futuri, e usare i due anni per creare strutture di dialogo adeguate. Sebbene alcune di queste azioni dovrebbero essere scontate, la FSA negli ultimi anni si è spesso lamentata per la mancanza di confronto o persino di piena trasparenza sui prezzi. Un punto particolarmente controverso è la presentazione del prezzo medio dei biglietti della Premier League come 38 sterline: una stima oggettivamente troppo bassa, visto che ci sono in vendita dei ticket che costano centinaia di pounds.
La lettera evidenzia anche come queste difficoltà siano state aggravate dal costo di viaggio per assistere alle partite, unito agli orari di inizio che non si adattano a quelli dei mezzi e alla comunicazione tardiva del programma dei match. Insomma, i prezzi dei biglietti per le partite di Premier League stanno aumentando vertiginosamente e i tifosi chiedono un intervento. «Ci si aspetta che i tifosi siano disponibili per diverse fasce orarie televisive, su più giorni, senza alcun riconoscimento dei costi aggiuntivi o dei disagi che ciò comporta», si legge nella lettera. «Questo è estremamente impegnativo per tutti i fan, ma l’impatto è ancora maggiore per chi ha esigenze di accessibilità, poiché ha bisogno di pianificare trasporti e assistenza».
Un punto fondamentale sollevato è che i club dovrebbero adempiere a una parte del loro ruolo sociale, invece di «scaricare costantemente il peso sui tifosi». In mezzo a spese enormi nel calcio moderno, congelare i prezzi dei biglietti offrirebbe «l’opportunità di esplorare come consentire ai tifosi, che sono parte della storia della Premier League, di ottenere un piccolo beneficio. I prezzi in aumento stanno rendendo sempre più difficile assistere alle partite per i tifosi abituali, soprattutto per le giovani generazioni e per le comunità della classe lavoratrice». L’iniziativa mira anche a fermare la corsa al rialzo che stanno facendo i club, consci comunque che gli stadi verranno comunque riempiti. Forse in Inghilterra sono arrivati a un punto di non ritorno, eppure le società sembrano non esserne rese conto, o peggio, non voler ascoltare.