L’Inter di Chivu ha dei problemi nei big match

I nerazzurri hanno fatto vedere buone cose anche contro l'Atlético, ma anche stavolta non è bastato. Come contro il Milan, la Juventus e il Napoli.
di Redazione Undici 27 Novembre 2025 alle 02:25

Ogni volta che vedono la loro squadra contro una big, ai tifosi dell’Inter sembra di trovarsi intrappolati in un copione già scritto e già visto. Lo schema nerazzurro, infatti, si ripete in ogni partita contro avversari di primo livello: le sconfitte contro Milan, Napoli, Juventus e adesso Atlético Madrid, ovviamente quella contro i Colchoneros è arrivata in Champions League, non possono essere certo un caso. Anche perché a Roma, dove hanno vinto per 1-0, i nerazzurri hanno comunque rischiato di essere raggiunti. Nel finale e non solo.  In tutte queste cinque gare, la squadra di Chivu ha mostrato lampi di gioco incantevoli. Rapide uscite dal basso, inserimenti in profondità puntuali, dialoghi coretti per tecnica e tempi tra le catene di destra e di sinistra. Insomma, l’Inter sa essere una fantastica Inter. Ma poi alla fine non riesce a portare a casa niente.

Bisogna però anche andare oltre la superficie. A Madrid contro l’Atleti, tanto per fare un esepio, la percezione di dominio del secondo tempo è durata una decina di minuti non di più. Dieci minuti bellissimi, ok, ma pur sempre pochini. Prima e dopo c’è stato tanto Atlético: nel primo tempo la squadra di Simeone ha giocato in modo più razionale, soprattutto dopo aver trovato il vantaggio con Julian Alvarez al 9′; nel secondo l’approccio è stato più emotivo, più di nervi, e a quel punto l’Inter è salita di colpi gradualmente, uscendo dagli spogliatoi in modo rabbioso: «La svolta è stata attaccare lo spazio nel breve», ha spiegato Chivu nel post partita. «Perché giocando troppo spesso circolarmente diventiamo prevedibili e ci incartiamo nella mancanza di linee di passaggio».

Per l’allenatore nerazzurro, però, diventa fondamentale «essere più sporchi, cinici, capire il momento delle partite e concretizzare le numerose occasioni avute». Parole sinistramente simili a quelle pronunciate dopo la sconfitta nel derby. Contro i rossoneri il controllo della partita era stato più continuo e diffuso sui novanta minuti, anche se come occupazione del campo, il Milan non era stato schiacciato come l’Atlético. Il punto, però, è che la squadra nerazzurra dà sempre la sensazione di poter prendere gol. Anche al Metropolitano, appena dopo il pareggio di Zielinski dopo una grande combinazione con Bonny, non è più riuscita a trovare con continuità i propri attaccanti e ha abbassato il baricentro. Simeone ha fiutato il sangue e l’affare, ha rinvigorito il centrocampo inserendo Nico González, Koke e Pubill e si è preso muscolarmente la partita. Risultato: Inter a difendere dal 60esimo in avanti, con Bastoni, Akanji, Bisseck e Sommer (questa volta convincente a differenza di domenica sera) sotto pressione. Un aspetto a cui forse non sono abituati. Eppure si sono adattati discretamente, fino al 93esimo, quando una distrazione su corner ha liberato l’uomo più pericoloso nel gioco aereo dell’Atletico, Giménez, colui che doveva essere marcato con la maggior attenzione possibile.

Non si può però parlare di beffa o sfortuna. Certo, la dea bendata non è molto generosa con chi si allena dalle parti di Appiano Gentile, ma tirare in ballo la sorte significa autoassolversi. Chivu lo sa e probabilmente ai suoi giocatori dirà delle cose diverse rispetto alle interviste e alla conferenza stampa postpartita. Contro Milan, Juventus e Napoli l’Inter aveva avuto dei momenti più o meno lunghi di blackout all’interno di prestazioni di gestione del match. In Spagna, invece, è successo il contrario. In novanta minuti, è uscita dall’apnea solo a inizio secondo tempo. Un punto di vista che un coach analitico come il rumeno non potrà ignorare. E su cui dovrà lavorare, visto che ci saranno tanti altri big match da affrontare nel corso della stagione: Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund in Champions League, il Bologna in Supercoppa prima delle feste natalizie, le sfide contro le big di Serie A nel girone di ritorno. Insomma, le ambizioni nerazzurre passano da una crescita, da un miglioramento nei momenti che contano di più.

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