Doveva essere forse l’annata più difficile, dopo la delusione della passata stagione e un buon numero di partenti illustri – su tutti Gundogan e De Bruyne. Invece il Manchester City è di nuovo lì: in corsa su tutti i fronti. Anzi. Di nuovo a dominare tutte le dimensioni del grande calcio. L’ultima settimana è la perfetta fotografia del momento: vittoria di lusso sul Real Madrid al Bernabéu e tris d’autorità sul campo del Crystal Palace detentore della FA Cup. La firma è del solito Haaland. Ma il carburante, la variante tattica che è il simbolo e l’evoluzione stessa di questi Citizens, arriva dai piedi educati di Matheus Nunes. Ieri fantasista dello Sporting Lisbona. Oggi esterno difensivo nello squadrone di Guardiola.
Ed è questa la straordinaria forza di Pep. Il calcio evolve, il Tiqui-Taca invecchia, eppure l’allenatore catalano continua ad avere la forza di affermarsi ai vertici mondiali grazie alla sua capacità di reinventare sé stesso e i suoi giocatori. Il 27enne portoghese è soltanto l’ultimo riuscito esempio: domenica ha servito a Haaland l’assist che ha sbloccato la partita – il suo terzo stagionale – ed è sceso in campo da titolare per la nona volta consecutiva. Da terzino destro. Non era certo arrivato a Manchester per diventare l’erede funzionale di Kyle Walker. Eppure, fare di necessità virtù si sta rivelando una brillante soluzione per tutti. Nunes sta trovando un’insperata continuità, chiuso come sarebbe dalla fitta concorrenza in mezzo al campo. E il City ha individuato in lui un interprete affidabile in fase di copertura e raffinato palla al piede. Fino a quei cross decisivi.
Guardiola l’ha rifatto, cucendo su misura un ruolo tattico che nessun altro era in grado di intravedere nei suoi ragazzi. Prima di Nunes era successo anche al giovane Nico O’Reilly – da centrocampista a terzino sinistro –, a Fabian Delph – da centrale a mediano a esterno basso – o a Oleksandr Zinchenko – da ala a terzino. E senza scomodare altre rivoluzioni radicali, l’alchimia di gioco che si è venuta a creare tra il talento di Phil Foden e quello di Rayan Cherki è un altro prodotto delle visionarie strategie e sensibilità di Pep sul terreno di gioco.
Il vantaggio collettivo, sia sul piano sportivo sia su quello imprenditoriale, è che attraverso questi processi di adattamento i giocatori stessi ne escono significativamente valorizzati. Matheus Nunes era arrivato al City nel 2023 per 60 milioni di euro: un centrocampista offensivo strapagato, che oggi però grazie alle sue nuove vesti potrebbe ottenere tutt’altra appetibilità anche sul mercato. E nel frattempo si sta rivelando un punto fermo di questo poliedrico Manchester. Il genio di Pep è figlio dell’esigenza, perché sulla destra la sua squadra era in deficit di organico e non era riuscita ad assicurarsi il rinforzo ideale (in origine Tino Livramento dal Newcastle, trattativa poi naufragata). Così l’allenatore non si è perso d’animo. Il giocatore neppure. “Matheus sta crescendo di giorno in giorno”, sorride Gaurdiola dopo la vittoria sul Palace. “Sta diventando un difensore incredibile: è un top-player e il suo fantastico assist per Haaland lo dimostra. In fin dei conti, Matheus resta un centrocampista. E quando sei un centrocampista hai la qualità per questo genere di giocate. Ma ha anche disciplina tattica, una fisica speciale. Per questo l’abbiamo voluto con noi. Ha quel ritmo di gioco che ci mancava”. E che ora sta facendo la fortuna dei Citizens.