Per il tennis, il caldo è stato uno dei grandi problemi della seconda parte di stagione. Anzi: è stato il problema più grande: ha messo a dura prova le condizioni piscologiche e fisiche della maggior parte dei tennisti, specie in alcuni tornei, come Wimbleon e i Masters 1000 di Shangai e Cincinnati. Anche dei top player come Jannik Sinner e Novak Djokovic ne hanno fatto le spese, con il primo che si è dovuto ritirare dalla finale proprio del torneo dell’Ohio e il secondo che in Cina si è accasciato diverse volte in campo durante il torneo. E allora l’ATP ha deciso di andare incontro a loro, agli atleti provando a risolvere la questione – per quanto possibile.
E così il circuito tennistico maschile introdurrà una politica per il caldo estremo a partire dal primo torneo 2026, stimolato anche dalle richieste dei giocatori emerse durante l’anno. A Shanghai, per esempio, il danese Holger Rune aveva chiesto un medical timeout nel match contro il francese Ugo Humbert: «Perché l’ATP non ha una regola sul caldo? Volete che un giocatore muoia in campo?», aveva detto il tennista danese. A partire dalla prossima stagione, se la temperatura a bulbo umido (WBGT) – unità che misura la temperatura dell’aria, l’umidità e l’impatto di sole e vento – raggiungerà o supererà gli 86,1 gradi Fahrenheit (30,05 gradi Celsius) durante i primi due set di un match al meglio dei tre, ciascun giocatore potrà richiedere una pausa di raffreddamento di dieci minuti al termine del secondo set.
A new heat rule will come into effect from the 2026 season, aligning the ATP’s approach with that of the WTA and strengthening protections for players competing in extreme conditions.
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— ATP Media Info (@ATPMediaInfo) December 15, 2025
Se il valore WBGT raggiungerà o supererà invece i 90 gradi Fahrenheit, ovvero i 32,2 gradi Celsius il gioco all’aperto verrà sospeso. Questa regola si applicherà ai tornei gestiti dall’ATP e non ai quattro tornei del Grande Slam, che stabiliscono autonomamente le proprie norme sul caldo. La WTA, il circuito femminile, dispone di una politica unificata simile a questa nuova dell’ATP già dal 1992. In precedenza, nel circuito maschile, i supervisori presenti sul posto prendevano decisioni caso per caso, da torneo a torneo e di giorno in giorno.
Il caldo soffocante si era fatto sentire, come detto, soprattutto nei tornei ambientati in Cina. Sinner è stato colpito da crampi debilitanti, contro Griekspoor al terzo turno; lo stesso giorno Djokovic ha vomitato in campo, durante la sua vittoria contro Yannick Hanfmann; Medvedev era talmente preoccupato dai crampi contro Learner Tien, durante il match del quarto turno, da chiedere se un raccattapalle potesse togliergli la maglietta zuppa di sudore. In una dichiarazione successiva alle critiche di Rune, l’ATP aveva affermato che l’assenza di una politica obbligatoria sul caldo era «oggetto di una revisione attiva», e che «ulteriori misure, inclusa l’implementazione di una politica ufficiale sul caldo, vengono valutate in consultazione con giocatori, tornei ed esperti medici». La promessa è stata mantenuta e le nuove regole entreranno in vigore prestissimo.