Lo diciamo da anni, ormai, che il concetto stesso di Nazionale calcistica ha subito una profonda trasformazione: i flussi migratori, una nuova cartografia dei passaporti e lo scouting precoce delle Federazioni hanno ampliato il bacino a disposizione dei commissari tecnici, e così adesso ogni rappresentativa guarda ben oltre i confini del proprio Paese. La Coppa d’Africa che sta per iniziare in Marocco, con finale in programma il 18 gennaio, è un esempio davvero esplicativo. Riportiamo un numero: l’Île-de-France, vale a dire la regione che comprende Parigi e che si estende a diversi comuni circostanti, potrebbe presentare una propria Nazionale al torneo africano. Sono infatti più di 30 i calciatori convocati da dieci raooresentative diverse, tra quelle qualificate alla fase finale.
Ecco la lista completa: l’Algeria ha convocato Mahrez, Aït-Nouri, Hadjam, Dorval; le Comore hanno convocato Bakari, Bourhane e Lutin; il Mali ha convocato, Coulibaly, Sangaré, Samassa, Camara e Niakate; il Senegal ha convocato Diouf, Gueye e Mbaye; la Repubblica Democratica del Congo ha convocato Moutoussamy. Essende, Bakambu e Mbuku; la Tunisia ha convocato Valery, Mejbri, Talbi, Gharbi e Ghandri; il Camerun ha convocato Castelletto, Epassy, Wooh ed Ebimbe; la Costa d’Avorio ha convocato Ndicka, Fofana e Haller; il Burkina Faso ha convocato Yago; l’Angola ha convocato Nteka; il Gambia ha convocato Sangaré; la Nigeria ha convocato Ebimbe.
Come detto in precedenza, ed è bene ribadirlo, questi sono solo i giocatori nati a Parigi e/o nei dintorni nella capitale francesi. Quindi sono esclusi tutti quelli nati in altri Paesi europei e in altre zone della Francia. In questo senso, per capire la portata del fenomeno, basterebbe pensare ad Achraf Hakimi (capitano del Marocco, nato però a Madrid) oppure ad Ademola Lookman (attaccante della Nigeria nato in Inghilterra), due dei volti più attesi di questa edizione. Il dato relativo all’Île-de-France, però, è davvero significativo. Davvero enorme. Perché mostra, una volta di più, l’incredibile quantità di talento che nasce in quello che è il bacino più più rigoglioso al mondo. E poi perché evidenzia un trend sempre più chiaro: se nel secolo scorso i calciatori nati in Africa venivano cooptati nelle rappresentative europee, quelle dei Paesi in cui migravano, ora il flusso sta andando in direzione opposta.