Altro che orgoglio verdeoro, anarchia tattica e fantasia palla al piede. Perché il fatto – incredibile ma vero – è che quando i milioni di appassionati di calcio non guardano il Brasileirão, la loro seconda scelta è fermamente la Bundesliga tedesca. Che per contro, all’estero in realtà non gode di chissà quale appeal. Eppure a queste latitudini cambia tutto: ricordando il sempre fresco psicodramma nazionale del Mineirazo, l’1-7 mondiale di un decennio fa, viene quasi da pensare a una contorta variante sportiva della sindrome di Stoccolma. O di Belo Horizonte, giusto per l’occasione.
Lo strano dato, analizzato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine, va spiegato lungo due direttrici. Da un lato la forte presenza migratoria di origine germanofona, soprattutto nel Brasile meridionale: basti pensare che a Blumenau, nello Stato di Santa Catarina, ogni anno affluiscono 700mila visitatori in occasione dell’Oktoberfest – la seconda versione più grande al mondo dell’evento, ovviamente dopo Monaco di Baviera. Sotto il profilo calcistico, va sottolineata anche la lunga tradizione di giocatori brasiliani emigrati in Bundesliga: Grafite, Lucio, Élber, Zé Roberto (e passando all’attualità, 176 professionisti, più di qualunque altra nazionalità straniera). Dall’altro, pesano parecchio i contratti televisivi. Soprattutto dopo i nuovi accordi con i principali provider, da Globo a XSports.
“La Bundesliga sta consolidando la sua posizione di campionato di calcio europeo più seguito in Brasile”, comunica la Federcalcio tedesca. “Si tratta di una media di cinque milioni di visualizzazioni live a giornata su un’offerta di broadcasting diversificata”, che comprende pay tv, canali in chiaro e piattaforme digitali in streaming. Dal 2018 al 2024, la base di tifosi della Bundes in Brasile è letteralmente raddoppiata: da 12 a 24 milioni. Un bacino d’utenza che, a sua volta, rende la patria del calcio il secondo mercato globale più importante del campionato tedesco dopo la stessa Germania.
Per i vertici federali, accusati di non promuovere a sufficienza l’immagine della Bundesliga all’estero, il verdetto brasiliano è ossigeno puro. Pesa ovviamente il confronto con la Premier League inglese, dove le partecipanti incassano ben 2,3 miliardi di euro complessivi a stagione dalla commercializzazione internazionale dei diritti televisivi – contro i 218 milioni ottenuti delle squadre tedesche. Ma se tutto il mondo fosse come il Brasile, sai che rivoluzione. Haaland giocherebbe al Bayern. Il Borussia Dortmund farebbe il calciomercato del Liverpool. Le mine vaganti in Europa sarebbero Magonza o St. Pauli. Visto però lo storico della Nazionale inglese, rispetto a quella tedesca, tutto sommato alla Deutsche Fußball Liga va bene così. E ai brasiliani pure.