Guardare indietro e puntare sull’esperienza per firmare un’Olimpiade da ricordare. Questo è l’attuale contesto che caratterizza lo sci alpino tricolore tra gli uomini, dove si aspettano i guizzi delle nuove leve per tornare ad aprire rosee prospettive in chiave futura. A tal proposito, il terzo posto del 24enne Giovanni Franzoni nel Super G disputato in Val Gardena (con le braccia rivolte al cielo subito dopo aver tagliato il traguardo, per una commovente dedica all’amico e compagno di nazionale Matteo Franzoso, morto lo scorso 15 settembre dopo una caduta durante un allenamento a La Parva, in Cile) è un raggio di sole che torna a a illuminare la strada dello sci azzurro. Nel frattempo, però, il calendario è implacabile e a meno di 50 giorni dal via dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, le speranze italiane di conquistare una medaglia nella disciplina più popolare della rassegna passano anche e soprattutto dalle condizioni di Dominik Paris.
In linea teorica puntare le proprie fiches su un 36enne reduce da una pessima annata non dovrebbe essere il massimo come biglietto da visita per l’edizione olimpica che giochi in casa. Ma a volte la pratica differisce da aspettative e calcoli, tanto che ‘Domme’ ha iniziato la stagione che porta al grande appuntamento con un piglio diverso rispetto alla precedente. Gli incubi sono tornati subito, perché due giorni prima dell’esordio in Coppa del Mondo a Copper Mountain, in Colorado, Paris si è infortunato alla caviglia sinistra. Anche per questo rallentamento, lo sciatore di Merano ha chiuso in 11esima posizione il seguente Super G, a 72 centesimi dal podio e 85 dal vincitore Marco Odermatt. Il ritorno agli antichi splendori era comunque dietro l’angolo, perché nella discesa sprint sulla Saslong (percorso ridotto, per recuperare la prova annullata a Beaver Creek), Paris ha centrato in ottimo terzo posto, a coronare una giornata eccellente per l’intera squadra azzurra.
Dietro al capitano, si è classificato sesto Florian Schieder, che ha preceduto il compagno Mattia Casse, mentre ottavo ha chiuso Franzoni, completando il poker tricolore nella top 10 della prima tappa in Val Gardena. Davanti a Paris l’accoppiata elvetica, con il mattatore Odermatt a guardare tutti dall’alto e il connazionale Franjo Von Allmen secondo, a soli 4 centesimi dall’altoatesino.
«Sono soddisfatto perché è stata un’ottima gara. Forse mi manca qualcosa, devo aggiustare qualche dettaglio se voglio essere ancora più veloce. La fiducia e la solidità sugli sci ci sono, la scorrevolezza è tornata e ho un motore che ancora va. Questo è l’aspetto più importante», ha detto Paris al termine della gara. Il risultato conta per la classifica, ma soprattutto per il morale, poiché l’obiettivo è «arrivare alle Olimpiadi in fiducia».
Campione del mondo nel 2019 in Super G ad Åre, in Svezia, il discesista azzurro con più vittorie all’attivo in Coppa del Mondo (con 24 successi nella classifica generale ha raggiunto il mito Gustavo Thoeni al secondo posto, dietro Tomba, primo con 50 vittorie), è consapevole che può firmare l’acuto più prestigioso della sua carriera. Dopo aver preso parte a quattro Olimpiadi e portato a casa massicce dosi di delusione, specie per il quarto posto ottenuto in discesa in Corea del Sud nel 2018, a 36 centesimi dal bronzo, l’occasione è troppo ghiotta per essere sprecata. Anche perché la discesa libera del prossimo 7 febbraio 2026 è in programma a Bormio, una pista dove Paris si è imposto in carriera già sette volte. Come se non bastasse, inoltre, 13 anni fa, proprio sullo Stelvio, è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo. «Ho sempre sognato di poter gareggiare ai Giochi Olimpici in casa, perché i tifosi ci daranno tantissima carica. Sullo Stelvio mi sento a casa e la pressione per i risultati passati non mi pesa, anzi sono molto più tranquillo rispetto alle ultime Olimpiadi, perché a PyeongChang nel 2018 e a Pechino nel 2022 non sono mai partito in fiducia, in quanto non conoscevo il tracciato. Quindi ero sempre lì a pensare e mettermi pressione da solo. A Bormio sono di casa, soprattutto so come affrontare la pista, come devo scendere e come va gestita la gara».
Parole significative anche perché segnano il distacco rispetto all’anno scorso, quando i pessimi risultati hanno aperti ipotesi di ritiro. «Avevo perso la scintilla ed ero convinto che se non avevo chances di podio era meglio lasciare», ha dichiarato Paris a La Stampa. «Adesso invece è diverso, sono tornato al mio setup e so di essere competitivo».