Con l’arrivo di dicembre, delle prime nevicate e dei giorni di festa, una buona parte dei comprensori sciistici in Italia ha avviato la propria attività invernale. A riempirsi non sono state solo le piste e gli impianti di risalita. Con la ripartenza del turismo sulla neve, hanno riaperto i battenti anche i tanti locali in zona dove, ogni anno, si conferma predominante il fenomeno dell’après-ski.
Quello che, dal francese all’italiano, si traduce letteralmente come “dopo lo sci”, è un fenomeno che nasce alcuni decenni fa, capace di rinnovarsi con l’evolversi della cultura montana, tornando fortemente di tendenza nell’era dei social network, dove ogni immagine viene catturata e caricata in rete, a disposizione di tutti. Nato nelle alpi, si può trovare oggi in ogni stazione sciistica del Bel Paese, intrattenendo le persone anche quando il sole è calato, e le piste non sono più percorribili. E nell’anno delle Olimpiadi di Milano Cortina, sarà protagonista anche a pochi passi da alcune delle venue a cinque cerchi.
Il termine “après-ski” nasce prima delle feste con musica alta, giovani festanti e bottiglie costose. La sua origine è semplice come il suo significato, e stava a significare il momento dopo una giornata passata sulla neve, che si traduce in molteplici attività. La sua evoluzione va di pari passo con la nascita di un vero e proprio turismo di massa. Come le spiagge si riempiono di ombrelloni e lettini in un numero sempre maggiore, anche le montagne più belle e attrattive cominciano a popolarsi. Gli impianti di risalita sono spuntati come funghi, e con loro le baite hanno riorganizzato il proprio business, pronti ad accogliere più persone di quante ne avessero mai viste.
Nell’ultimo decennio, con l’avvento di una nuova generazione, l’après-ski ha trovato un nuovo splendore e nuove modalità. Un po’ come succede sulle Alpi francesi, anche sul versante italiano i rifugi e le baite, dove da sempre sciatori e snowboarder arrivano per rifocillarsi, hanno aggiunto alla propria offerta veri e propri “club” diurni e all’aperto. Una novità che ha avvicinato sempre più giovani alla montagna, e non soltanto per fare sport. A oggi, sono sempre più le persone che raggiungono i locali in alta quota senza avere per forza l’esigenza di percorrere le piste. Come per le tradizionali discoteche, esistono tipologie e fasce di prezzo anche per i club montani. Si va dal semplice rifugio con dj set, cibo e bevande a costi contenuti, fino a veri e propri marchi che propongono eventi mondani di lusso, rivolgendosi a un certo tipo di clientela.
Ma cosa c’entra l’après-ski con i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026? La risposta sta nelle sedi olimpiche designate, molte delle quali in alta montagna, dove sorgono numerosi locali gremiti dall’autunno fino ai primi accenni di primavera. Ne è un esempio proprio Cortina D’Ampezzo, famosa per luoghi come lo Chalet Tofane e il Rifugio Faloria, diventato ora Faloria Mountain Club dopo essere stato rilevato dal marchio Super G, che vanta club anche a Courmayeur, Madonna di Campiglio e Cervinia. Nel corso di febbraio, quando la rassegna a cinque cerchi attirerà un fiume di visitatori da ogni parte del globo, i tanti turisti giunti in Italia per i Giochi si mischieranno con il popolo della montagna e, perché no, con qualche atleta. Perché anche i grandi protagonisti degli sport invernali sono spesso appassionati del fenomeno aprés-ski, pur dovendoci spesso rinunciare per i propri impegni agonistici, salvo raggiungere il locale di riferimento non appena si chiude la stagione delle gare invernali.