L’aura è di quelle ingombranti, pesanti, percepibili anche a un oceano di distanza. La nuvoletta di Leo Messi, anche sotto forma di semplice suggestione, aleggia sopra le prossime elezioni presidenziali del Barcellona. E si sente eccome, non solo perché è stato il più importante giocatore della storia blaugrana, ma perché adesso che ha vinto anche la MLS con l’Inter Miami e si è tolto anche l’ultimo sfizio a livello di palmares, le voci su un suo possibile coinvolgimento, più o meno diretto, nella gestione del Barça del futuro, cominciano a farsi insistenti. E se finora sono rimaste solo indiscrezioni, stanno diventando un po’ troppe per non iniziare ad ascoltarle con interesse. L’ultima visita in città, con tanto di tappa nel nuovo Camp Nou senza avvisare il club, potrebbe essere stato solo il primo incredibile tassello di un progetto a lungo termine che in molti in Catalogna sperano porti Messi se non alla presidenza, quanto meno a un posto in dirigenza. Un piano che ha in mente anche Marc Ciria, uno dei candidati.
Come analizzato dal quotidiano spagnolo Sport, vicino alle vicende del Barça, Ciria si è presentato come pre-candidato alle elezioni, previste tra il 15 marzo e il 15 giugno 2026, in un evento tenutosi lo scorso 16 dicembre alla Sala Bikini. Il giorno successivo ha visitato la redazione di SPORT per parlare di “Moviment 42”, il nome del programma con cui vuole farsi conoscere dai soci, ai quali chiederà la fiducia. Da anni svolge un ruolo attivo dall’esterno dell’ambiente, sempre da un punto di vista propositivo, come quando ha cercato di revocare l’autorizzazione concessa all’attuale consiglio direttivo per vendere BLM e, soprattutto, quando ha chiesto a gran voce, con proposte concrete, che il Barça e Leo Messi costruissero un futuro comune.
Nel febbraio 2021, infatti, ha pubblicato tramite il giornale uno studio in cui indicava la cifra esatta, in termini di ricavi, che la presenza di Messi generava per il Barça. È inoltre convinto che questa sia ancora la strada da seguire per poter ripagare un debito gigantesco. Su questo, ha assicurato di essere al lavoro, come svelato nel corso di una chiacchierata fatta proprio con il periodico catalano. «Leo Messi è una multinazionale e, a dire il vero, suscita invidia – ha dichiarato – ci sono molte cose da cui dovremmo prendere esempio, perché dispone di professionisti di primissimo livello in tutti gli ambiti. Quindi non si tratta di andare a mangiare un asado, ma di proporre un progetto reale in cui Leo Messi sia un partner strategico per il club. L’entourage e le persone che prendono decisioni insieme a Leo Messi hanno un progetto che è stato pubblicato nel 2021, nel 2023 e nel 2025, affinché Leo Messi sia un socio strategico in tutte le aree in cui abbiamo urgente bisogno di aumentare i ricavi».
Ciria ha portato degli esempi concreti. «Un solo dato: stiamo generando 994 milioni di euro di ricavi. Nella stagione 2017-18, con quella che per me è stata la peggior dirigenza della storia del club, ne generavamo 990 – ha spiegato – se applichiamo l’inflazione e il costo della vita, oggi il Barça dovrebbe essere a 1.200 milioni di ricavi. O ci rendiamo conto che Leo Messi è strategico, non per oggi ma per il futuro del club e per proteggere e preservare il modello di proprietà, oppure non stiamo capendo il mondo dello sport». Sul ruolo che dovrebbe ricoprire l’argentino non si è sbilanciato. «La direzione tecnica deciderà se lo coinvolgeremo come giocatore o meno» ha sottolineato, anche se ha comunque espresso una preferenza. «A me piacerebbe moltissimo che Leo Messi si congedasse stadio dopo stadio come calciatore del Barça, ma se non potrà essere così, allora che lo faccia come figura istituzionale e commerciale, capace di darci quelle risorse di cui abbiamo bisogno» ha concluso. Insomma, il piano è chiaro, il come back di Messi al Barcellona chiuderebbe un cerchio. La più luminosa stella del passato potrebbe lanciare la società verso il futuro.