I Chicago White Sox hanno fatto la maglia di Papa Leone XIV, che intanto sta risollevando tutta l’economia della sua città

Nome pontificale, numero e niente altro. Tanto basta per mandare in tilt i negozi di baseball per tutta Chicago: la maglia dedicata a Robert Francis Prevost sta andando letteralmente a ruba (anche se costa 220 dollari).

Pope Leo, numero 14. È bastata questa duplice scritta sulle divise in vendita per stravolgere il merchandising dei White Sox, una delle due franchigie di Chiago nella MLB. Che, da quando è stato eletto il nuovo Papa, vive un fermento collettivo che va ben oltre le sfere della fede. Perché Robert Francis Prevost è da sempre un grande appassionato di sport: in particolare il baseball, in particolare il baseball della sua città. E tra Cubs e White Sox, si fa a gara per rivendicarne l’appartenenza – anche se emergono sempre più elementi che associano Leone XIV ai secondi. Fino alle maglie che stanno andando letteralmente a ruba. «Senza dubbio quella dedicata al Papa spopola più di tutti gli altri giocatori professionisti negli ultimi due anni», spiegano i gestori degli store specializzati. Tra negozio e comparto online, soltanto noi ne abbiamo vendute diverse centinaia in due giorni». Miracoli in terza base.

Prezzo dell’articolo? 220 dollari a maglietta: di sicuro non è regalata. Ma, comprensibilmente, l’universo dei White Sox cerca di cavalcare un’onda di euforia inimmaginabile fino a una settimana fa. L’elezione del primo Papa americano ha invece rilanciato l’appeal di una franchigia che sul piano sportivo versa in condizioni a dir poco complicate (ultima in American League Central). Quel che non riesce a fare il campo però, può il Vaticano: «Sarebbe prematuro parlarne nei dettagli, ma senz’altro avremo delle conversazioni divertenti e stimolanti con l’arcidiocesi di Chicago», hanno dichiarato i dirigenti dei White Sox.


La sensazione per le vie della metropoli – soprattutto nella parte meridionale, feudo dei White Sox e luogo di nascita di Prevost – è dunque quella di avere a che fare «per la prima volta con una persona reale, che tifa i nostri stessi colori». Vent’anni fa, il futuro Leone XIV era stato perfino pizzicato sugli spalti del Guaranteed Rate Field, in occasione di Gara-1 delle World Series 2005. Un certificato di passione che oggi ovviamente fa il giro dei social in un breve video. Altro che Roma: il giubileo che non t’aspetti, tra reliquie e paccottiglia, è per le strade di Chicago. A partire dalla maglia che ne sta rilanciando l’economia.

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