Le coincidenze non sono altro che degli incastri casuali, quindi ognuno di noi può attribuirgli il significato che vuole. Nessuno, però, può negare la realtà: quando si verificano, le coincidenze fanno sempre un certo effetto. Guardando al calcio, tanto per fare un esempio, sono anni che le grandi multiproprietà hanno trovato il modo per imporsi e mantenersi nell’élite – lo dicono i dati e gli albi d’oro, anche se in molti non sono d’accordo con certi modelli. Eppure in questa stagione che sta volgendo al termine, ecco la coincidenza, le due conglomerate più ricche del mondo hanno messo in fila un bel po’ di delusioni. Naturalmente stiamo parlando del City Football Group e della Red Bull, quindi di due colossi che sicuramente si riprenderanno dopo gli inciampi che hanno preso. Ma, come detto, le coincidenze fanno sempre un certo effetto. E lo stesso discorso vale per le cadute dei giganti.
Partiamo dal CFG, la cui squadra ammiraglia ha chiuso la sua stagione come peggio non si poteva: il Manchester City, infatti, ha perso la finale di FA Cup (0-1) contro il Crystal Palace. E quindi, per la prima volta dopo otto anni, Guardiola e i suoi giocatori non potranno fregiarsi di alcun titolo. Come nella prima stagione con il tecnico catalano, la 2016/17. Solo che allora il progetto era appena all’inizio, il City non era ancora una superpotenza globale e non aveva raggiunto alcuna finale. Ora a Guardiola non resta che inseguire l’obiettivo minimo, una qualificazione alla Champions che è ancora clamorosamente in bilico, e poi concentrarsi sul Mondiale per Club. Ma al termine di un anno così difficile, così misero, è difficile pensare a un exploit in Ameica.
Il bello – o il brutto, a seconda dei punti di vista – è che il sabato nero del CFG è andato oltre il risultato di Wembley: più o meno in contemporanea, infatti, il Palermo di Dionisi ha perso (sempre per 0-1) contro la Juve Stabia nel turno preliminare dei playoff di Serie B. In questo modo è già fuori dalla corsa per la promozione. E se anche quello dei rosanero deve essere considerato come un fallimento meno grave rispetto al disastro sportivo che ha investito il City, beh, la stagione era iniziata in modo molto diverso, con ambizioni diverse. Stesso discorso per il Troyes, candidato alla promozione in Ligue 1 e appollaiato al decimo posto in classifica. Come dire: fare peggio di così era davvero difficile.
Stesso discorso anche per la Red Bull. La cui squadra ammiraglia, il Lipsia, ha perso in casa con lo Stoccarda (2-3) nell’ultimo turno di Bundesliga: un risultato che l’ha condannata al settimo posto in classifica. Di conseguenza, dopo sette stagioni di qualificazioni e presenze continue nelle competizioni UEFA, il RB Lipsia è fuori dalle coppe. Anche da quella Conference League che negli ultimi giorni, all’interno del club, si era trasformata in una vera e propria ossessione. Se a questa storica disfatta ci aggiungiamo la crisi del Salisburgo, che per il secondo anno consecutivo è piuttosto lontano dalla lotta per il titolo nella Bundesliga austriaca, il quadro si fa davvero desolante. Jūrgen Klopp, Global Head of Soccer della multiproprietà, avrà un bel po’ di cose da mettere a posto nel corso dell’estate. Così come dovranno fare Guardiola e i dirigenti del City Football Group. Dopo molti anni vissuti in cima al mondo, la legge del tempo e dei grandi numeri – molto più che la forza oscura delle coincidenze – ha imposto anche a loro, persino a loro, un’annata da dimenticare.
Leggi anche
- La stagione del Lipsia è stata così deludente che ora il grande obiettivo è diventata la Conference League
- Nel calciomercato di gennaio, il Manchester City ha speso più di Liga, Ligue 1 e Bundesliga