Sono arrivati i primi effetti della storica sentenza Diarra, e sono potenzialmente giganteschi

Una dichiarazione della FIFPRO informa i giocatori del loro diritto di recedere unilateralmente il contratto coi club. Così, di fatto, le dinamiche del calciomercato risulteranno stravolte.

Tempistiche non casuali. E ripercussioni da tormentone estivo: a nove giorni dall’apertura della prossima sessione di calciomercato, quella “creata” dalla FIFA per permettere alle squadre qualificate al Mondiale per Club di integrare i propri organici, la FIFPRO – il sindacato mondiale dei calciatori – ha pubblicato un’informativa dalle conseguenze a oggi imprevedibili. In sostanza, a partire dalla sentenza emessa lo scorso ottobre dalla Corte di Giustizia europea sul caso Lassana Diarra, la federazione internazionale dei calciatori professionisti fa presente ai propri tesserati che, d’ora in poi, avranno diritto di recedere unilateralmente il loro contratto con i club. Senza dover temere alcuna conseguenza legale o disciplinare.

Tutto risale all’annosa questione fra l’ex centrocampista francese e il Lokomotiv Mosca: nel 2014, all’apice della carriera, Diarra optò per la rescissione non consensuale con i russi ma come rappresaglia fu costretto ad aspettare un anno prima di firmare con il suo nuovo club, il Marsiglia. Una circostanza inammissibile per il diretto interessato, che decise di rivolgersi alla giustizia europea. E dopo una lunga disamina, la giustizia gli ha dato ragione. Stabilendo attraverso una storica sentenza che le norme della FIFA erano contrarie al diretto europeo, obbligando così la federcalcio mondiale a modificare i propri regolamenti.

«La FIFPRO Europe», si legge nel comunicato, «dopo aver sostenuto l’azione legale di Diarra insieme al sindacato dei calciatori francesi UNFP, spiega oggi il significato della sentenza e perché il nuovo sistema di trasferimenti dovrà essere il risultato di una contrattazione collettiva». Le vecchie regole della FIFA si basavano sul concetto di giusta causa, in mancanza del quale un giocatore era tenuto a pagare caro: dall’indennità economica di fine rapporto alla sanzione sportiva – com’era infatti capitato a Diarra. La rescissione unilaterale da parte dei club era invece un’opzione molto più percorribile. Non a caso, fa notare la FIFPRO, «circa il 95% dei contenziosi lavorativi in corso presso la FIFA sono dovuti alla mancanza di conformità da parte dei club».

La sentenza della Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegittimi molti elementi caratteristici del regolamento FIFA. Tra questi anche la commissione di trasferimento pagata tra i club, cioè il compenso concordato tra due datori di lavoro per assicurarsi i servizi del dipendente: d’ora in poi non potrà più essere utilizzata per la calcolare la retribuzione di un tesserato – dunque gravando interamente sulle società. «Tutto questo», scrive la FIFPRO, «porta a consigliare ai calciatori che, in caso di rescissione senza giusta causa, l’indennizzo da corrispondere al club dovrebbe essere limitato al valore residuo del contratto, con una possibile riduzione o aumento in base alla legislazione nazionale. Considerando tutti questi fattori, si può affermare che, in generale, sarà più facile per i giocatori trovare un nuovo club se rescindono il loro contratto».

Le conseguenze si preannunciano enormi sin da subito, con il potere contrattuale dei calciatori destinato ad aumentare in maniera esponenziale. Da un lato rappresenta una sacrosanta forma di tutela lavorativa, soprattutto nelle serie minori e per quei professionisti meno affermati. Ma ai vertici del calcio, il rischio è che le superstar e i relativi agenti possano tenere ancora di più sotto scacco i club che, di fatto, su di loro imperniano bilanci e interi cicli sportivi. A tal proposito, la FIFPRO riconosce che il proprio obiettivo non è l’anarchia, né «favorire in alcun modo un sistema in cui ciascuno possa rescindere unilateralmente e in qualsiasi momento i contratti di lavoro in essere. Al contrario, siamo pronti a negoziare un nuovo efficace sistema di trasferimenti». Non vengono tuttavia forniti ulteriori dettagli su questa considerazione. Tra qualche giorno, dunque, il calciomercato inizierà tra mille incognite. Ma c’è una grossa certezza: la sentenza Diarra potrebbe avere un impatto comparabile alla sentenza Bosman di trent’anni fa. E questo lo fa presente anche la FIFPRO.

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