L’interesse per la Korean Basketball League, il campionato professionistico di pallacanestro della Corea del Sud, è in calo. Come scrive il Korea Times, la media degli spettatori è scesa dai 4372 della stagione 2013/14 ai 2796 dello scorso anno, mentre lo share televisivo è dello 0,2/0,3% contro lo 0,8/0,9% della pallavolo. Per questo il commissario della lega, Kim Young-il, ha annunciato che verrà introdotto un limite massimo di altezza per i giocatori stranieri (ogni squadra ne può avere due) con l’obiettivo di incoraggiare i club a puntare su cestisti più veloci e più tecnici, e quindi più spettacolari da vedere.
Uno dei due stranieri in rosa potrà essere alto al massimo 2 metri, mentre il secondo non dovrà superare l’1.86. Il Guardian scrive che dei 23 giocatori americani della Kbl, 10 superano questi limiti e dovranno dunque trovarsi un altro campionato. Tra gli esclusi ci sono Charles Rhodes dello Jeonju KCC, Rod Benson dello Wonju Dongbu Promy e David Simon dell’Anyang KGC, la squadra che l’anno scorso ha vinto il titolo e che attualmente è quinta in classifica con 29 vittorie e 25 sconfitte.
Simon, 2.02 metri, è considerato uno dei cestisti più forti del campionato sudcoreano. Ha 35 anni e non ha mai giocato in Nba, ma ha disputato una Summer League con i Minnesota Timberwolves e un camp con i New Jersey Nets. Aveva già giocato nell’Anyang KGC nella stagione 2010/11 con una media di 20,19 punti e 1,58 stoppate a partita. L’anno scorso ha ricoperto un ruolo chiave nella vittoria del campionato con 22,89 punti e 2,15 stoppate a partita, numeri confermati quest’anno in cui è primo per media punti (25,68) e stoppate (2,08) ed è stato selezionato nel quintetto All-Star della lega. Al programma radiofonico Bbc Os ha detto: «Personalmente, non capisco questa scelta. Solo due o tre di noi sono molto sopra il limite e altri due sono molto vicini. Il ragazzo più alto, Rod Benson, è tanto sopra i 2 metri, ma non ci sono grosse differenze tecniche con gli altri giocatori». Simon ora dovrà cercarsi una squadra fuori dalla Corea del Sud: «Sono un po’ arrabbiato. Mi brucia essere di poco oltre il limite. Non tornerò più lì a giocare a meno che non cambino le regole».