Peng Shuai ha negato ancora di aver subito violenze sessuali, e ha annunciato il suo ritiro

In un'intervista concessa al quotidiano francese L'Équipe, primo medium europeo e internazionale con cui ha parlato dopo le accuse di nei confronti di un alto politico cinese.

Peng Shuai, 36enne tennista cinese che nel 2011 ha raggiunto l’undicesimo posto nella classifica WTA e che tre anni dopo ha disputato le semifinali degli US Open, ha rilasciato un’intervista esclusiva a L’Équipe in cui ha negato, ancora una volta, di essere stata molestata sessualmente e di non essere «scomparsa» dopo la sua prima denuncia, poi ritrattata. Inoltre, ha aggiunto che tutto il clamore intorno alla sua figura è stato «un malinteso» e ha annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico. Quelle rilasciate al prestigioso quotidiano francese sono le prime dichiarazioni rese a «un medium internazionale e indipendente», come recita il sottotitolo dell’intervista scelto per la versione online.

Per Peng Shuai, i problemi sono iniziati a inizio novembre, quando ha pubblicato su Weibo – social network numero uno in Cina – un post in cui raccontava di essere stata costretta ad avere rapporti con Zhang Gaoli, 75enne ex vice-primo ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese tra il 2013 e il 2018, ed ex membro del Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese, il più alto consiglio di governo della Cina – tra il 2012 e il 2017. Il post è stato rimosso dopo pochi minuti, ma nel frattempo era già stato ricondiviso molte volte. Per circa due settimane dopo questi avvenimenti, Peng Shuai è stata irreperibile e poi ha pubblicato dei video e mandato delle e-mail in cui assicurava di stare «bene e al sicuro», ma la comunità internazionale – del tennis e non solo – ha sempre avuto sospetti sul fatto che possa essere stata costretta a rilasciare quelle dichiarazioni.

Peng Shuhai ha detto a L’Équipe che «il post da cui ha avuto origine il tutto è stato frainteso dal mondo esterno. Io non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente in alcun modo. Spero che da ora in poi le mie parole non vengano più distorte, e che venga limitato il clamore intorno a quello che è stato un grosso malinteso. La mia vita è sempre stata come doveva e dovrebbe essere: niente di speciale». Secondo quanto riportato dal Washington Post e dalla stessa Équipe, l’intervista si è svolta presso l’hotel del Comitato olimpico cinese a Pechino, in un’area molto sorvegliata per via delle restrizioni anti-Covid – nella capitale cinese si stanno svolgendo i Giochi Olimpici Invernali – e alla presenza di Wang Kan, uno dei massimi dirigenti del Comitato Olimpico Cinese; inoltre, le domande poste dai giornalisti francesi – Sophie Dorgan e Marc Ventouillac – sembrerebbero essere state concordate prima dell’intervista.

Come detto, non è la prima volta che Peng Shuai sconfessa la sua prima denuncia su Weibo: le accuse nei confronti di Zhang Gaoli erano state ritrattate anche a fine dicembre, nell’ambito di un’intervista con un quotidiano di Singapore. In merito alla sua scomparsa, Peng Shuai ha detto di aver ricevuto tanti messaggi in quei giorni, e «che era impossibile rispondere a tutti». Sempre riferendosi a quei giorni di silenzio, ha raccontato di essere stata in contatto con dei dirigenti della WTA, ma questa versione non concorda con quella dell’associazione di tennis professionistico femminile. Tornando sul post che ha innescato il caso, la giocatrice cinese ha detto di averlo rimosso perché «era mia intenzione farlo», e quindi non perché costretta da qualcun altro. «I miei problemi sentimentali», ha aggiunto, «così come la mia vita privata, non dovrebbero essere coinvolti in resoconti che riguardano lo sport, tantomeno la politica».