Highlights — Rafael Leão, fulmini e saette

Il secondo gol del portoghese contro il Napoli è il nostro momento preferito della 28esima giornata.

Nel momento esatto in cui Rafael Leão ha scaricato tutta la potenza che aveva in un bellissimo diagonale a incrociare, scoccato per altro di sinistro, Amir Rrahmani ha fatto il movimento di chi sta per cadere a terra. È stato come se fosse inciampato, i piedi hanno perso aderenza col terreno, poi però è riuscito a restare in piedi. Nel frattempo il pallone era già entrato in rete e Rafa Leão stava già esultando, ma la sensazione è che Rrahmani fosse stato spostato da un colpo di vento. Non è stato quello, naturalmente, ma la velocità dell’attaccante del Milan e il suo cambio di passo, talmente rapido da disorientarlo e farlo arrancare per mantenere – almeno quello – l’equilibrio.

Il gol di Leão comincia prima, in realtà, con il recupero palla di Tonali e l’assist perfettamente dosato per l’esterno portoghese, in profondità ma non troppo, veloce ma non troppo. Poi però l’assolo di Rafa è un prodigio di velocità e tecnica ed esplosività, in tutte le forme possibili: conduzione del pallone per una decina di metri con tocchi ripetuti, apparentemente ritmati, tutti col piede destro, tutti guardando verso il basso; ritmo di corsa che rallenta per attirare su di sé Rrahmani e anche il rientrante Di Lorenzo; tocco ad allargarsi il pallone sul sinistro, apparentemente per evitare il ritorno di Di Lorenzo, ma la realtà è un’altra: è un modo per armare il tiro immediato, una saetta che permette alla palla di alzarsi subito verso l’alto e che si infila in un angolo remotissimo della porta di Meret. Nel frattempo Rrahmani, come detto, non riesce nemmeno ad abbozzare l’intervento. Anzi, la velocità di Leão lo manda completamente fuori giri, al punto che perde l’equilibrio. Da quanto controlla il pallone all’esultanza, passano quattro secondi circa.

Un gol da vedere e rivedere

La cosa più impressionante di questa giocata, vedendo e rivedendo il video, sta nel fatto che Rafa Leão non si coordina per il tiro. O meglio: è talmente veloce nel farlo, dopo l’auto-assist con cambio di piede, che il suo movimento quasi non si vede. Cioè, chiunque si aspetterebbe che una conclusione del genere – così potente e precisa al tempo stesso –  necessiti di un gesto plateale per essere scoccata, una gamba che si alza molto all’indietro, il corpo che si inarca, la testa che si piega in avanti. Tutto questo succede, ovviamente, ma si intuisce solamente: per vedere davvero la sua coordinazione occorre il ralenti, occorre la vecchia moviola, occorre prendere il telecomando e diminuire la velocità di riproduzione nel momento giusto.

Tutte queste sensazioni appartengono a chi riguarda l’azione di Leão comodamente da casa, con dei video a supporto, con tante telecamere che possono mostrare il calcio, quindi anche questo gol, da ogni angolazione. Pensate a chi doveva – avrebbe dovuto – fermare un’azione del genere dal vivo, a velocità normale. Pensate ad Amir Rrahmani. Ecco, ora avrete capito che la reazione del suo corpo – perdere l’equilibrio fino a cadere, o quasi – non è imputabile a lui, piuttosto alla giocata fulminante e dominante di Leão, a delle doti fisiche e tecniche che sono soprannaturali, a delle qualità che negli ultimi mesi erano rimaste un po’ nascoste e ora sono esplose di nuovo, e in modo accecante, per altro.

In questo gol c’è anche un bel po’ di merito da accreditare a Stefano Pioli, che ha rimesso il Milan a fare ciò che sa fare meglio – pressing furioso ma coordinato, ripartenze in campo aperto, possesso su tracce verticali – nel momento più importante, e da questo punto di vista il recupero palla di Tonali è un segnale eloquente. Ma poi c’è bisogno di Rafa Leão, di quel Rafa Leão che abbiamo imparato ad apprezzare nelle ultime due stagioni e mezza, di quel Rafa Leão che ha un rapporto unico, personale, con lo spazio e con il tempo, di quel Rafa Leão che paradossalmente incrocia molto meglio col sinistro, il suo piede teoricamente debole, e che quando sta bene è un campione che potrebbe giocare ed essere decisivo ovunque, in qualsiasi squadra di qualsiasi competizione. Che in Serie A e persino contro il Napoli fa una differenza enorme, visto che aveva già segnato con un pallonetto delicatissimo e il suo secondo gol è un gioiello ancora più raro, ancora più prezioso, soprattutto se pensiamo che stiamo entrando nella fase decisiva della stagione. L’anno scorso Leão fu l’uomo decisivo per lo scudetto del Milan, per tutto il campionato ma soprattutto nell’ultimo segmento. Forse non è un caso.