Dov’è finita la Juve

Massimo Zampini, Luca Momblano e Antonio Corsa, del sito Juventibus.com, analizzano il momento di difficoltà dei bianconeri, intrappolati a metà classifica in campionato.

Massimo Zampini, Luca Momblano e Antonio Corsa sono tre fondatori del sito di approfondimento Juventibus.com.  Abbiamo chiesto di raccontarci il loro punto di vista sul momento della Juventus.

MZ: Il momento della Juve? Bella domanda. Da dove si parte per analizzare 8 punti in 7 partite dopo quattro scudetti di fila: dalle cessioni? Dagli acquisti? Dalla confusione tattica? Dalla classifica? Dai buoni risultati nelle coppe? O dal calcio d’angolo del Frosinone?

AC: Partirei dalla preparazione. Ad oggi infatti uno dei problemi principali sono i tanti infortuni muscolari che hanno privato la squadra di alcuni degli elementi migliori e il sospetto ricade proprio su quest’aspetto. Lungi da me sostituirmi a professionisti con esperienza decennale nel settore, ma i risultati sono talmente anomali e pesanti da spingere a riflessioni. Siamo stati gli ultimi a iniziare il ritiro, quelli che hanno dovuto comprimere più di tutti le sedute di lavoro nella prima fase (durata appena una settimana) e soprattutto abbiamo forzato i tempi per farci trovare pronti l’8 agosto per la Supercoppa. E qui una parentesi ce la faccio: ma vi sembra normale come data per disputare un trofeo che comunque si riferisce alla passata stagione? A prenderlo sul serio, e la Juventus (purtroppo?) l’ha fatto, si annullano completamente i vantaggi a livello di preparazione derivanti dall’essersi qualificati direttamente in Champions League senza preliminari, costringendoti a spezzettarla e ad accelerare i tempi…

Prima giornata di campionato: la Juve cede in casa all’Udinese.

LM: A dire il vero io non ne ho capito il perché forzare la preparazione (cit. Allegri), calendario alla mano; ma parliamo di uno degli ambiti più difficili da giudicare dall’esterno, e io non ho visto una squadra che non corre: ho visto una squadra che corre male (vedi Pogba a Napoli ma si potrebbe andare oltre con altri esempi). L’unico che ho visto veramente arrancare è stato Evra a Roma e comunque il francese è salito di tono negli impegni successivi. Manchester è la riprova, visto quel secondo tempo: Sturaro sembrava imballato e invece…  Aggiungo: in troppi corrono solo quando hanno la palla (soprattutto le punte). O almeno ci provano.

AC: Neanche io vedo i giocatori lenti in assoluto. Semmai, ultimamente – e mi preoccupa di più – vedo lento Allegri nelle letture e negli adattamenti. Con il Napoli ci ha messo 60′ (e due gol di svantaggio sul groppone) per togliere Hernanes davanti alla difesa: significa volerla vincere a dispetto degli Dei del calcio. Tornando però alla preparazione: la passata stagione, per necessità, Allegri scelse di non affidarsi alla sua classica preparazione fatta di carichi molto pesanti puntando ad una maggiore freschezza da subito, il prima possibile, per incamerare risultati positivi, guadagnare in sicurezza e conquistare velocemente il consenso dei giocatori e dell’ambiente. Quest’anno, forse per un errore di presunzione, si è pensato che la rosa, in realtà completamente rivoluzionata, potesse comunque essere già pronta e matura da bilanciare con la maggiore qualità un eventuale avvio “lento”. Col senno di poi, probabilmente qualcosa si sarebbe potuta e dovuta fare diversamente.

MZ: A me, più che le gambe, preoccupa il carattere dimostrato in certi momenti topici. Cosa c’è che non va? La prima cosa che si nota è l’assenza di cattiveria nel chiudere le partite o la mancata reazione quando ci sarebbe ancora il tempo per averla (tranne a Roma, dove dopo 80 minuti di nulla c’è stata solo la reazione emotiva): quando a Napoli, dopo la beffa col Frosinone, becchi due sberle e subito dopo riesci a fare il 2-1, la parte finale della partita devi riuscire a spaventarli. Invece niente, siamo arrivati al novantesimo senza un brivido. È questo l’aspetto che mi spaventa di più: tutto il resto si può aggiungere, ma il carattere devi mostrarlo in questi casi. Non è solo questione di tattica, che pure ha la sua importanza.

Sette giorni dopo, è la volta della Roma, che supera 2-1 i bianconeri.

LM: Sicuramente Allegri ha dovuto inventare, non ha potuto lavorare sulla continuità, però non ha fin qui dato capisaldi. Cioè, ha manovrato tutto il resto e ha confidato nella difesa. Le risposte del reparto sono state diverse dal passato. D’altronde, spesso i problemi per le difese arrivano dai compagni che giocano davanti a loro. Quanto alle mancate reazioni: abbiamo fatto male solamente con Udinese e Roma, da quel punto di vista. La prima per mancanza di foga, la seconda per mancanza di strumenti (e comunque Bonucci ci è andato vicino). Contro il Frosinone non ce n’era il tempo e col Napoli non avevamo nessuna soluzione in panchina per i motivi che conosciamo. La carta era Morata, e non a caso è quello che ci è andato più vicino.

AC: Al di là di questi discorsi, la cosa grave, ad oggi, è non aver ancora trovato un’identità di squadra. L’anno scorso Allegri si ritrovò ad allenare una squadra che aveva già forti certezze (il 3-5-2, ad esempio), dei fuoriclasse in grado di risolvere le partite con una giocata (Pirlo, Tevez) e un’autostima dei senatori comunque superiore probabilmente pure alla valutazione che Conte aveva della rosa. Poi, certo, con i giusti tempi e con intelligenza, ha costruito la sua Juve partendo però da queste certezze. Quest’anno, e pare un paradosso, nonostante la stagione passata trionfale, molte di queste certezze sono venute meno. Nel gruppo si sono aggiunti giovani senza esperienza internazionale, gente cui la maglia della Juventus sta pesando e, per ora, non abbiamo nemmeno un salvagente tattico cui affidarci per dare sicurezza e tranquillità. Questo è quello che mi preoccupa oggi, più della classifica e più delle mancate reazioni. Urge ritrovarsi al più presto, fare gruppo e partire da un’idea semplice, coerente e portata avanti fino in fondo.

MZ: La maglia pesa, non c’è dubbio, ma a dire il vero non mi pare che ne risentano tanto i giovani nuovi: a me pare che Dybala e Lemina siano tra i meno spaventati e tra i più positivi. Piuttosto, il tema Pogba? Abbiamo visto insieme Juventus-Udinese allo stadio. Voleva vincerla da solo, e l’abbiamo persa, forse anche per questo. Con tutta l’ammirazione per Pogba (notevole), nessuno gli chiede di salvare la patria. Gli si chiede proprio di fare le cose semplici, oltre alle giocate alla Pogba. Alibi ne ha, certo: con Khedira e Marchisio sarebbe tutto più facile…

Juventus FC v Bologna FC - Serie A

LM: Fa l’esterno, Massimo. È chiamato a vincerle da solo e sbaglia tutto. In ogni caso la leadership a un 23enne nella Juve non l’ho mai vista. Una buona soluzione per uscirne è non sopravvalutarsi e partire dalle cose semplici. Poi, a ranghi completi, si cercherà di fare la Juve e tornare a fare paura. Forse è lecito pensare a una ripartenza per gradi piuttosto che a una svolta improvvisa. Non si tra di un episodio a cui reagire, ma di un periodo e di una serie di episodi. In società non mi risulta ci sia ancora gente spaventata.

AC: Non ci giriamo attorno: Pogba rischiamo di bruciarlo. Anche qui: probabilmente si è fatto un errore di valutazione. Si è pensato che, tolti Pirlo e Vidal, potesse esplodere non si sa bene in base a quale ragionamento e trasformarsi in un incrocio tra Davids e Zidane. Temo occorra premere il tasto del reset. Sono d’accordo con Luca sulla sua battaglia tattica: in nessun’altra squadra al mondo, oggi, giocherebbe in un luogo diverso dal centro del campo. Se davvero ci aspettiamo da lui giocate e personalità, faremmo bene a iniziare a consegnargli le chiavi del centrocampo portandolo in mezzo, magari affiancandogli Lemina. Discorso bello filosoficamente, magari anche giusto tatticamente, ma che cozza inevitabilmente con l’unico vero dogma calcistico di Allegri: il centrocampo a 3. Niente da fare, dunque. Resterà lì. E allora avete ragione voi: gli vanno tolte un po’ di pressioni addosso, a sto ragazzo, e lui deve iniziare a darsi una regolata e a smettere di voler conquistare Youtube a suo di giocate. I big del centrocampo torneranno dopo la sosta, pronti ad aiutarlo. Fino ad allora, c’è da giocare semplici e fare squadra.

MZ: Tornando alla domanda iniziale, io, più che dalla preparazione, partirei dal calcio d’angolo per il Frosinone. Per me quella è stata una bella partita, a tratti anche divertente. Poi non la chiudiamo, gestiamo male quei due minuti finali, non riusciamo a rinviare un pallone quando loro salgono, finisce in corner e difendiamo male anche lì. Ok la sfortuna, le due traverse, il dominio precedente, ma quel finale cos’è? Paura, poca autostima, poca cattiveria.

Juventus-Frosinone, beffa per i bianconeri, che incassano l’1-1 allo scadere.

LM: E’ il calcio. I più esperti dovevano mettere in riga gli altri. Chi mi è piaciuto meno in quella situazione sono stati Bonucci e Barzagli, anche se 50% delle responsabilità è di Neto, probabilmente intimidito. Devono chiamare i compagni all’attenzione, alla concentrazione, vedere la sistemazione, far rientrare i due a centrocampo (Cuadrado e Dybala) e difendere in 11: poi magari prendi gol uguale, ma devono essere più bravi di 11 tuoi giocatori. A quel punto magari avrebbe avuto ragione Allegri a lamentare la gestione del corner a favore un minuto prima. Qui però lui fa parte di coloro che non chiamano all’ordine il gruppo. Insomma, se si fa la somma, per me i problemi della Juve sono anche più di uno, catena chiama catena, chiamatelo karma, ma tutti risolvibili. Non andare fuori giri sarà importante. Ecco, in questo Allegri mi sembra uno bravo.

MZ: Arriviamo a lui, dunque. Sui giornali già si ipotizzano successioni, tutori e traghettatori. Per me alla Juve la prima regola, prima di tutto, è che non si deve mai sostituire l’allenatore in corsa. Figuriamoci dopo un mese, dopo la Supercoppa vinta, dopo l’esordio a Manchester e dopo avere vinto Scudetto, Coppa Italia e raggiunto la finale di Champions League l’anno prima. Quindi, di certo, fiducia a lui fino a fine stagione. Al di là dell’opinione che si possa avere su di lui, sul discorso possibile esonero per me la discussione neanche comincia.

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LM: Non mi pare che Ancelotti per Lippi svoltò la stagione, anche se il caso di Lippi (la firma per l’Inter) diventata giorno dopo giorno sempre più inaccettabile al club e alle colonne della squadra. Lo spogliatoio deve digerire, punto. Qui siamo ad un altro stadio e ad un altro livello. E siamo a settembre. Digerire ed eseguire, da noi sabaudi funziona così. Poi sta ad Allegri se farsi aiutare/guidare o meno. Se tendere la mano o meno. Sarebbe anche un gesto di intelligenza in certi casi, ma credo che già lo faccia. I conti vanno fatti alla fine e poi stiamo parlando di un tecnico che ha fatto quel che ha fatto e che ha appena rinnovato. Altri nomi non ne esistono, oggi. Passiamo oltre.

AC: Non scherziamo. Io comunque continuo a pensare che non vincere questo campionato sarebbe un delitto, anche con la partenza attuale. La Juventus ha bisogno di più tempo di quanto previsto, ma non c’è ancora una vera rivale forte, pronta e in grado di creare un gap incolmabile, non a settembre. Tocca ritrovarsi in fretta e fare una bella striscia di risultati positivi, poi dopo la sosta natalizia inizieremo a trarre le prime conclusioni. Iniziamo a guardare partita dopo partita, senza andare troppo in là. La stagione è appena iniziata, non facciamola finire prima del previsto.

 

Nell’immagine in evidenza, Gianluigi Buffon a testa bassa dopo la sconfitta di Napoli, la terza stagionale. Maurizio Lagana/Getty Images