La protesta per il caro biglietti in Europa

Guardare il Liverpool ad Anfield sta diventando un lusso che possono permettersi sempre meno tifosi. Da qui la protesta della Kop di sabato scorso.
di Redazione Undici 10 Febbraio 2016 alle 18:42

Si sta avvicinando il minuto 77 di un Liverpool-Sunderland in cui i reds sono in vantaggio due a zero. Dalla Kop cominciano a sventolare bandiere dai drappi neri, i tifosi escono lentamente ma composti al grido di «You lying bastards! Get out of our club!», un coro che riprende le proteste di qualche anno fa nei confronti della nuova proprietà americana. In questo caso, l’occasione dell’azione dei supporters del Liverpool ha però un altro obiettivo, il nuovo incremento dei biglietti che partirà dalla prossima stagione, con i ticket del Main Stand che arriveranno a toccare quota 79 sterline dalle 59 di questa stagione. Questo perché il club vuole aumentare le entrate dagli ingressi ai gate di 2 milioni di sterline, con gli abbonamenti pronti a sfondare il muro delle 1.000£.
«Enough is £nough», «Football without fans is nothing», «Working class game, business class prices», sono solo alcuni degli striscioni apparsi negli scorsi giorni sulle stand di Anfield. Vedere la Kop, una delle curve più iconiche del calcio inglese, svuotarsi di minuto in minuto, così come il resto dello stadio – saranno circa 10.000 le unità ad abbandonare – dovrebbe rendere evidente l’entità del problema. Può esistere il calcio se chi è fruitore dello stesso fa fatica a permettersi il biglietto per i match? Secondo un report della Bbc dal 2011 al 2014 la crescita dei tagliandi è cresciuta annualmente del 4,4%, più del triplo rispetto all’inflazione attestatasi all’1,2% al momento del report. Appare chiaro che alla possibilità di un ulteriore incremento, i tifosi dei reds abbiano deciso di protestare con un’azione decisa e concertata. In particolare la Spion Kop 1906, uno dei gruppi storici del tifo sponda Liverpool, ha ribadito come questo sarebbe «solo una maniera per spillare più soldi ai tifosi». Secondo l’associazione “Spirit of Shankly” (SOS), inoltre, la società avrebbe cercato di mascherare l’effettivo aumento dei prezzi.

Liverpool fans hold a banner as they protest against the recently announced rise in ticket prices during the English Premier League football match between Liverpool and Sunderland at Anfield in Liverpool, northwest England, on February 6, 2016. / AFP / LINDSEY PARNABY / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 75 images, no video emulation. No use in betting, games or single club/league/player publications. / (Photo credit should read LINDSEY PARNABY/AFP/Getty Images)

«There are some small reductions but the news overall is that prices are going up by quite large amounts. This is despite the fact that the club promised to work with supporters’ groups and take their views on board». Una delle paure maggiori da parte dei supporters dei reds è che Anfield si trasformi ben presto in una vetrina in cui i turisti scatteranno i loro selfie senza interessi reali nelle sorti del club. Da anni la Premier ha messo in atto una politica di incremento dei biglietti atta a scongiurare fenomeni come il tifo violento: alzare il target del tifoso medio, attraverso un incremento dei ticket, significa rendere più complesso l’approdo sugli stands di membri della working class, ritenuti in media i “violenti”. La protesta dei giorni scorsi ha ricevuto anche il supporto di Jurgen Klöpp, che ha definito la situazione «un problema anche mio». Anche il Premier David Cameron ha promesso di tenere d’occhio la situazione dopo l’intervento del laburista Clive Efford: «I will look very carefully at the suggestion… because I think there is a problem here when some clubs put up prices very rapidly every year, even though so much of the money for football actually comes from sponsorship, equipment and other sources».

Con la crescita delle revenue televisive per le prossime tre stagioni – arrivata a toccare quota 5,14 miliardi di sterline – ci si sarebbe aspettati una decrescita dei prezzi, o quantomeno un blocco degli stessi, cosa avvenuta solo parzialmente quest’anno. Intanto, dopo la protesta del pubblico red, più di una società, compresi i cugini dell’Everton, ha annunciato il blocco dei prezzi per la prossima stagione. Ieri, in supporto alla protesta effettuata dai supporter del Liverpool è arrivata l’azione di alcuni tifosi del Borussia Dortmund, la cui azione dimostrativa è stata resa con centinaia di palline da tennis lanciate in campo. Se da una parte la protesta ha affiancato i recenti avvenimenti di Liverpool, dall’altra ha colto l’occasione per mostrare il proprio dissenso nei confronti della crescita esponenziale dei biglietti che a Dortmund vanno dalle 24 euro per i più economici ai 43 di altri più costosi. Marc Quambusch, uno dei membri della tifoseria del Borussia, ha dichiarato: «Liverpool fans boycotted when it came to £77, we boycotted when it came to €77».
L’ironia ha voluto che il 77 non fosse solo il nuovo prezzo dei biglietti proposto dalla dirigenza del Liverpool, oltre che il minuto in cui la protesta ha preso il via, ma anche l’anno in cui il Liverpool, battendo a Roma il Borussia Mönchengladbach vinse la prima delle sue cinque Coppe dei Campioni.

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