La prima regola di un giornale è non parlare di se stesso. La seconda è non ripeterlo se una volta è già capitato. Noi oggi le trasgrediamo entrambe, perché abbiamo già parlato di noi una volta e poi una seconda. Lo rifacciamo e chiediamo scusa in anticipo. Ma ci sembra che abbia un senso farlo perché è vero che stiamo per parlare di noi, ma non stiamo parlando solo di noi. Undici compie due anni, con questo numero che cominciate a sfogliare, guardare, leggere: siamo nati a giugno del 2014 e oggi siamo qui. Quando raccontavamo in giro dell’idea di fondare nel 2014 una rivista cartacea e digitale che parlasse di calcio come piaceva a noi, quindi in maniera alta, profonda, attenta, colta, molti ci dicevano: «Bella idea, ma sicuri che funzioni?». Noi partivamo da un presupposto semplice: se funziona all’estero perché non può funzionare in Italia? Due anni dopo la risposta è la crescita di un progetto che sembrava irrealizzabile e invece c’è, cresce, si sviluppa, guarda avanti. C’è la crisi, certo. C’è la crisi dell’editoria, certo al quadrato. Però le cose si possono fare. In due anni Undici è migliorato: è più completo, è scritto meglio, è fotografato meglio, è illustrato meglio, vive ogni giorno on line meglio.
I complimenti ricevuti in questi mesi ci hanno fatto piacere, sono l’indizio di aver preso una strada che ha un senso. Vedere la rivista in edicola è un privilegio, vederla tra le mani dei lettori è un orgoglio. E sapere che i lettori aumentano a ogni numero è un onore. È un pubblico esigente, preparato, attento: lo sappiamo perché ce lo siamo cercati e non volevamo altro. Abbiamo un gruppo di lavoro fantastico e una batteria di firme che credono nel nostro modo di vedere lo sport, di interpretare lo sport, di raccontare lo sport.
Undici non è necessario. Si può vivere senza. Ed è esattamente per questo che noi non possiamo farne a meno. Ed è esattamente per questo che i nostri lettori speriamo non possano farne a meno. Il senso di Undici è dare ciò che non sembra fondamentale, ma che diventa un bisogno: l’approfondimento. Leggere una rivista non è un obbligo, è un piacere. Viviamo un’era che ci hanno spacciato per sconsolante. Per molte ragioni probabilmente lo è. Eppure, da una posizione privilegiata come la nostra, vediamo che ci sono molte cose interessanti. Anche nel calcio, considerato spesso la punta del declino morale e umano. Ci sono belle storie, ci sono belle persone, ci sono bei movimenti, c’è voglia di fare, c’è l’idea di portare nel futuro questo mondo così complesso. Undici vuole accompagnare i suoi lettori a capire che cosa succede e perché succede. E, soprattutto, vuole raccontare che può succedere davvero.