La sorellina della Champions League si presenta all’inaugurazione della stagione 2016 con il suo vestito migliore e sembra (quasi) la vecchia e bella Coppa Uefa. Un’Europa League così competitiva ai gironi non la si vedeva da un po’ e questo già dà valore al torneo troppo a lungo considerato démodé dai molti club medagliati: ci sono, ad esempio, il Manchester United, lo Zenit San Pietroburgo e l’Athletic Bilbao. Le quattro squadre italiane in gara fanno della Serie A uno dei campionati più rappresentati dell’intero torneo, con Inter, Fiorentina, Roma e Sassuolo pronte per giocare. Anche se la musichetta pre-partita non è seducente come quell’altra, nella storia del torneo fondato nel 1971 l’Italia ha alzato nove trofei, la Spagna dieci e nessuno ha fatto meglio di loro. Anzi, fino a poco tempo fa l’Italia guidava l’albo d’oro per distacco, per poi essere raggiunta e superata dalle squadre della Liga che hanno centrato sei vittorie in dieci stagioni.
Oggi l’Italia porta quattro squadre ai gironi (su 48) e la speranza di vederne almeno una in campo nella finale di Stoccolma addolcisce l’amarezza per la retrocessione della Roma, sbattuta fuori dalla Champions League dal Porto nel preliminare d’agosto. In Italia, la competizione sarà in esclusiva su Sky: la pay tv permetterà di seguire, sui canali Sport e Calcio, tutte le gare delle italiane e i top-match di giornata, oltre alla Diretta Gol con tutte le 24 partite in programma. A commentare in studio le partite saranno Leonardo, Daniele Adani e Paolo Condò, guidati da Anna Billò: «Inter, Fiorentina e Roma hanno tutte e tre la possibilità di arrivare fino in fondo – ha detto Leonardo -. C’è anche il Sassuolo che a mio avviso può fare bene, anche se non ha esperienza». I nerazzurri hanno in bacheca tre Coppe, le altre zero e il 2017 può essere l’occasione per aggiornare l’albo d’oro.
Il ballo della debuttante
Eusebio Di Francesco alla vigilia del play-off contro la Stella Rossa ha giurato che non avrebbe cambiato modo di giocare a calcio perché impaurito dal blasone dell’avversario. E ha fatto bene: il Sassuolo, per la prima volta in A nel 2013/2014, ha eliminato la squadra serba in una doppia sfida giocata alla grande e vinta (in aggregato) 4 a 1. Il debutto nella fase a gironi di un torneo continentale non spaventa l’allenatore che sa di poter sedersi in panchina senza l’ansia di dover far bene. La sua città è di 41mila abitanti, nessuno mai ha visto un calcio così bello al Mapei Stadium e qualunque possa essere il risultato, sarà storico: «Dobbiamo avere grande entusiasmo; senza paura, ma con rispetto per l’avversario», ha detto l’ex calciatore della Roma a poche ore dalla sfida in casa contro l’Athletic Bilbao.
Il 3-0 contro la Stella Rossa al Mapei Stadium con cui il Sassuolo ha ipotecato l’accesso all’Europa League
La squadra del patron Giorgio Squinzi era in quarta fascia ed è stata sorteggiata con il Rapid Vienna, il Genk e l’Athletic. I baschi battezzeranno Di Francesco che proverà a fare della storia già scritta vera leggenda: la sua rosa vale meno di 90 milioni di euro in totale; poco se paragonato al valore delle grandi squadre europee, ma non un limite per andare avanti in EL. La ricetta – collaudata – è avere «rispetto» di chi si ha di fronte, ma senza snaturare la propria «filosofia di gioco», ha detto l’allenatore nero-verde. Insomma, la promessa è quella di offrire un grande spettacolo perché, dopo aver fatto fuori il Lucerna e la Stella Rossa, in Emilia nessuno ha voglia di fermarsi.
Per diventare grande
La Roma è qui per un errore. L’eliminazione ai play-off di Champions League non era in programma ed è facile pensare che il tre a zero rimediato in casa dal Porto abbia dato diverse preoccupazioni alla società. Adesso Luciano Spalletti si ritrova nel girone E del secondo torneo europeo e deve far ricorso al meglio della retorica per motivare i suoi: «Oggi il paragone stride, ma l’Europa League diventerà bellissima se riusciremo ad andare avanti e in futuro dovremo tenerci ancora di più», ha detto l’allenatore toscano prima della sfida contro il Viktoria Plzen.
Lo 0-3 subito in casa dal Porto e costato alla Roma l’eliminazione dalla fase a gironi di Champions League
La squadra ceca era in prima fascia e la Roma, relegata in seconda, è stata fortunata nel sorteggio. Le altre due sfidanti sono l’Austria Vienna e l’Astra Giurgiu, fresca vincitrice del titolo nazionale in Romania. Le prime due classificate passeranno il turno e per i giallorossi questa dovrebbe essere una certezza. Sebbene in Europa la Roma sia stata in grado di regalare più di una sorpresa, Totti&co partono da favoriti con una rosa che sulla carta vale 280 milioni di euro, per intenderci oltre dieci volte il valore del Viktoria (dati Transfermarkt). Per la Roma statunitense questa Europa League rappresenta l’occasione del riscatto: dopo anni di proprietà americana, la squadra non è riuscita a vincere nulla e si è troppo accontentata di secondi posti. Puntare dritto sulla sorellina potrebbe aiutare la sponda giallorossa della Capitale a diventare grande.
La veterana
È l’unica tra le italiane che dà il via alla sua stagione europea lontana da casa: la Fiorentina debutterà in Grecia contro il Paok Salonicco. Nelle ultime stagioni all’Artemio Franchi l’Europa League si è sempre giocata, ma la squadra dei Della Valle si accontentata di fare bella figura e il salto di qualità sarebbe dovuto arrivare quest’anno. Invece, alcuni affanni di bilancio dovuti al Financial Fair Play hanno costretto il club a un mercato così così, senza grandi colpi in arrivo e con alcune dolorose partenze come quella di Marcos Alonso.
Sulla carta la rosa si è indebolita, ma Paulo Sousa – dopo mal di pancia espressi a mezza bocca – punta tutto sulla grinta della sua giovane squadra per fra bene (senza esagerare) anche quest’anno: «Sono molto fiducioso perché la squadra sta crescendo, crescerà, e saprà costruire molto di più per vincere le partite». La Fiorentina, a differenza di Sassuolo e Roma, ai sorteggi era in prima fascia e oltre ai greci sfiderà lo Slovan Liberec e il Qarabag, squadra dell’Azerbaigian vincitrice della Premyer Liqasi nel 2015/2016. Il blasone delle avversarie impone ai viola di essere tra i favoriti per il passaggio del turno e, salvo sorprese, sarà così. Con l’arrivo del nuovo anno incomincerà per la Fiorentina un altro torneo, nel quale dovrà lottare per restare tra le migliori squadre d’Europa e provare a superare il traguardo raggiunto nel 2015 quando fu eliminata solo in semifinale.
Da leader
Nessuna squadra italiana ha alzato più Coppe di questo torneo di Juventus e Inter. Se bastasse il curriculum, questo farebbe dei nerazzurri i favoriti numeri uno per la vittoria finale, almeno tra le italiane. Ma la squadra di Frank De Boer dovrà giocarle le partite e la speranza è che i giocatori in campo non soffrano troppo il confronto con le leggende del passato. La squadra è quella che ha avuto l’estate più turbolenta tra tutte quelle della A: prima il cambio di proprietà a giugno, poi i bisticci con l’allenatore e alla fine il cambio in panchina a pochi giorni dalla partenza ufficiale della stagione. Non il massimo e infatti i risultati nelle prime giornate di campionato ne hanno risentito: una sconfitta, un pareggio, una vittoria. Il climax ascendente, però, dà fiducia e De Boer che conosce poco il calcio italiano e molto quello europeo potrebbe sfruttare la Coppa per mostrarsi allenatore vero.
L’Inter, ovviamente, era testa di serie nel sorteggio, ma ha pescato forse il girone più divertente tra le consorelle: Sparta Praga, Southampton e Hapoel Be’er Sheva. I 331 milioni di valore della rosa impongono ai nerazzurri di passare il turno con agilità e di far bella figura per tutto il torneo: per la Milano interista l’Europa League può rappresentare ciò che è per la Roma, cioè occasione unica di riscatto sportivo. Ad Appiano Gentile, dopo la vittoria del triplete del 2010, è arrivata solo una Coppa Italia e questo certamente non ha appagato la fame dei tifosi. Così, De Boer ha tra le mani la chance che potrebbe cambiare la sua carriera e l’Inter made in China la possibilità di incominciare a raccontare a quella parte del mondo una storia vincente. A quanto pare, sarebbe intelligente provarci davvero.