A circa 80 chilometri a Nord di Valencia una serie di fabbriche di ceramica locale fanno da cornice alla località di Vila-Real, un municipio che ha prosperato negli ultimi vent’anni proprio grazie all’industria dei ladrillos (mattoni in ceramica) e, di conseguenza, ha permesso alla squadra locale, il Villarreal, di scalzare il Castellón nelle gerarchie del territorio, e di imporsi ad alti livelli in Spagna, inizialmente, e persino in Europa, poi. Dieci anni dopo aver raggiunto la semifinale di Champions League, poi persa contro l’Arsenal, quello da molti conosciuto come il Submarino amarillo si è affermato come club inseguitore del terzetto composto da Atlético, Real Madrid e Barcellona, che si sono divisi i trofei di Liga delle ultime undici stagioni. Questa posizione di outsider di livello, per una società storicamente inferiore a moltissime altre in Spagna, è stata consolidata attraverso gli investimenti dell’imprenditore Fernando Roig, fratello del proprietario anche della catena di supermercati più importante del Paese e padrone di Pamesa, la principale azienda di ceramiche della zona. E, nonostante la mancata qualificazione in Champions League e il brusco licenziamento del tecnico Marcelino dello scorso anno, la società continua a stupire per gioco e risultati.
Da quest’estate la provincia della ceramica del levante iberico ha visto arrivare, quasi simultaneamente, Roberto Soriano e Nicola Sansone, due italiani che hanno raggiunto l’ex milanista Daniele Bonera. Sono vicini di casa, a Valencia, e stanno esplorando insieme la zona. «Appena sono stato ingaggiato quest’estate, Nicola mi ha telefonato per sapere cosa ne pensassi dell’ambiente e del club. Si fidava di me, e ora che mi ha raggiunto è felice, così come lo sono io», mi dice Soriano, che con Sansone ha in comune non solo i natali in Germania e tre anni di “naja” nelle giovanili del Bayern Monaco, ma soprattutto le origini campane: i genitori dell’ex sampdoriano sono originari di Sperone, in provincia di Avellino, mentre l’ex Sassuolo discende da Novi Velia, nel basso salernitano. Per Sansone si tratta di un cambio di Paese ma non di scenario, dato che la stessa Sassuolo, curiosamente, è conosciuta come la capitale italiana della produzione delle ceramiche.
Quello che chiami “golazo”: Sansone contro la Real Sociedad
I due sembrano aver chiuso un cerchio fatto di amicizia, apprendimento e vita. Oltre a essere cresciuti in Germania da famiglie campane, si sono ritrovati a Villarral dopo aver mosso i primi passi nel calcio giovanile tedesco. È un’impronta linguistica: «Noi abbiamo studiato il tedesco a scuola, mentre a casa parlavamo principalmente il dialetto, che poi è la lingua che parliamo sempre in spogliatoio per farci capire. È strano, vero? Il tedesco sembra più adatto, ma il dialetto lo abbiamo nel sangue». In effetti, la prima ricerca effettuata da entrambi, una volta ritrovati a Valencia, è stata quella di una pizzeria, su Google, come farebbero tutti. «Da quel momento ci troviamo spesso nella pizzeria Regina di Napoli di Valencia, dove io vado con la mia fidanzata e Nicola con sua moglie», dice Soriano, che sebbene sia arrivato in Italia solo a 18 anni non riesce a rinunciare al suo piatto preferito, conosciuto quando trascorreva le vacanze tra Sperone e Baiano, nella Campania profonda. Per Sansone, invece, il problema è il caffè: «Quello me lo faccio portare dall’Italia, perché qui veramente non è il massimo». L’inserimento in una realtà dinamica come quella del Villarreal è stato facile, come ricalca Soriano, che è venuto qui «per il fascino del progetto ma principalmente per giocare nel campionato più stimolante e offensivo del mondo, oltre a voler provare l’ebbrezza di sfidare Barcellona e Real Madrid, con il quale abbiamo pareggiato al Bernabéu, un’emozione enorme».
Le facce nuove del Sottomarino giallo, oggi con un marcato accento italiano, sono tra i principali responsabili dell’ottimo inizio della squadra, che si trova al quinto posto con 13 punti, gli stessi del Barcellona, senza aver subito nemmeno una sconfitta, come Atlético e Real Madrid. Ma se la difesa spicca per aver incassato solamente 4 reti, l’attacco, con 9 centri all’attivo, è stato finora trascinato da Sansone, una delle sorprese più gradite di questo inizio di Liga, con 4 gol in 8 partite, a sole due lunghezze dal capocannoniere Antoine Griezmann. Ciò significa che quasi il 50% delle reti messe a referto dalla squadra allenata da Fran Escribà porta la firma del numero 18, che non era mai partito così bene in quanto a realizzazioni e rendimento, in tutta la sua carriera. Sansone in Spagna sta giocando come al Parma, nell’epoca precedente il Sassuolo, da punta unica, oppure come mezzapunta, quando partecipa maggiormente al palleggio imperniato sulla sapienza di Bruno Soriano, veterano e capitano del Sottomarino. L’altro Soriano, quello italiano, è invece il calciatore fino ad ora più presente in campionato, dopo aver disputato tutte le undici partite in programma finora, e sempre da titolare, il che evidenzia la fiducia riposta in lui sia da Marcelino prima sia da Escribá in seguito.
La colonia italiana a Villarreal, è stata fondata nel 2005 da Alessio Tacchinardi ed è proseguita con Giuseppe Rossi, che tra il 2007 e fino al 2013 aveva collezionato 80 reti in 180 incontri con la maglia gialla. Lo stesso Rossi sarà di ritorno al Madrigal domenica prossima, quando il Villarreal ospiterà il Celta, dove l’ex Fiorentina e Parma milita attualmente. Le strade parallele di Pepito e Nicola, entrambi lanciati in Italia dal Parma, si incrociano in quello che sembra un inaspettato passaggio di consegne, con il secondo in rampa di lancio, in Spagna e con la maglia azzurra della Nazionale: la maglia azzurra, a pensarci bene, è una scelta presente o passata che accomuna ancora questi tre italiani passati per Villarreal, nati all’estero, un’infanzia trascorsa parlando un’altra lingua. A scuola.