Come il Psg ha fermato Messi

Grazie al piano tattico di Emery, fatto di triangoli difensivi e intensità dei centrocampisti, l'argentino non si è praticamente mai visto.
di Redazione Undici 17 Febbraio 2017 alle 12:47

Dopo la vittoria del Psg contro il Barcellona, Sid Lowe di Espn si è spinto a dichiarare che i francesi vinceranno la Champions League di quest’anno, perché «hanno fatto esattamente quello che si fa in questi casi». Tipo? Non permettere a Messi di influire in alcun modo sulla partita. Secondo i dati di WhoScored l’argentino è risultato uno dei peggiori in campo, fuori dal flusso di gioco e mai capace di incidere realmente sulla gara: soltanto il 76% di passaggi riusciti, una sola occasione creata in 90 minuti di gara e praticamente mai entrato nell’area di rigore avversaria. Uno score, quello di Messi, che non si addice a un 5 volte Pallone d’oro.

 

 

Messi non compare in nessuna delle prime pass combination della gara di martedì, e gran parte del merito è di un centrocampo del Psg che con Rabiot, Matuidi e Verratti ha letteralmente soffocato i riferimenti per l’argentino. Ma come è riuscita la squadra di Emery a fermare uno dei tre giocatori più pericolosi al mondo? Quando il 10 argentino si faceva vedere internamente il Paris Saint-Germain chiudeva le linee di passaggio a Piqué che era incapace di servire Busquets, solitamente il primo connettore e avvio degli strappi di Messi. Contro l’Alavés ad esempio, nell’ultimo match di Liga prima della gara di Champions, erano stati ben 16 gli appoggi del centrale spagnolo per il compagno offensivo. Inoltre, grazie alla schermatura di Cavani sul primo passaggio e con Matuidi a chiudere la verticalità (Kurzawa era pronto ad aggredire Messi alla spalle), la ricezione dell’argentino era resa praticamente impossibile, con Piqué costretto a ripiegare lateralmente o all’indietro su Umtiti.

Spesso il Psg formava un vero e proprio triangolo contenitivo con Matuidi vertice alto pronto a uscire su Busquets, Di María a copertura della fascia destra avversaria e Rabiot a fungere da schermo sull’argentino: un triangolo mobile, pronto a spostarsi a seconda del movimento del pallone. Quando questo si muoveva lateralmente, verso sinistra, era Cavani a uscire ancora una volta sul centrocampista della Roja, con Matuidi a mettere pressione su Piqué e ancora Rabiot che oscurava le linee di passaggio per un sempre più isolato Messi. Quando l’argentino provava a farsi vedere fra le linee si formava un ennesimo triangolo contenitivo dove questa volta era Kurzawa a fare da vertice basso in marcatura, con Rabiot e Matuidi sulla stessa linea, con il secondo a fare da intralcio a eventuali assistenze.

La  soffocante struttura costruita da Emery intorno a Messi.

Nel secondo tempo Luis Enrique ha provato a giocare con Messi più centrale, ma ancora il centrocampo formato da Matuidi, Rabiot e Verratti andava a chiudere le possibili strade per la connessione con il giocatore argentino. Inutile anche il tentativo di servire il numero dieci sulla fascia destra: quando Messi andava a prendere palla largo il Psg cominciava a scalare, partendo da Draxler (prezioso in copertura) che insieme al resto del centrocampo impediva all’argentino di effettuare la classica manovra di accentramento per liberare il sinistro. Con Messi bloccato in ogni tentativo il Psg ha avuto poi vita facile, e la gara si è conclusa con un risultato che lascia poco spazio per una “remuntada”.

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