L’Italia che abbiamo visto contro Albania e Olanda

Convincente, versatile, propositiva: i due successi ravvicinati ci raccontano una Nazionale in crescita, anche grazie ai debuttanti.
di Claudio Pellecchia 29 Marzo 2017 alle 11:58

Numeri da record, qualche faccia nuova, una crescita costante nella fiducia dei propri mezzi. Questo è ciò che lasciano in eredità le prime due uscite del 2017 della Nazionale. Una squadra, quella di Ventura, capace di vincere in maniera diversa due partite diverse, e non solo perché la prima era una gara di qualificazione al Mondiale e la seconda una semplice amichevole: se contro l’Albania contavano i tre punti e poco altro per arrivare al meglio al redde rationem con la Spagna il prossimo 2 settembre, contro l’Olanda si era alla ricerca di segnali importanti dal punto di vista del gioco della personalità.

Missione compiuta in entrambi i casi: vittoria e mantenimento del primato del girone G in coabitazione con le Furie Rosse (comunque avanti per la differenza reti) venerdì a Palermo, successo convincente di prestigio martedì all’Amsterdam ArenA, condito da ben cinque debutti assoluti (Gagliardini, Spinazzola, Petagna, D’Ambrosio e Verdi) che fanno salire a 11 il numero di esordi avvenuti con l’attuale ct. Il quale a fine gara, non ha mancato di sottolineare come «ci si giocava l’immagine che ci siamo costruiti in questi mesi di lavoro. Questa squadra ha mostrato il suo spirito e la sua capacità di lottare».

Il gol di Eder contro l’Olanda

Partite diverse, dicevamo. Vinte in maniera diversa e con due moduli e approcci diversi: uno spregiudicato 4-2-4 (reso possibile dal grande sacrificio in fase passiva dei due esterni alti Insigne e Candreva) contro gli albanesi del sempre ottimo De Biasi, abile a togliere la profondità a Immobile e Belotti, a fare densità a centrocampo e a costringere all’uno contro uno in transizione Bonucci e Barzagli; un più solido 3-5-2 contro un’Olanda in crisi di gioco, risultati e identità, con Verratti libero di portare palla e avanzato di una quindicina di metri rispetto all’abituale raggio d’azione. Un’ulteriore dimostrazione della versatilità e dell’adattabilità dell’Italia rispetto all’avversario di giornata: dettaglio non da poco per chi sarà chiamato ad andare in Spagna a giocarsi il pass per Russia 2018, interpretando una gara accorta e di grande concentrazione in fase di non possesso, pur senza snaturare le caratteristiche di propositività e controllo del gioco messe in mostra nelle ultime partite.

La rete con cui Bonucci ha sancito il definitivo 2-1 ad Amsterdam

Del resto, la qualità non manca in nessun reparto, come dimostrato proprio in queste due partite: in difesa, dietro a un Buffon che ha appena tagliato il traguardo delle 1000 partite in carriera, c’è un Donnarumma che, contro l’Olanda, è diventato il più giovane portiere (18 anni, un mese e tre giorni) a partire titolare in Nazionale. Barzagli, Bonucci (in gol ad Amsterdam) e Chiellini (benché assente nell’ultima tornata di convocazioni causa infortunio) continuano ad essere una certezza, con Romagnoli e Rugani pronti a fare la loro parte ogni volta che vengono chiamati in causa proprio come accaduto contro gli oranje. A centrocampo, detto dell’imprescindibilità di Verratti al netto di moduli e numeri (comunque molto meglio da regista che da trequartista, per quanto atipico), la menzione d’onore spetta a Daniele De Rossi, che ha sbloccato su rigore la sfida con l’Albania (ventesimo centro in azzurro per lui) ed è diventato il quinto più presente di sempre a quota 112, agganciando un monumento come Dino Zoff. La batteria di esterni in grado di fare la doppia fase senza problemi (De Sciglio, Spinazzola, Darmian, Zappacosta, ma anche i già citati Insigne e Candreva quando si è giocato a quattro dietro) ha permesso a ventura di sperimentare schemi e soluzioni senza perdere di vista l’equilibrio, con Parolo e Gagliardini utilissimi nell’apportare il giusto mix di quantità e qualità. Davanti, invece, Immobile e Belotti sembrano essersi definitivamente conquistati i galloni della titolarità: l’attaccante della Lazio è andato in gol nelle ultime tre gare di qualificazione al Mondiale (per un totale di cinque gol in altrettanti incontri), quello del Torino, anche quando non segna, riesce a farsi apprezzare per la grande mobilità, lo spirito di sacrificio e il suo mettersi a disposizione della squadra. E, in ogni caso, c’è un Eder sempre abile a farsi trovare al posto giusto al momento giusto (contro l’Olanda è arrivato il suo quarto gol in Nazionale: curiosamente tutti segnati in trasferta), un Petagna in rampa di lancio e un Gabbiadini che, quando non sarà costretto a marcare visita, potrà certamente dare il suo contributo alla causa.

Il gol della sicurezza di Ciro Immobile contro l’Albania

L’appuntamento, ora, è per il prossimo 7 giugno per un’altra amichevole di lusso contro l’Uruguay che precederà l’impegno ufficiale dell’11 contro il Lichtenstein. Poi, a settembre, sarà Spagna. Finalmente.

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