Solidità di provincia

Come una piccola squadra della provincia di Castellón è diventata una delle realtà più importanti della Liga: merito della visione della famiglia Roig.

Anno 1977, Comunidad Valenciana. L’imprenditore Francisco Roig Ballester è proprietario di otto macellerie tra Valencia e la sua provincia, quando decide di trasformarle in dei piccoli supermercati. È nativo di Pueblo Nuevo, distretto autonomo a nord del capoluogo e sceglie un nome che omaggi il territorio: qualcosa che suoni in valenciano come “mercato della donna”. Nasce così Mercadona, quella che oggi è la compagnia leader nel settore: 1614 supermercati attivi in tutta la Spagna e un fatturato annuo superiore a 20 miliardi di euro. Nel 1977 il Villarreal è solo una piccola squadra della provincia di Castellón, appena risalita in Tercera División (l’equivalente della nostra attuale serie D) dopo un anno trascorso nella Divisione Regionale. Difficile crederlo, oggi. Oggi che uno dei fiori all’occhiello di questa città di 50 mila abitanti è proprio la squadra di calcio locale: «Tutti vengono qui per le partite del Villarreal, tranne qualcuno che si ferma per lavoro», confessa il portiere dell’Hotel ristorante La Masía, che dista dieci minuti a piedi dallo stadio e dalla centrale Plaza Mayor.

Oggi tutti gli appassionati di calcio identificano il Villarreal con il colore giallo e il soprannome Submarino Amarillo, merito di alcuni giovani tifosi che nella stagione 1967/68 portavano in curva un giradischi per far risuonare “Yellow Submarine”, storica hit dei Beatles del 1966. Quelle note, da allora, fanno da accompagnamento all’ingresso della squadra in campo nelle gare casalinghe. In realtà il Villarreal, alla sua nascita, ha la maglietta bianca e i pantaloncini neri perché nel 1923 sono le stoffe più facilmente reperibili. Sarà un tale Manolo Vilanova nel 1946, inviato a Valencia per comprare le divise, e a fronte dell’assenza di casacche bianche, a imporre il giallo, più di moda in quel periodo. Il calcio a grandi livelli è passato per questa piccola cittadina di provincia e ci si è fermato sul finire degli anni ’90, quando Fernando Roig Alfonso, uno dei figli di Francisco, acquista la società da Pascual Font de Mora e dai rivali in affari della Porcelanosa (che gli vendono il loro 30%) per un totale di 90 milioni di pesetas (poco più di 540 mila euro). «In città tutti ricordano a memoria gli undici titolari del primo anno in Segunda, quello della stagione 1970/71», racconta José Luis Alcón, presidente dell’Associazione dei Club dei tifosi del Submarino Amarillo. La storia del club prima dell’arrivo di Roig è avara di soddisfazioni: già nel 1972 c’è la retrocessione in Tercera e per rivedere la serie cadetta i tifosi del Villarreal devono attendere il 1992.

VILLARREAL, SPAIN - SEPTEMBER 27: A plane tows a banner reading 'Come home Ronaldo - United Reel' during the La Liga match between Villarreal CF and Real Madrid at El Madrigal on September 27, 2014 in Villarreal, Spain. (Photo by Manuel Queimadelos Alonso/Getty Images)

Fernando Roig dal 1977 si occupa dell’altro business di famiglia: la ceramica. Ha preso in mano la Pamesa, messa su da papà Francisco cinque anni prima. Oggi è una realtà più che solida, un gigante del settore, ottavo nel mondo nella produzione di piastrelle, numero uno in Spagna dopo aver acquisito nel maggio 2016 la storica azienda Tau Ceramica. Nonostante la crisi, Pamesa ha triplicato la propria produzione dal 2008 e incrementato i fatturati del 130%. Juan Roig, fratello maggiore di Fernando, è il Presidente di Mercadona ed è il 316° uomo più ricco del mondo nella classifica Forbes attuale. Fernando Roig è invece 1603° in graduatoria. Non male per chi anni dopo ha ammesso: «Quando iniziai non capivo nulla di ceramica».

Acquisito il club il 14 maggio del 1997, quando milita nella serie cadetta, Fernando Roig promette l’approdo in Primera nel giro di due anni e la qualificazione in Champions nei successivi due. Questo gli basta per attirarsi lo scetticismo dei cittadini di Vila-real, che vedono in lui un forestiero e non si fidano: «Al suo arrivo pensammo tutti fosse matto, che non stesse bene e volesse ingannarci», ricorda Alcón, che è socio del club da 40 anni. Alla fine è bastata una sola stagione: con l’1-1 ottenuto a Compostela nello spareggio di ritorno del 24 maggio 1998 il Villarreal raggiunge la storica promozione in Liga. Poco importa se il primo campionato in Primera coincida con la retrocessione, infatti il Villarreal risale immediatamente.

Roig è considerato una sorta di Re Mida, capace di portare una realtà di provincia in semifinale di Champions League nove anni dopo il suo insediamento e tre volte in semifinale di Europa League (la prima nel 2004, quando la competizione si chiamava ancora Coppa Uefa). Un investimento complessivo di 180 milioni euro, soldi che ora costituiscono il capitale sociale. Roig ha recentemente rivelato che «ora il club vale molto di più: per 180 milioni di euro non lo venderei mai». Grandi meriti vengono riconosciuti all’amministratore delegato José Manuel Llaneza per essere riuscito negli anni a far quadrare i conti, raggiungendo quello che era l’obiettivo principale dell’attuale gestione sin dall’inizio: l’equilibrio economico e la capacità del club di autofinanziarsi. È lo stesso presidente a rendergli onore: «Vincere un titolo sarebbe bello, ma l’anno dopo dovremmo ripartire da zero. Il nostro titolo è quello che festeggia ogni anno José Manuel Llaneza, è importantissimo». Risultati sportivi che sono sotto gli occhi di tutti ma anche progetti e investimenti finalizzati a garantire maggiore solidità al club: uno stadio riammodernato, due nuove cittadelle dello sport (una da 70 mila metri quadri e 9 campi, l’altra da 40 mila metri quadri e 4 campi), una foresteria in grado di ospitare più di cento bambini del settore giovanile.

Il cammino del Villarreal nella Champions 2005/06

In questi ultimi anni un solo incidente di percorso: la retrocessione del 2012. Per risalire immediatamente il patron vende il 2,4 per cento delle azioni del gruppo Mercadona in suo possesso in cambio di 71,6 milioni di euro da iniettare direttamente nelle casse del club. Per ripartire affida la squadra a Marcelino García Toral nel gennaio 2013, dopo l’esonero di Julio Velázquez. A fine stagione obiettivo centrato: secondo posto alle spalle dell’Elche e promozione diretta. Sin dalle prime partite Marcelino dà un’impronta ben chiara alla squadra, che si schiera con un 4-4-2 con linee compatte, gioco a due tocchi e ripartenze rapide. Sesto posto sia nel 2013/14 che nel 2014/15 e quarta posizione a fine stagione scorsa con la delusione dell’eliminazione in semifinale di Europa League contro il Liverpool. Ad agosto il giocattolo sembra rompersi. Lo spogliatoio, già insofferente nei confronti del tecnico, non gradisce la decisione di revocare la fascia di capitano a Musacchio.

Il difensore e Marcelino arrivano quasi alle mani. Per l’ex allenatore del Racing Santander è troppo e parla chiaro alla società: «O me, o lui». Per dirla tutta però Fernando Roig non aveva mandato giù la sconfitta accomodante contro lo Sporting Gijon all’ultima di campionato, con il Villarreal già qualificato ai preliminari di Champions League. Un 2-0 al Molinón maturato una settimana dopo che lo stesso Marcelino si era augurato che lo Sporting – squadra molto cara all’ex tecnico: ci ha giocato per quattro anni e l’ha allenata per due –  non retrocedesse. L’episodio ha scatenato la rabbia del presidente che ha definito il tutto «un problema di onorabilità sportiva interno al club: nessuno può venire qui e agire in modo contrario rispetto al nostro modo di pensare». A sei giorni dall’andata del preliminare Marcelino si dimette e la società sceglie Fran Escribá per la successione in panchina. Il playoff di Champions contro il Monaco va male (doppia sconfitta: 1-2; 0-1), ma con il passare delle settimane la squadra riesce a riorganizzarsi attorno ai dettami tattici della precedente gestione e ritrova il suo gioco. Gli acquisti degli italiani Roberto Soriano e Nicola Sansone si rivelano azzeccati.

Villarreal CF v FC Barcelona - La Liga

 

L’attuale stagione verrà probabilmente ricordata per la sonora sconfitta casalinga contro la Roma (0-4) del 16 febbraio che ha sancito l’eliminazione dall’Europa League. La squadra è attualmente quinta in Liga, a un passo dall’ottenere la dodicesima partecipazione alle coppe europee nelle ultime quindici stagioni. Il Villarreal conserva per il momento la 26ª posizione nel ranking Uefa. L’estate del 2016 ha visto l’addio, dopo diciassette stagioni, di un altro importante artefice dei successi sportivi del club: il direttore sportivo Antonio Cordón, passato alla corte del Monaco. Dopo dieci anni trascorsi a fare l’osservatore, ha preso in mano le redini dell’area tecnica. Con l’exploit del club monegasco in Champions League, molteplici sono state le comparazioni con Monchi, l’ex d.s. del Siviglia passato pochi giorni fa alla Roma, sebbene Cordón sia molto meno amante della ribalta mediatica. Nel Principato ha mantenuto le cose come stavano, non cedendo pezzi pregiati e limitandosi ad aggiungere alla formazione di Jardim due elementi: Sidibé e Glik. A Vila-real è ricordato principalmente per aver scommesso su Santi Cazorla, nel periodo in cui si occupava della cantera degli Amarillos. Arrivato giovanissimo dalle giovanili dell’Oviedo nel 2003, l’attuale centrocampista dell’Arsenal è stato ceduto dal Villarreal al Malaga per 23 milioni di euro nell’estate del 2011.

Quello del Submarino amarillo è un settore giovanile che negli ultimi anni ha consegnato alla prima squadra elementi come Bruno Soriano, Manu Trigueros, Mario Gaspar e Rodrigo Hernández. Il prossimo in rampa di lancio è Adrián Marín, terzino sinistro quest’anno in prestito al Leganés. Sono attribuibili a Cordón le scoperte in Sud America di Godín, Vietto e Musacchio. Il primo è sbarcato in Spagna nell’agosto del 2007 in seguito all’esborso di 500 mila euro, versati nelle classe del Club Nacional. Solo tre anni dopo l’Atletico Madrid ha comprato il cartellino di Godín per 8 milioni di euro. Stesso tragitto fatto da Luciano Vietto, acquistato dal Racing Avellaneda nel 2014 per 5.5 milioni e rivenduto a distanza di dodici mesi per 20 milioni. Da ricordare, in ordine sparso, le cessioni di Gabriel Paulista all’Arsenal (15 milioni a fronte di un investimento di 3.3 milioni), di Cáceres al Barcellona (16.5 milioni e costato 900 mila euro due anni prima), e Forlán all’Atletico Madrid (21 milioni e giunto dal Manchester United tre stagioni prima per 3.2 milioni). È di Cordón anche il merito della plusvalenza realizzata con Eric Bailly, comprato dall’Espanyol nel gennaio 2015 per meno di 6 milioni e rivenduto nel giugno 2016 per 38 milioni di euro al Manchester United. A gennaio 2017 l’ultima grande operazione in uscita: Pato, acquistato in estate dal Corinthians per 3 milioni di euro, viene ceduto al Tianjin Quanjian per 18 milioni.

La vittoria casalinga contro l’Athletic

Il segreto di Roig? La gestione del club come fosse una famiglia. José Luis Alcón ne parla con orgoglio: «Si sveglia la mattina e la prima cosa che fa è andare al campo d’allenamento. Visita i giocatori, gli dà la mano e sta molto con la squadra. Si fa carico di qualsiasi cosa accada a loro, ai dipendenti del club o ai tifosi. Se uno di noi ha un problema familiare può contare su di lui ciecamente anche per un aiuto economico diretto. Fernando Roig sostiene progetti e associazioni che combattono il cancro ed è sempre il primo a chiedere e a partecipare, come quando organizzarono una partita benefica per un bambino malato di cancro. Partita in cui il bambino giocò una ventina di minuti e fece gol».

Nel pensiero di Roig il Villarreal deve diventare la squadra della provincia di Castellón. Il progetto Endavant promuove lo sviluppo dello sport nell’intera zona attraverso il sostegno del Villarreal CF alle attività di quella che è una vera e propria polisportiva, con sezioni che vanno dall’atletica alla pallacanestro, passando per la pallanuoto, la pallamano e la ginnastica ritmica. Endavant è anche altro: promozione del turismo, della cultura e dell’istruzione con i calciatori e i rappresentanti della società impegnati in prima persona in molteplici iniziative, anche benefiche. Il ruolo di direttore delle relazioni istituzionali è ricoperto da una bandiera come Marcos Senna, campione d’Europa con la Nazionale spagnola nel 2008.

FBL-ESP-LIGA-BETIS-VILLARREAL

 

Un ambiente sereno, nessuna rivalità in particolare, se non con il Valencia per prossimità geografica, ma nulla di estremo: «Non è paragonabile a quella tra Lazio e Roma», precisa Alcón. Quella del Villarreal quest’anno è stata riconosciuta come “miglior tifoseria della Primera División” dalla Liga insieme all’Associazione delle federazioni dei club di tifosi spagnoli. Le motivazioni sono state individuate nel “comportamento e nel lavoro realizzato a favore della tolleranza, del gioco pulito e del rispetto fra le diverse tifoserie”. Una tifoseria che non ha ultras e che è ben accolta in tutti i campi di Spagna. Matura al punto da aver accettato senza polemiche il nuovo nome dello stadio. El Madrigal, inaugurato nel 1923, si chiama dall’8 gennaio scorso “Estadio de la Ceramica” e ha cambiato in parte la propria immagine («Gli affari sono affari, un club si sostiene aumentando gli introiti. Per noi tifosi resterà sempre e comunque El Madrigal»). Il presidente Roig ha stimato introiti «tra i 3 e gli 8 milioni di euro annuali» in virtù della sponsorizzazione di alcune aziende locali. Il patron lo ha definito «un progetto in linea con la filosofia del Villarreal: quella di andare sempre avanti» e ha svelato che «il progetto di riammodernamento è compiuto solo al 25 per cento: il prossimo anno toccherà alla tribuna e creeremo il museo dentro lo stadio. Il tutto a costo zero per la città».

Nel frattempo, dello scetticismo che aveva accolto Fernando Roig nel 1997 non c’è più traccia. Il 22 febbraio del 2006 il presidente viene proclamato “figlio adottivo” dal comune di Vila-real. Un mese e mezzo prima dello storico successo con l’Inter: un 1-0 con gol di Arruabarrena che vale al Sottomarino Giallo l’accesso alla doppia – sfortunata – sfida con l’Arsenal in semifinale di Champions League. «Una partita storica, non avremmo mai creduto di arrivarci. È rimasta nella nostra mente tanto quanto la rete di Alberto nello spareggio contro il Compostela», è il ricordo quasi commosso di José Luis Alcón. Tra le leggende del club spiccano Bruno Soriano, Marcos Senna (a cui è dedicata anche una porta d’ingresso allo stadio), Pascual Donat e Gheorghe Craioveanu. «Loro sono i migliori ma non dimenticherei Palermo e Riquelme: sono quelli che ci hanno aperto la porta del mondo, così come Pires e Forlán». Degli anni di Segunda e Segunda B un nome su tutti: «Un certo Ramon Planelles, davvero un bel giocatore». Vent’anni dopo la sua rumorosa irruzione sulla scena, in città hanno avuto modo di ricredersi sul conto del presidente Fernando Roig: «Oggi lo apprezzano tutti, dai più giovani ai novantenni di Vila-real, e farebbero qualsiasi cosa per lui». La provincia vuole rimanere al centro del mondo.