A fine partita, in conferenza stampa, dopo aver sollevato l’Europa League, José Mourinho è stato schietto: «In questa stagione, a volte mi sono sentito il peggior allenatore al mondo alla guida della peggior squadra al mondo. Probabilmente è stata la mia annata più difficile. Ovviamente la Champions League è più importante dell’Europa League, ma questo successo vuol dire tanto: è il terzo trofeo stagionale, ci riporta in Champions, ci dà la possibilità di giocare la Supercoppa europea ad agosto. E rappresenta per questo club il pezzo mancante del puzzle». Per il Manchester United, infatti, è la prima Coppa Uefa/Europa League della storia; per Mourinho, invece, è la seconda in carriera (dopo quella con il Porto nel 2003), il che ne fa l’unico allenatore della storia ad aver vinto i due principali trofei continentali per almeno due volte ciascuno.

In passato Mourinho aveva snobbato l’Europa League, ma le difficoltà di quest’anno, che lui stesso ha riconosciuto, lo hanno costretto a vincere il trofeo per “salvare” la stagione. Senza questo traguardo, il Manchester United non avrebbe partecipato alla Champions League per il secondo anno di fila, visto il magro sesto posto in campionato, a 24 punti di distanza dal Chelsea campione. Il Chelsea, peraltro, è stato il carnefice di Mou anche in Fa Cup, eliminandolo nei quarti di finale. Il tecnico portoghese ha rimarcato, però, non solo la vittoria europea nella finale contro l’Ajax, ma anche i due trofei che aveva già alzato in stagione con il Manchester United: la Community Shield, vinta ad agosto contro il Leicester, e la Football League Cup, conquistata a febbraio in finale contro il Southampton. Di fatto, Mourinho ha centrato un altro triplete, seppur minore rispetto a quello conquistato con l’Inter nel 2010, ma ha tenuto a sottolinearlo, consigliando ai giocatori di mostrare il “tre” con le dita durante i festeggiamenti:

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