L’esultanza sponsorizzata di Cahill

Il gol che ha permesso all’Australia di battere la Siria e accedere allo spareggio intercontinentale per un posto ai Mondiali non poteva che segnarlo Tim Cahill: ex Everton e bandiera dei Socceroos, nonché miglior marcatore della sua Nazionale alle qualificazioni della Coppa del Mondo. Il marchio di fabbrica è il colpo di testa, proprio il gesto con cui ha segnato nei tempi supplementari il gol del 2-1, un movimento che in carriera ha dimostrato di saper replicare in tutte le salse. Meno frequente, se non del tutto inedita, invece, è l’esultanza dopo la rete. Prima la corsa a braccia larghe verso la bandierina, battendo due colpi sul cuore e sullo stemma della Nazionale, poi l’abbraccio con compagni di squadra e staff tecnico che lo hanno sommerso fino a nasconderlo.

Ritornando verso il centrocampo, Cahill ha dato uno sguardo verso bordo campo, o forse in tribuna, e ha mimato una “T” con le mani. Se inizialmente poteva essere interpretato come un nuovo modo di celebrare i gol, con l’iniziale del suo nome. Ma un post su Instagram ha svelato il vero motivo. TripADeal, un’importante agenzia di viaggi online con sede a Byron Bay, ha postato sul social la foto dell’esultanza scrivendo: «Avete notato che Tim Cahill, il nuovo ambasciatore di TripADeal, ha fatto la nostra “T” dopo il gol della vittoria l’altra sera? Congratulazioni Tim!». E l’attaccante dell’Australia ha risposto attraverso il suo account, aggiungendo ai convenevoli anche un ringraziamento ai compagni, allo staff e ai tifosi per la vittoria.

Rimane uno dei migliori in circolazione in questo fondamentale

A 37 anni, ormai fuori dal giro del grande calcio – gioca in patria, nel Melbourne City – Cahill ha reso celebre l’esultanza in cui prendeva a pugni la bandierina del calcio d’angolo, come un pugile, diventata un marchio molto riconoscibile soprattutto in patria. Ma la nuova “T”, che tra le altre cose è anche sponsor del suo club, potrebbe creare problemi a Cahill e all’Australia: la Fifa ha detto di voler investigare per andare più a fondo sulla questione. Nel regolamento della Federazione internazionale non c’è scritto nulla riguardo l’utilizzo di parti del corpo per fare pubblicità, che è diverso dal togliersi la maglia o i pantaloncini per mostrare un marchio come fece Bendtner anni fa (quello sì, è vietato, e il danese venne squalificato e multato di 100.000 euro). «La Fifa sta rivedendo e analizzando i referti arbitrali di tutte le partite per trovare una linea comune da seguire su determinati casi» ha dichiarato un portavoce, «su questioni specifiche di grande importanza possiamo aver bisogno di prendere tempo prima di decidere cosa fare, ci sono casi che richiedono maggiore attenzione».