Di María dice che i meme lo hanno fatto soffrire

di Redazione Undici

Nemmeno il mondo del calcio è immune dai meme: anzi, calciatori o allenatori sono sempre più utilizzati come spunto di ironia, non solo per rimarcare aspetti del gioco (come per questo Bonucci) ma anche come refrain impiegabili in qualsiasi ambito e situazione – il meme di Messi rimane uno dei più abusati. Il punto dei vista dei calciatori in merito, però, è rimasto sempre abbastanza sconosciuto. Ángel Di María, in un’intervista alla rete televisiva argentina Tyc Sports, è stato uno dei primi a parlare sul tema, e le dichiarazioni hanno fatto abbastanza scalpore: «I meme, anche se potrebbe non sembrare, ti fanno moltissimo male, e ti fanno pensare. Una delle cose per cui, a volte, uno pensa di smettere», ha detto il giocatore del Psg, che ha svelato come le ironie del web non piacciano, tra i suoi compagni di Nazionale, nemmeno a Gonzalo Higuaín, Fernando Gago e Sergio Agüero.

L’argentino ha poi continuato: «A me è stato di grande aiuto lo psicologo. Poter parlare, potermi sfogare. Mi ha aiutato molto e mi ha fatto capire molte cose. È brutto dirlo, ma tra le cose che ho imparato e di cui mi sono reso conto è che è facile parlare, criticare, per la gente che sta dietro un computer o un telefono. Gente che non fan altro, e ride di cose che non hanno senso. Sono pensieri che mi hanno aiutato e per questo ora la mia testa sta bene, io mi sento bene».

Di María ora sta attraversando un gran momento: ha cominciato benissimo il 2018, con nove gol e cinque assist. Ma ci sono stati mesi, soprattutto quelli in cui la qualificazione della Nazionale argentina ai Mondiali era in bilico, in cui l’argentino ha chiesto aiuto, «quando le cose non giravano per il verso giusto». Ora il giocatore del Psg avverte: «Ai prossimi Mondiali, per nomi e per quello che possiamo dare, siamo al livello delle migliori. In passato siamo arrivati a tre finali, le abbiamo perse per sfortuna, non per mancanza di personalità. Contro la Germania giocammo una gran partita e non fummo fortunati».

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