Come la ricerca sulla genetica può migliorare lo sport

L'esperimento della Nazionale di calcio egiziana, in vista dei Mondiali, apre nuove possibilità finora inesplorate.

In vista dei prossimi Mondiali, la Federcalcio egiziana ha stretto un accordo con l’azienda DNAFit, che lavora a Londra. L’obiettivo è portare la Nazionale africana nel miglior stato di forma possibile in Russia, e il modo per farlo è lavorare sulla mappa genetica di ogni giocatore. Da una quindicina d’anni, infatti, si ha accesso a una serie di informazioni genetiche inimmaginabili prima.

Il metodo di lavoro della DNAFit

A capo dei progetti sportivi di DNAFit c’è Craig Pickering, un britannico che ha vinto la medaglia di bronzo nella staffetta 4×100 metri ai Mondiali di atletica 2007 e che ha provato a qualificarsi nel bob alle Olimpiadi 2014, prima di rinunciare a causa di un infortunio. Intervistato dall’Independent, Pickering ha spiegato: «È una nuova area di lavoro e i costi sono diminuiti drasticamente negli ultimi 10 anni. Abbiamo sempre saputo che la genetica ha un grande ruolo nella vita degli atleti, ma ora ne capiamo qualcosa di più: sappiamo quale singolo gene causa certi effetti. Per esempio, se due sportivi seguono un programma di allenamento identico, sappiamo quale gene permette all’atleta A di migliorare molto e quale invece dà all’atleta B scarsi risultati».

A questo punto, continua Pickering, il prossimo passo è usare la genetica per costruire piani d’allenamento ad hoc e ridurre di conseguenza gli infortuni: «L’obiettivo finale è cercare di scoprire cosa rende unica una persona per poi abbinarla a una sorta di “percorso” che può riguardare l’esercizio fisico, la dieta o lo stile di vita».