Sostituire Neuer

La crescita silenziosa di Sven Ulreich, che si è ritrovato titolare al Bayern Monaco e potrebbe andare ai Mondiali senza essere mai stato convocato in Nazionale.

I portieri non devono parare solo i palloni, ma anche la pressione. Quando il rapporto con i primi era problematico, Sven Ulreich con la seconda dimostrava già di cavarsela bene. Il 22 settembre 2017 il Bayern Monaco di Carlo Ancelotti, che sarebbe stato esonerato cinque giorni dopo perdendo 3-0 in Champions League contro il Paris Saint-Germain, affrontava in Bundesliga il Wolfsburg all’Allianz Arena. Sul punteggio di 2-0, all’11’ del secondo tempo, Max Arnold iniziava la rimonta degli ospiti, poi completata all’83’ da Daniel Didavi, con un calcio di punizione da 30 metri goffamente deviato alle proprie spalle dal sostituto dell’infortunato Manuel Neuer, un portiere di 29 anni arrivato nel 2015 dallo Stoccarda per fare la riserva. Il Bayern era in difficoltà, Sven Ulreich divenne uno dei capri espiatori. Ma dopo quella papera disse: «So che ogni volta che prenderò un gol la gente penserà che Neuer l’avrebbe parata. Lui è il miglior portiere del mondo e non è facile sostituirlo. Ma io non sono Neuer, sono Ulreich».

Più che un errore di valutazione, un vero e proprio errore tecnico

«Un dono di Dio»

Da quel momento in poi, la stagione e la carriera di Ulreich sono cambiate. Quello che doveva essere la riserva di Neuer, l’anonimo secondo portiere del Bayern Monaco, è diventato una certezza nella squadra passata nelle mani di quel vecchio volpone di Jupp Heynckes. Il numero 26 dei bavaresi è cresciuto in maniera silenziosa ma costante, conquistando la fiducia dello spogliatoio e di tutto l’ambiente parata dopo parata. Il 25 ottobre il Bayern ha eliminato il Rb Lipsia nel secondo turno della Coppa di Germania e Ulreich è stato decisivo ai rigori intercettando l’ultimo, calciato alla sua sinistra da Timo Werner. Il 16 dicembre, titolare nella “sua” Stoccarda – club in cui ha militato dal 1998 al 2015, giovanili comprese – ha ipnotizzato Chadrac Akolo al 95′, difendendo l’1-0 segnato a dieci minuti dalla fine da Thomas Müller. E lo scorso 17 aprile, nella semifinale di Coppa vinta per 6-2 in casa del Bayer Leverkusen, ha salvato il risultato in almeno quattro occasioni quando il punteggio era ancora in equilibrio: prima su un colpo di testa ravvicinato e in controtempo di Kevin Volland, poi usando i piedi su Sven Bender e infine, sempre con il corpo, ancora su Volland e Karim Bellarabi in due azioni consecutive.

Ulreich con il Bayern ha giocato 51 partite ufficiali e per 20 volte non ha subìto gol. A novembre e a dicembre 2017 è stato votato dai suoi tifosi miglior giocatore del mese e i compagni hanno iniziato a elogiarne le qualità, sia sportive sia umane. «È un muro in difesa, e lo è da mesi. È molto calmo e para tutto quello che gli viene addosso, anzi a volte anche di più», ha spiegato Mats Hummels a febbraio. «La crescita di Sven è incredibile: all’inizio non è stato perfetto, ha vissuto un periodo difficile in parte dovuto anche al cambio in panchina. Penso che sia migliorato grazie al lavoro con l’allenatore dei portieri Toni Topalovic, lo ripete spesso. Per me nei primi tempi è stato difficile restare a guardare, soprattutto perché le cose per il Bayern andavano male, ma quando Sven ha iniziato a giocare così bene è stato più facile aspettare il mio recupero. Sta andando alla grande, le sue prestazioni sono ottime. Sono orgoglioso di lui», ha aggiunto Neuer a marzo. Dopo la semifinale contro il Bayer Leverkusen, Heynckes lo ha definito «un dono di Dio», e il presidente dei bavaresi Uli Hoeness gli ha augurato di vincere il premio di miglior giocatore dell’anno.

Tutti i rigori parati da Sven Ulreich con il Bayern Monaco

«È un grande onore se una persona come Uli Hoeness dice una cosa del genere», ha risposto Ulreich, che nella semifinale di Champions League contro il Real Madrid vivrà la partita probabilmente più importante della sua carriera. «Se qualcuno me lo avesse detto quando ero un bambino, non ci avrei creduto»: a dividere Cristiano Ronaldo e compagni dalla quarta finale di Champions League in cinque anni, c’è lui.

Imparare da Manuel

Ulreich è nato a Schorndorf, un comune a 26 chilometri da Stoccarda, ed è diventato titolare degli Svevi nel 2010/11. Il suo passaggio al Bayern Monaco è avvenuto durante la rivoluzione tattica guidata da Pep Guardiola, che un anno prima aveva portato Manuel Neuer sul podio del Pallone d’Oro per il suo ruolo ibrido e innovativo, non solo portiere ma regista basso in fase di non possesso e libero “vecchia maniera” in caso di contropiedi degli avversari. «Pep era sempre ottimista e spiegava esattamente cosa voleva dai giocatori. Ogni allenamento aveva ritmi elevati e lui chiedeva sempre di più», ricorda Ulreich, che per due anni ha studiato Neuer cercando di imitarne le caratteristiche tecniche e, soprattutto, l’utilizzo dei piedi. Ora tutto questo si vede, l’investimento sta fruttando, l’allievo ha raggiunto il livello del maestro e addirittura lo ha superato, se si pensa che il numero 26 ha servito un assist a Kingsley Coman nel 2-1 in casa del Celtic nella fase a gironi di Champions League, cosa che Neuer non ha mai fatto.

«Ho lavorato molto sul gioco di piede, tra i pali e sui riflessi, e sono migliorato tecnicamente», ha rivelato Sven Ulreich a febbraio. In uno dei video “amazing saves” che si trovano su Youtube, si riconosce molto di Neuer in Ulreich: i riflessi sotto porta con la manona aperta, le parate di corpo e soprattutto quelle di piede, le uscite sulla sua trequarti campo ad anticipare di testa l’attaccante rivale e anche un abbozzo di dribbling ai danni di Neymar nel match di Champions contro il Psg. Il tedesco a 29 anni si è scoperto un portiere moderno, efficace nel coprire lo specchio della porta dall’alto dei suoi 192 centimetri e con il numero di lanci lunghi sbagliati più basso di tutta la Bundesliga, 7,5 a partita a fronte di una media di 11,7 tra i portieri titolari.

Tra 1:57 e 2:05 una serie di uscite in puro stile Neuer

Il video in questione si intitola “Road to Russia?” e il tema, in Germania, non è così irrilevante. Neuer è tornato ad allenarsi da una settimana, ma ha saltato praticamente l’intera stagione per una frattura al metatarso del piede sinistro e il posto da titolare a giugno e luglio potrebbe andare a Marc-André ter Stegen del Barcellona. Ulreich ha giocato due partite con la Nazionale Under 16 tra il 2003 e il 2004, tre con l’Under 19 nel 2007 e altre tre con l’Under 21 tra il 2009 e il 2010. Non è mai stato convocato nella Nazionale maggiore, ma il ct Joachim Löw ha più volte apprezzato il suo rendimento al Bayern Monaco: «È nel nostro radar per i Mondiali. Nell’uno contro uno è molto forte e al Bayern ha anche imparato ad avviare la manovra».

Ora per Sven Ulreich c’è l’ostacolo Real Madrid, una doppia sfida che vale la finale di Champions League per la sua squadra e la reale dimensione del suo valore internazionale per lui. Vero è che la storia del calcio è piena di portieri celebrati “in anticipo” che hanno commesso errori nella partita più importante della carriera (uno su tutti un altro tedesco, Oliver Kahn, premiato miglior numero uno dei Mondiali 2002 dopo la semifinale e incapace di trattenere un debole sinistro di Rivaldo in finale, trasformato da Ronaldo nel tap-in dell’1-0), ma Ulreich ha il “momentum” per vivere da protagonista l’incontro con Cristiano Ronaldo, e per non far rimpiangere Neuer.