Obi Mikel ha un conto in sospeso con Messi da 13 anni

L'ennesimo atto di Nigeria-Argentina è una sfida nella sfida.

Quella di martedì sarà la quarta sfida tra Nigeria e Argentina nella fase a gironi dei Mondiali dal 1994 a oggi. Negli Stati Uniti fu decisiva una doppietta di Claudio Caniggia (2-1) nella partita passata alla storia per il test antidoping fallito da Diego Armando Maradona, nel 2002 e nel 2010 segnarono Gabriel Batistuta e Gabriel Heinze e la Selección vinse entrambe le gare per 1-0, nel 2014 servirono una doppietta di Lionel Messi e la firma di Rojo per un altro successo di misura, questa volta per 3-2.

Nigeria e Argentina si sono affrontate anche nelle finali olimpiche del 1996 e del 2008: ad Atlanta vinse la Nazionale africana per 3-2, a Pechino un gol di Ángel Di María regalò l’oro all’Albiceleste. Lo scorso novembre, in amichevole, si imposero le Super Aquile per 4-2, mentre nel 2005 il match mise in palio il titolo del Mondiale Under 20 e a vincere fu l’Argentina per 2-1. Entrambe le reti furono messe a segno da Messi su rigore, al 40′ e al 75′, e a nulla valse il momentaneo pareggio di Edu al 53′.

La finale del Mondiale Under 20 2005: sull’1-1 Mikel si gira nello stretto e imposta un’azione pericolosa per la Nigeria

Tra i reduci della sfida del 2005, in Russia ci saranno John Obi Mikel da una parte e proprio Messi dall’altra. L’Argentina, dopo un pareggio e una sconfitta, è obbligata a vincere e a sperare che l’Islanda non faccia lo stesso con la Croazia per non salutare anzitempo il Mondiale. Obi Mikel, però, ha una missione: “vendicarsi” con la Pulce per essere stato battuto nella corsa al Pallone d’Oro del torneo proprio a causa della finale. «Sì, Messi mi rubò il Pallone d’Oro. Prima della partita tutti dicevano che avrei vinto io il premio di miglior giocatore della manifestazione, poi lui segnò due rigori, l’Argentina vinse 2-1 e io arrivai secondo anche nella classifica individuale», ha scherzato l’ex centrocampista del Chelsea nella conferenza stampa della vigilia.

Messi chiuse il Mondiale Under 20 anche da capocannoniere con 6 gol, uno in più di Llorente e dell’ucraino Aljiev e due in più di Pellè e David Silva, mentre Obi Mikel ne segnò uno, ma con la maglia numero 9 sulle spalle «eclissò talenti del calibro di Fabregas e Agüero» e ispirò paragoni con Jay Jay Okocha. Fu José Mourinho al Chelsea, dopo il ritiro di Claude Makélélé, ad arretrare il trequartista nigeriano davanti alla difesa.