Sono vent’anni da “quel” gol di Bergkamp all’Argentina

L'ex Arsenal ha detto in passato che è stato «come risolvere un puzzle».
di Redazione Undici

Sono passati 20 anni dal sabato 4 luglio del 1998, Mondiali di Francia: si gioca Olanda-Argentina, valida per i quarti di finale, al Vélodrome  di Marsiglia. Siamo intorno al minuto 89 e il risultato è di 1 a 1, Frank de Boer porta palla nella propria metà campo e poi lascia partire un lancio di sinistro che viaggia altissimo per circa una quarantina di metri. Quando il pallone spiove in area argentina, alle spalle della difesa, a controllarlo c’è Bergkamp che fa tre cose magnifiche, tutte insieme e tutte di destro. Addomestica prima il pallone che sembra cadere direttamente dal cielo, con il piede che attutisce la caduta della sfera e si ferma davanti a lui; poi aspetta che rimbalzi una volta e tocca ancora il pallone mandando fuori giri Ayala. Quando la palla è alle spalle del numero 2 argentino sposta il corpo, si inarca e calcia per anticipare l’uscita di Roa dai pali della porta. Bergkamp riesce a calciare con l’esterno, ed è un insieme di elementi così appagante che può facilmente essere riguardato in loop.

La perfezione è un tema ricorrente di Stillness and Speed, il libro di Bergkamp scritto con David Winner. Un capitolo è intitolato proprio “Deve essere perfetto”, come fosse un suo mantra. «Bene, ti sei prefissato obiettivi e obiettivi. E una volta arrivato, vuoi andare avanti e andare oltre. Continui ad alzare l’asticella e quindi niente è mai abbastanza buono. Tu vuoi la perfezione. Scali una montagna e vuoi quella più alta». Il 4 luglio 1998, Bergkamp ha scalato la montagna più alta in 2,11 secondi – il tempo impiegato da lui per produrre i tre tocchi. «Perfetto», fu anche la descrizione fatta del gol da Ruud Gullit su ITV. Bergkamp ha aggiunto, in un’altra occasione:«Non giochi mai la partita perfetta, ma il momento stesso era, almeno credo, perfetto». L’ex Arsenal ha detto a FourFourTwo che «è stato come risolvere un puzzle. Ho sempre avuto una foto nella mia testa su come sarebbero andate le cose due o tre secondi dopo. Avrei potuto calcolarle. C’è un grandissimo piacere nel fare qualcosa che qualcun altro non può prevedere».

>

Leggi anche

Calcio
Leo Messi ha cambiato per sempre l’Inter Miami, che adesso non smette più di crescere
Il Mondiale per Club ha evidenziato la bontà del progetto tecnico, ma la vera rivoluzione sta avvenendo fuori dal campo.
di Redazione Undici
Calcio
Perché il Milan si è innamorato di Ardon Jashari
Si dice che il club rossonero abbia già offerto 30 milioni al Club Bruges, e in effetti ci sono tutte le premesse per fare un buon affare.
di Fabio Simonelli
Calcio
Il Mondiale per Club ha detto che la crisi dei club argentini è veramente terribile
Le eliminazioni di Boca e River sono lo specchio di un movimento che paga una differenza economica abissale non solo con l'Europa, ma anche con il Brasile.
di Redazione Undici
Calcio
L’Everton avrà un nuovo stadio, ma Goodison Park non verrà mai dimenticato
Reportage dalla metà blu di Liverpool per le ultime ore dello storico impianto dei Toffees. Di cui resteranno i ricordi, i brividi, il senso di comunità che trasmetteva alla sua gente.
di Andrea Pettinello/ Il Calcio Inglese